
A Bologna cellulare a 11 anni e 24% vittime di cyberbullismo. Su 508 studenti tra i 14 e i 18 anni solo 2 senza telefonino. È quanto emerge da una ricerca sul rapporto adolescenti e nuovi media realizzata in sei scuole superiori di Bologna.
Alla fine dell’anno scolastico precedente, 508 ragazzi tra 14 e 18 anni (il 56% maschi e l’88% nati in Italia) hanno risposto a un questionario realizzato in collaborazione tra Difensore civico dell’Emilia-Romagna e Corecom regionale.
Il primo cellulare arriva a 11 anni appena finita la scuola elementare e viene usato soprattutto per mandare sms (84%) e (il 23,5%) per navigare su Internet. La comunicazione via web o cellulare è fatta spesso di insulti, minacce, scherzi pesanti, tanto che il 24% del campione ha raccontato di aver subito episodi di bullismo elettronico. Solo due ragazze (una italiana e una straniera di 14 e 16 anni) non avevano il telefonino. Il progetto ha coinvolto anche la Provincia di Bologna e l’istituzione Gian Franco Minguzzi. Dopo il questionario, due incontri pubblici e un corso di aggiornamento per prof neoassunti, è stata realizzata una piccola guida per genitori, scaricabile qui, sull’uso e i rischi delle nuove tecnologie per i minori. La ricerca mostra che i telefonino a quell’età arrivano soprattutto nelle mani di maschi, studenti, iscritti agli istituti tecnici e italiani. Diverso l’uso tra maschi e femmine: tra i primi sono più numerosi i casi di cyberbullismo prendendo di mira ragazze e in particolare le ex fidanzate o i compagni più deboli della classe. Le femmine si mostrano in webcam con atteggiamenti più disinibiti e fanno più amicizie attraverso i social network. Cellulare e Internet sono compagni inseparabili della loro vita: il 40% degli studenti non spegne mai il telefonino e il 29,5% lo cambia quando non è più di moda. Oltre agli sms, lo usano per fare foto (64,2%) e telefonare (63,6%) e spendono in media 20 euro al mese. Per le bollette si va dai 60 ai 70 euro per qualche sedicenne che ha spiegato di aver ricevuto una paghetta più sostanziosa dai genitori e di averla spesa così. Il 99% degli intervistati usa la rete, il 47% ha il collegamento nella propria stanza e il 94% naviga da solo. Spesso ricevono inviti da parte di sconosciuti che chiedono il numero di telefono, una foto o un incontro diretto e accettano dal 15 al 38% di loro. Anche qui non mancano insulti, foto osè e minacce. Il 36% del campione non chiama questo bullismo elettronico (‘Ho solo girato una foto che mi avevano mandatò oppure “Stavo scherzandò”, sono le giustificazioni più frequenti) e il 24% ne è stato vittima. L’11,5% degli episodi è avvenuto a scuola, il 66% fuori. Secondo i figli, in genere i genitori non sanno come loro usano il web o il cellulare (rispettivamente 36,2% e 62%), si lamentano che ci passino troppo tempo e ne controllano l’uso nel 10,5% dei casi per Internet e nel 15% per quanto riguarda il cellulare. Risulta quindi che essere connessi con gli altri sia la cosa più importante.
Come, per fare cosa e quale complessità questo comporti nelle conseguenza lo si impara sul momento. La società del futuro avrà sempre più queste caratteristiche.
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