“NOI SIAMO LA REALTA’. VOI SIETE LA FICTION” (Cetto Laqualunque)


Quando si parla della realtà è fondamentale parlare del potere, di come si esprime sui territori e di come si esercita.

Lo è sempre stato e lo è tuttora. Fino ad adesso chi ha avuto il potere in questa città non ha dato l’attenzione che meritava a fenomeni esplosivi e di potere come quelli della criminalità organizzata.

Il fatturato annuo delle mafie italiane, valutato da organismi diversi (Banca d’Italia, l’Istat, il Censis) si aggira all’incirca sui 170-180 miliardi di euro. E’ uguale alla sommatoria dei Pil di Estonia (25 mld), Romania (97 mld), Slovenia (30 mld) e Croazia (34 mld).
Un rapporto del Censis realizzato per la Commissione Parlamentare Antimafia rileva la presenza mafiosa certa in 610 comuni con una popolazione di 13 milioni di abitanti. E’ il 22% della popolazione italiana e al 77% della popolazione dei comuni presi in considerazione. A questo 22% corrispondono il 14,6% del Pil nazionale, il 12,4% dei depositi bancari ed il 7,8% degli impieghi.

Il Procuratore capo di Modena Vito Zincani ha detto di recente “Se per magia eliminassi la criminalità organizzata a Modena, i modenesi mi caccerebbero per il disastro finanziario”. Il Presidente della camera di Commercio di Reggio Emilia Enrico Bini ha dichiarato che la criminalità organizzata è il primo problema da fronteggiare nella sua città “Lavori in nero, operai sottopagati, assicurazione, usura, intimidazioni. Ecco il cancro che dobbiamo fronteggiare. La criminalità organizzata è ora il fenomeno che si sta estendendo a tutto il territorio provinciale”

Ora è inimmaginabile che una potenza economica dilagante di questo portata escluda Bologna, cambi strada quando entra nella città di Bologna. Tutto questo è ridicolo se non puerile!

Elenco solo per dovere di cronaca, perché le si può trovare in lungo e largo, le prime 10 forme che mi vengono in mente con le quali si è manifestata la criminalità organizzata negli ultimi anni solo nella città di Bologna, eletta a luogo di investimento e di rifugio (non parliamo della provincia)

  1. Il progetto di ristrutturazione del parco urbano di Bologna a metà degli anni ’90 è stato firmato dal Consorzio Cooperativo Costruttori e dalla ICLA di Napoli, società controllata dai clan Alfieri e Nuvoletta
  2. La Pinacoteca delle Belle Arti di Bologna è stata ristrutturata egli anni ’90 sempre dalla ICLA di Napoli
  3. Nel 2002 la società Enea di proprietà del cassiere del clan Nuvoletta, Pietro Nucera, ha vinto un appalto per 6 milioni di euro per la ristrutturazione delle case popolari di Bologna, Reggio Emilia e Modena.
  4. Un ex killer della ‘ndrangheta, accusato di corruzione ed estorsione, era il proprietario e l’amministratore di fatto della Doro Group, società che dal 2004 al 2007 ha gestito l’handling, i servizi di terra dell’aeroporto Marconi di Bologna.
  5. La Proter del gruppo Costanzo, uno dei cavalieri dell’apocalisse (colpevoli di concorso in associazione per delinquere semplice e di tipo mafioso ) vince l’appalto per la fornitura e il montaggio di strutture metalliche dell’aeroporto di Bologna. Aveva ceduto dopo pressioni politiche l’appalto per la costruzione dell’aeroporto alla società Grasselli di Salvatore Ligresti.
  6. Giovanni Costa, condannato per riciclaggio dei soldi provenienti dalle attività di Cosa nostra era stato arrestato nel crack Urafin, la finanziaria collegata all’ ex presidente del Bologna calcio Tommaso Fabbretti. Vive da molti anni a Bologna.
  7. Gabriele Guerra, pregiudicato di Cervia in semi-libertà, ucciso con 15 colpi di mitraglietta Scorpion ad opera di killer della ‘ndragheta, a sera mentre si apprestava a rientrare in carcere (2008) . Nell’indagine emerge la presenza di bische clandestine controllate dalla ‘ndrangheta nella città di Bologna.
  8. Uno dei capi della cosca Bellocco, il figlio e un uomo vicino alla cosca dei Mancuso sono i tre presunti affiliati alla ‘ndrangheta arrestati dalla squadra mobile di Bologna. Intervenivano sulle attività del mercato ortofrutticolo di Bologna.
  9. Vincenzo Barbieri, arrestato per traffico internazionale di stupefacenti. Viveva a Bologna, è uomo di ‘ndrangheta.
  10. Uomo del clan “Di Cosola” arrestato a Bologna nel 2010.                                                                                                                                                                                                                                                           E per ultimo vorrei ricordare anche se si tratta della provincia il caso emblematico dell’arresto a Sant’Agata Bolognese nel 2009 in cui il parente “di un affiliato al clan dei Casalesi“, viene arrestato dai Carbinieri per lesioni personali aggravate, minacce, violenza e resistenza per aver colpito più volte, con estrema violenza, un uomo senegalese senza alcun motivo, all’interno di un bar . I parenti per difendere l’uomo arrestato hanno assaltato in gruppo il commissariato dei carabinieri.E per rispondere con le parole di un imprenditore onesto come Gaetano Saffioti posso dire che “ non c’è peggior cieco di chi non vuol vedere e peggior sordo di chi non vuol sentire!”
3commenti
  1. Valerio Giuliano

    19 novembre 2010 at 18:48

    in merito al punto 4 l’ex killer della ‘ndrangheta che gestiva la società Doro group, che a sua volta assicurava i servizi di terra all’aeroporto G. Marconi di Bologna ha potuto tranquillamente gestire i suoi affari dal 2004 al 2008 (epoca del suo arresto,), malgrado la procura della Repubblica di Bologna, nelle persone del procuratore De Nicola, Persico, l’aggiunto Piro e il sostituto Cieri, nonchè le sezioni di polizia giudiziaria della guardia di finanza, già sapessero, dall’anno 2005 in quanto formalmente informate, che un collaboratore di giustizia (un bandito) aveva l’appalto in questione. (Vi sono prove documentali agli atti del processo istruito dal p.m. Gustapane e dalla stessa gurdia di finanza ma costoro (gdf e Cieri sost. proc.)nulla hanno fatto fino al 2008. Udienza preliminare fissata al 24.11.2010 x chi fosse interessato alla vicenda

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  2. Francesco Sacchetti

    20 novembre 2010 at 22:02

    Infatti le affermazioni sull’assenza di un pericolosita della criminalità organizzatta a Bologna fa proprio ridere.
    Riporto un articolo di oggi del Corriere di Bologna

    Ndrangheta, preso a Bologna
    il boss di Rossano Calabro
    L’uomo è ricercato dal 2007 per associazione a delinquere di tipo mafioso e omicidi. Grasso: «Un altro successo»
    Nicola Acri

    Nicola Acri

    Arrestato il capo della ‘ndrina calabrese di Rossano Calabro, Nicola Acri: l’uomo, 31 anni, ricercato dal 2007 per associazione per delinquere di tipo mafioso, omicidi e altro, è stato bloccato alle 16,15 a Bologna dai carabinieri. Il fuggitivo, che doveva scontare l’ergastolo, è stata catturato – scrivono i militari in una nota – «insieme a due fiancheggiatori che ne coprivano la latitanza».

    Dell’arresto ha parlato anche il procuratore nazionale antimafia, Piero Grasso, ospite del 14/o vertice antimafia organizzato dalla Fondazione Antonino Caponetto a Villa Montalvo di Campi Bisenzio (Firenze): «Poco fa mi è stato comunicato un altro successo. È stato arrestato un latitante condannato all’ergastolo che sfuggiva da diversi anni alla cattura: Nicola Acri. I carabinieri del Ros lo seguivano da tempo e adesso lo hanno catturato». La notizia è stata accolta da un lungo applauso della platea riunita nella sala.

    Nicola Acri è considerato «un elemento molto pericoloso» dagli investigatori. Era sfuggito all’arresto anche nel maggio scorso quando fu emessa un’ordinanza nei confronti suoi e di altre sette persone per tre omicidi commessi nel corso della guerra di mafia a Cosenza, uno dei quali compiuti con particolare efferatezza. Una vittima, Primiano Chiarello, ucciso nel giugno del 1999 a Cassano allo Jonio, fu portato da alcuni conoscenti in una stalla dove i sicari gli spararono numerosi colpi con una mitraglietta Skorpion. Poi il suo corpo fu fatto a pezzi e sciolto nella calce. Gli altri due delitti per i quali era ricercato sono quelli dei boss della ’ndrangheta cosentina Antonio Sena e Francesco Bruni, detto «bella bella7, uccisi, rispettivamente, il 12 maggio del 2000 e il 29 luglio del 1999.

    20 novembre 2010

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  3. Cristoforo

    20 novembre 2010 at 23:06

    Mi pare che le indicazioni degli amici lettori siano di straordinaria importanza .
    Eloquente la conclusione di Valerio, anzi se mi permettete, MOSTRUOSA . Fa rabbrividire questo retroscena NASCOSTO E IMBARAZZANTE della vicenda DORO GROUP che vede la luce nelle cronache giudiziarie ,a questo punto, solo ed esclusivamente a seguito di una mera protesta sindacale.
    Ma allora, qualcuno sapeva che DORO GROUP era gestita da un malavitoso ? Dal 2005 ?Le ISTITUZIONI sapevano dunque ? Riflettiamo ……

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