UNILAND – STORIA DI CACCIATORI DI TERRENI + NEWS


Si parla di stelle cadenti per la nota società UNILEND. Una multa di ben 1 milione di Euro è la sanzione complessiva che la Consob ha inflitto ad Alberto Mezzini – principale azionista della società, – ad Alessandro Rapalli e a Claudio Morsenchio, che di Uniland è il CFO. Uniland holding che agisce nei territori Emiliani.

UNILAND non è nuova a finire sotto il mirino dell’autorità di Vigilanza e di Borsa Italiana.

Teleborsa – Roma, 9 nov 2010 – UniLand SpA annunciava che era stata accettata una offerta di acquisto avente ad oggetto la vendita di un terreno edificabile, localizzato a San Lazzaro di Savena, di 4.300 mq al prezzo complessivo di € 2,600 milioni; il closing era previsto entro il 31/12/2009. Lo si leggeva in una nota.

L’immobile promesso in vendita era parte di un ampio terreno di proprietà della società Caselle Immobiliare Srl, interamente controllata dal gruppo Uni Land attraverso la società House Building SpA (per gli affezionati segnaliamo che nel CDA anche Adriano Turrini Presidente Coop Costruzioni).

Il terreno era stato conferito dalla Cemlux S.A. nel 2006; il bene risulta iscritto nel bilancio di UniLand ad un valore netto (al netto della fiscalità differita per quanto previsto dai principi contabili IAS) di € 307 al mq.
La vendita di due mesi fa è avvenuta invece ad un prezzo pari ad € 605 per mq, consentendo così alla società venditrice di realizzare un margine lordo positivo pari al 97% (corrispondente a circa € 1,280 milioni).
Il terreno è parte di una lottizzazione di circa 147.000 mq, inserita nel PSC ed oggetto di definitiva approvazione il 7 aprile 2009 da parte della pubblica amministrazione, che ha assegnato un indice pari allo 0,25 mq/mq di superficie utile, a cui si aggiungono le superfici accessorie nella misura massima del 70%, e così per complessivi 62.742 mq. Detto terreno è stato classificato come “Polo Funzionale” ai sensi dell’art. 9.4 delle norme del PTCP, ossia, per la sua collocazione strategica, è stato riconosciuto dalla Provincia come “ambito specializzato per attività produttive di rilievo sovracomunale”.
Tale qualifica, oltre a valorizzare il terreno, consente l’attuazione dei comparti non più mediante la procedura urbanistica usuale (Poc-Rue, ovvero Piano Particolareggiato- Progetto Esecutivo) bensì semplicemente sottoscrivendo un Accordo Territoriale, ai sensi degli artt. 15 o 18 della L.R. 20/2000, riducendo così notevolmente i tempi necessari all’ottenimento dei permessi a costruire.
Sul bene promesso in vendita non grava alcun debito dal momento che la politica prudenziale di gestione del gruppo ha da sempre preferito non utilizzare la leva finanziaria su operazioni a sviluppo i cui tempi non sono certi ma soltanto stimabili.
Alla data del Documento di Offerta, UniLand è capogruppo di un gruppo di società facenti capo a Cem S.p.A. (Caselle Immobiliare S.r.l., Frassino S.r.l., Este Real Estate S.r.l., Immobiliare Futa S.r.l., Teletecnoweb S.r.l., Unica Immobiliare S.r.l.) ed operative nel settore dello sviluppo immobiliare; inoltre UniLand controlla direttamente due società di diritto lussemburghese di nuova costituzione (Uni Land Luxembourg S.A. e Uni Land Development S.A.). La Società svolge attività di direzione e coordinamento del gruppo, ai sensi dell’articolo 2497bis c.c..
Essendo la Società una società holding di partecipazioni, le attività di sviluppo immobiliare e quelle connesse di carattere commerciale sono svolte dalle società del Gruppo facenti capo a Cem S.p.A.
I ricavi desunti da tale operazione appaiono assolutamente indicativi .
Vogliamo ricordare come il terreno oggetto di compravendita sia stato classificato come “Polo Funzionale” ai sensi dell’art. 9.4 delle norme del PTCP, ossia, per la sua collocazione strategica, è stato riconosciuto dalla Provincia di Bologna come “ambito specializzato per attività produttive di rilievo sovracomunale”.

Questa qualifica, oltre a valorizzare il terreno, consente l’attuazione dei comparti non più mediante la procedura urbanistica usuale (Poc-Rue, ovvero Piano Particolareggiato- Progetto Esecutivo) bensì semplicemente sottoscrivendo un Accordo Territoriale, ai sensi degli artt. 15 o 18 della L.R. 20/2000, riducendo così notevolmente i tempi necessari all’ottenimento dei permessi a costruire.
Insomma un affare di proporzioni immani se si considerano i tempi dell’operazione dall’acquisto dei terreni da parte di Cemlux e il ruolo della P.A.che il 7 aprile 2009 approva il piano di lottizzazione .
Lo ricordiamo ancora: Il terreno è parte di una lottizzazione di circa 147.000 mq, inserita nel PSC ed oggetto di definitiva approvazione il 7 aprile 2009 da parte della pubblica amministrazione, che ha assegnato un indice pari allo 0,25 mq/mq di superficie utile, a cui si aggiungono le superfici accessorie nella misura massima del 70%, e così per complessivi 62.742 mq.
Nelle note di presentazione del gruppo si legge: la storia dell’attività immobiliare del Gruppo è incentrata sul Land Banking, intesa come individuazione delle opportunità di investimento nei diversi settori del mercato immobiliare, nell’acquisizione di beni immobili (prevalentemente di terreni agricoli o con basso grado di edificabilità) e nella successiva alienazione degli stessi beni una volta valorizzati dal punto di vista urbanistico (ed eventualmente implementati dal punto di vista strutturale).
Nel corso del 2007 il Gruppo ha proseguito la sua strada maestra, iniziando un piano industriale organico che ha visto la diversificazione del proprio business caratteristico e la realizzazione di separate “business units”, insieme con una più vasta presenza geografica:
• Edilizia residenziale: il rafforzamento dell’attività di costruzione, con l’acquisizione di House Building ed il conferimento nella nuova sub-holding di tutte le attività (terreni e cantieri) destinate al residenziale,
• Edilizia commerciale: la definizione urbanistica di tutti i terreni a destinazione commerciale e la partenza dei primi cantieri di immobili commerciali “retail”,
• Fondi immobiliari: la nascita del fondo immobiliare “Real Blu Fund”, fondo di cui la Uni Land SpA è l’unico sottoscrittore, a cui si è ceduto un terreno commerciale di Ravenna ,
• Franchising Immobiliare: la creazione della sub-holding UniRE, che coordina lo sviluppo della rete

Meditate gente. Perché quello che deve accadere accade.

Infatti è accaduto stamattina  3 Febbraio

Tre persone ai domiciliari e ventidue indagati nella maxioperazione delle Fiamme gialle su UniLand e House building, quotate in Borsa, dietro alle quali si nascondeva però un impero di carta, eretto da Alberto Mezzini, patron di UNILAND. Fra i ventidue iscritti nel registro degli indagati ci sono anche amministratori del mondo delle cooperative bolognesi (che sedevano nel cda di UniLand), periti del Tribunale di Bologna, commercialisti e anche Paolo Lelli, direttore generale della commissariata Ber Banca, accusato di gestione infedele di patrimoni.

Sono indagati, per esempio, Adriano Turrini, presidente di Coop costruzioni, e Paolo Bedeschi, fondatore di Coop Reno. Entrambi sono accusati di false comunicazioni sociali. Nel Cda -e sott’accusa- anche la moglie di Mezzini, Isabella Tonini, Enrico Montanari (ex dirigente bancario) e il presidente del Cda Riccardo Ascari (che in passato ha seguito, come tributarista, la Coop Reno).

6commenti
  1. Cristoforo

    3 febbraio 2011 at 07:10

    Spiace che proprio oggi che il Sig. Mezzini è tratto in arresto per le attività di UNILAND e House Building non si abbiano piu’ notizie del “polemico” dr. Turrini . Turrini ritorni la prego ……torni a spiegarci …..e ci spieghi cosa accadeva a San lazzaro di Savena …
    ANSA) – BOLOGNA, 2 FEB – Il patron di Uni Land, societa’ bolognese di land banking quotata in Borsa, e’ stato arrestato insieme a due stretti collaboratori dalla Guardia di Finanza.
    Secondo la Procura, dietro l’impero costruito in quasi dieci anni, infatti, ci sarebbe un castello di scatole cinesi, perizie false e manipolazioni del mercato. Alberto Mezzini, Claudio Monserchio e Maurizio Zuffa sono accusati di insider trading, aggiotaggio e falso in bilancio. Ci sono anche ventidue indagati, mentre azioni di Uni Land e della controllata House Building sono state sequestrate per 109 milioni. (ANSA).

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  2. ADRIANO

    3 febbraio 2011 at 19:14

    Caro Cristoforo, sono qua. Come potrà comprendere anche lei, non commento perchè ho la fortuna di essere fra i 22 indagati. Sono tranquillo e so di non aver commesso alcun reato ma, su questo, ormai deve decider qualcun altro……..

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  3. ADRIANO

    3 febbraio 2011 at 19:16

    Sono certo di un’altra cosa: “coglione ma non disonesto”………

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  4. Cristoforo

    3 febbraio 2011 at 21:03

    So che è una persona perbene e le auguro di poter chiarire la sua posizione molto presto. Non c’è ironia nelle mie parole , mi creda .
    So anche che ha la dignità di mostrare il volto e di non nascondersi . Questo le fa onore e le garantisce la mia stima .
    Per me , ma serve a poco , questo vale piu’ di tutto .
    Un abbraccio e stia con noi.

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  5. Cristoforo

    4 febbraio 2011 at 13:38

    Il Corsera odierno scrive : “Tra i “beni gonfiati” di Uniland figura un terreno a San Lazzaro comprato a 6 milioni di euro e stimato a 34 milioni ma valutato dai consulenti del Pm solo 12 .
    L’inghippo , scrive la stampa , starebbe nella “ottimistica” dichiarazione di edificabilità attribuita prima della relativa VARIANTE . Pare che Mezzini avesse intuito prima quello che una variante avrebbe sancito soltanto dopo ma si sa a San Lazzaro puo’ accadere ….. e lo diciamo da anni .
    Intanto gira voce che l’Assessore all’Urbanistica di quel Comune sia irrintracciabile da oltre un mese . Dov’è ?
    Chiamate la Sciarelli .

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  6. Massimo

    7 febbraio 2011 at 15:10

    Un interessante servizio di Maria Latella pubblicato sul Corriere nel 1993
    TITOLO: Quelli delle Coop: da missionari a manager col cellulare HOLDING ROSSE BOLOGNA .
    Quelli delle cooperative. Negli anni Settanta, al bar dell’ Intercontinental, a Mosca, si facevano, come si dice, riconoscere: sempre in piccoli branchi, muniti di borsello, giacca a quadri e cravatta strozzacarotide. Dieci anni dopo, Intercontinental addio: altri bar, altri alberghi. Piu’ a Roma che a Mosca. Difficile riconoscerli, i nuovi manager della Lega delle cooperative, negli Ottanta appena trascorsi: abito grigio, cellulare in una mano, “Sole 24 ore” nell’ altra. Dal borsello al radiotelefono, l’ evoluzione della specie o, secondo i punti di vista, l’ involuzione di un modo di lavorare, partito con le sempiterne parole d’ ordine, lavoro, solidarieta’ , onesta’ , e approdato agli equilibrismi dell’ alta finanza. “Giocatori di monopoli”, li definisce Stefano Zan, docente di organizzazione del sistema politico a Bologna, autore di “La cooperazione in Italia”, editore De Donato. Vincenzo Martino, bolognese, direttore di una delle cooperative piu’ antiche, la Coop Costruzioni, pratico di asfalto e di bitumi da quando aveva 10 anni (ora ne ha quasi settanta), lo dice con parole sue: “Con le Coop non mi sono arricchito. Avrei potuto farlo se avessi trascurato la mia missione. Le cooperative non sono uguali alle altre imprese. Sono diventate macchine per fare soldi? C’ e’ gente che e’ entrata per questo e gente che crede ancora in quello che convinceva noi. Ai giovani dirigenti dico: dovete essere un poco missionari. Lavorare per il lavoro. E per la gente”. La Lega in tre fasi . Stefano Zan: “Cominciamo dall’ ultima, quella della trasformazione. Certamente c’ e’ stato un gruppo di dirigenti che giocavano a fare i manager con i soldi degli altri… La cricca yuppie finanziaria delle strutture di secondo grado, le finanziarie che sfuggivano, spesso, al controllo dei soci. Pero’ io non considero corruzione il muoversi per avere una parte del lavoro, soprattutto se gli altri sono corrotti”. Altra gente, quella degli anni Sessanta Settanta. Figure storiche, vecchi partigiani, esponenti delle lotte operaie e contadine. Gente che viene da esperienze forti, con grandi motivazioni ideali. “In quel periodo i dirigenti erano al massimo ragionieri” osserva Zan. La svolta comincia negli anni Settanta. Da un lato la crescita delle Coop impone un allargamento dei vertici aziendali, dall’ altro un posto in cooperativa e’ ricercato: si fa carriera in fretta, si diventa dirigenti molto giovani. Arrivano i laureati. Da dove? Dal partito, come prima. Pci, prima di tutto, Psi e Pri in misura piu’ marginale. Si fa anche un tentativo di inserire manager esterni: alla Cmc di Ravenna, per esempio, ci provano con un gruppo di olivettiani, giovani formati alla scuola di Ivrea. Non funziona: la cultura cooperativa e’ impermeabile. I neo arrivati hanno fatto politica, ma in modo piu’ soft: gradualmente la Lega diventa sempre meno associazione di massa e sempre piu’ sindacato d’ impresa. Come dice Zan, “si definisce la centralita’ dell’ impresa rispetto a quella dei soci”. E’ la nascita della holding rossa. Il Pci? “Da un lato l’ autonomia cresce: se prima il segretario del Pci poteva convocare il segretario della Lega (e quello accorreva), adesso nessuno dei due si sogna ne’ di convocare ne’ tantomeno di accorrere”. Eppure il “debito”, il legame, resta. Stefano Zan se lo spiega cosi’ : “Ci sono coop con cento soci e tutti i cento soci sono iscritti al partito. Perche’ sono credenti: si considerano dalla stessa parte”. Codice etico . “Ce lo stiamo dando anche noi” dice Pier Luigi Stefanini, presidente della Lega delle cooperative di Bologna, alludendo alle analoghe iniziative gia’ assunte dalla Fiat e dalla Confindustria. Stefanini ha 39 anni, e’ stato operaio, poi nel Pci. “L’ idea di un codice etico e’ nata qui, a Bologna, ma ora diventera’ un’ iniziativa nazionale. Vogliamo rendere piu’ trasparente il ruolo sociale delle Coop, rielaborare i valori storici”. Anche la Lega caccera’ via chi cede alle tangenti? Risposta: “Accanto al solito bilancio economico avremo anche un “bilancio di responsabilita’ sociale”. Di che si tratta? Sembra di capire che si trattera’ di un bilancio del dare (piu’ che dell’ avere), un ritorno alle origini come piacerebbe ai vecchi leoni settantenni della Lega. Anziani Coop . Vincenzo Martino: “Da 46 anni sono qui, alla Coop Costruzioni. La tessera del Pci l’ ho presa sotto il fascismo: ci dissero che dovevamo farlo per la giustizia, ma se avessi saputo che si finiva con Stalin e Ceausescu… Mi e’ sempre piaciuto lottare per gli uomini. Anche per i ricchi, che vuol dire: purche’ onesti. Comunista io? Io non sono piu’ niente. Pollini a San Vittore? Guardi, io mia moglie la conoscevo da ragazzo. Siamo stati sposati 25 anni, eppure ci siamo divisi. Cosa vuole che le dica: credo nell’ onesta’ di tutti, col beneficio d’ inventario”. Maria Latella

    Latella Maria

    Pagina 2
    (14 maggio 1993) – Corriere della Sera

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