CONDANNATI COMPONENTI CLAN CASALESI MODENA


Risultavano come piccoli costruttori, nulla facenti o lavoratori occasionali. Ma taglieggiavano commercianti e imprenditori corregionali che da anni vivevano nel Modenese, picchiati selvaggiamente se si rifiutavano di pagare o se in ritardo. Con rito abbreviato il Giudice per l’Udienza preliminare di Bologna Bruno Perla ha condannato esponenti del Clan dei Casalesi operanti a Modena e che agivano da tempo indisturbati. Alfonso Perrone detto ‘O’ Pazzo’ è stato condannato a 7 anni e 10 mesi ma è stato assolto relativamente a due estorsioni che gli erano state contestate. Sigismondo Di Puorto, è stato invece condannato a 7 anni e 2 mesi. Ci sono anche altre pene minori: 3 anni e 2 mesi a Salvatore Buonincontri, 2 anni e 10 mesi a Andrea Doglia, pene con la sospensione condizionale ad altri tre imputati. In totale le condanne ammontano a complessivi 25 anni.

L’inchiesta, partita nel 2006 a Firenze, si era spostata in Emilia a cura del Gico di Bologna e della squadra mobile di Modena. Uno dei ‘boss’, che risultava privo di reddito, fu fermato nell’agosto 2009 alla guida di una Ferrari 430 noleggiata versando 18 mila euro come deposito cauzionale. Ma non solo lui era abituale di discoteche e night del Modenese in cui il clan metteva in mostra la propria potenza ordinando abitualmente champagne in serate di gala. L’operazione era esplosa nel Marzo 2010 con perquisizioni tra Mantova, Modena, Caserta, Napoli e nel Bolognese. Molte ordinanze di custodia cautelare vennero eseguite nella provincia di Modena tra Mirandola, Bomporto, Bastiglia, San Prospero, Campogalliano, Formigine, Modena e Nonantola. Sequestrati 35 immobili, 23 tra auto e motocicli e partecipazioni in cinque società edili. Gli affiliati sono ritenuti vicini a Francesco Schiavone detto “Sandokan” e Michele Zagaria. L’opera di intercettazione, riprese e dichiarazioni delle vittime delinearono il quadro preciso. Nove le vittime accertate dagli inquirenti. Si trattava di ristoratori, piccoli imprenditori edili o titolari di locali notturni ai quali veniva chiesto il “pizzo”, con versamenti che variavano da 3 mila a 30 mila euro. Ma se le richieste non venivano soddisfatte erano botte: nei casi più gravi le vittime avevano riportato prognosi per oltre 40 giorni.  In altri casi chiedevano favori come l’assunzione, come nel caso di un ristorante del Modenese, delle proprie “consorti”. Il quartier generale era in un garage a Nonantola (Modena) dove gli affiliati si incontravano per decidere degli affari. Tre imprenditori non collaborativi erano stato pestati per essersi rifiutati di piegarsi alla volontà dei “masti” campani. Come picchiatore sarebbe stato ingaggiato un cittadino albanese. Nella sua ultima relazione la Direzione nazionale Antimafia continua a scrivere note di allarme che mostrano la complessità della presenza dei clan sul territorio modenese: «La presenza dei Casalesi è ormai datata e risale ad alcuni decenni, in particolare nella provincia di Modena la Camorra ha saputo adattarsi bene alla diversa realtà socio-economica dell’Emilia-Romagna, poco avvezza all’omertà e alla connivenza».

4commenti
  1. Cristina

    18 marzo 2011 at 20:06

    Sarebbe ncessario essere più precisi : indicare chi sono i commercianti e gli imprenditori estorti e picchiati , se e dove avevano sporto denuncia. L’esito delle denuncie . L’andamento e la correttezza delle indagini compiute sul territorio e più in generale. Chi sono i proprietari delle discoteche dove il clan “metteva in mostra la propria potenza “? Quali sono e dove si trovano i 35 immobili sequesrtati?
    La completezza dell’informazione è parte integrante di una seria informazione.

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  2. admin

    18 marzo 2011 at 22:46

    Ci piacerebbe ma sono tutte informazioni non rese pubbliche. L’indagine ha altri capitoli. Credo che gli imprenditori in questione siano oltremodo in difficoltà. La camorra a Modena non finisce con questa operazione. La notizia però non è riportata praticamente da nessun organo di stampa dei grandi media. Già queste informazione sono grasso che cola. Se ne arrivassero altre ve lo faremo sapere.
    Grazie

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  3. alla

    28 dicembre 2011 at 11:48

    perche non si pensa anche a quelli che si stanno lamentando che sono maltratati di casalesi?a proprietari del night per esempio,che stanno aproffitando delle ragazze straniere,che fanno contratto di lavoro solo a chiamata,mentre loro stanno lavorando sempre…….casalesi hanno rubato da loro,quello che loro stanno rubando dal stato italiano…..quelle a sbagliato di piu??????’

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  4. alla

    28 dicembre 2011 at 11:50

    la legge e uguale per tutti?o pure non?io non dico che casalasi fanno bene…..noooooo……pero questi bastardi che fanno soldi sulle spale di ragazze straniere……fanno bene?????cosa fa la lege???”

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