Bologna, ‘ndrangheta e colletti bianchi


Nerio Marchesini*, 56enne e noto attivista del PD di San Giovanni in Persiceto, è accusato dalla DDA di Bologna di essere il commercialista del clan Mancuso. Dopo i sequestri nella provincia di Bologna di una villa, un hotel di lusso ed i un immobiliare adesso questa rivelazione. Secondo l’accusa si sarebbe occupato lui delle compravendite del clan. Operava insieme ad un avvocato bolognese, un geometra che curava gli aspetti amministrativi dei cantieri e un medico. Marchesini e l’avvocato avevano gestito l’acquisto del King Rose, l’hotel  sequestrato a Granarolo, in provincia di Bologna e che dopo l’omicidio del narcotrafficante mondiale Vincenzo Barbieri, operativo in città, stavano cercando di rivendere. Nerio Marchesini è un personaggio noto a San Matteo della Decima, frazione di San Giovanni in Persiceto. Suo padre era una colonna portante del Pci locale. Tutti nel partito sperano non sia vero anche se le prove sembrano schiaccianti.

Quando figure così in vista in un partito diventano operativi della criminalità organizzata vuol dire che il fenomeno non è limitato. C’è una parte di economia locale insana che fa affari con la criminalità organizzata. Ma nelle connivenze e partenariato con la criminalità c’è qualcosa di più. La fragilità e il disinteresse con cui le istituzioni affrontano il fenomeno sono un sintomo di questa profondità e che dimostra quanto la nostra provincia ne sia innervata. La criminalità organizzata non si infiltra ma vive da tempo nel nostro territorio.

Intanto l’esponente del PD è stato sospeso dal partito.

Riascoltiamo l’intervista a Ivan Ciccone, uno dei massimi esperti di appalti in Italia, che ci spiega perché il fenomeno ha assunto queste dimensioni. Intervista a Ivan Cicconi Aprile 2011vf

Aggiornamento luglio 2014 – La posizioni del Marchesini è stata successivamente archiviata dal Giudice per le Indagini Preliminari. Le motivazioni ci vengono segnalate dal legale di Marchesini che ce ne trascrive le parole in riferimento al suo assistito ed ad altri coinvolti che “sono gravati esclusivamente dagli esiti delle intercettazioni telefoniche che, tuttavia, non consentono di ritenere con la necessaria certezza la loro consapevole volontà di concorrere nel fatto di intestazione fittizia e, soprattutto, di conoscere la reale qualità di […]” e ancora “gli esiti delle intercettazioni telefoniche non appaiono sufficienti a dimostrare, con adeguato margine di sicurezza, che gli indagati fossero a conoscenza della fittizietà delle intestazioni e, in ogni caso, delle qualità soggettive dei reali beneficiari”.

*Nerio Marchesini ha dichiarato di essere ragioniere e non commercialista.

Riceviamo e pubblichiamo la lettera ricevuto a fine aprile 2014 dell’avvocato del ragionier Marchesini

Gent.mo Dott. Amorosi,

formulo la presente a nome e per conto del signor Nerio Marchesini, Ragioniere e Tributarista con studio in San Lazzaro di Savena (BO), Via Ca’ Ricchi n. 33, elettivamente domiciliato presso il mio studio, al fine di segnalare una spiacevole – a Lei nota – vicenda che ha visto ingiustamente coinvolto il mio assistito. Mi riferisco alla vicenda che ha formato oggetto di indagini da parte della DDA di Bologna a partire dall’anno 2011 e che ha visto coinvolti, fra gli altri, svariati professionisti del territorio blognese, tra i quali il mio cliente.

In relazione a quest’ultimo, in data 12 aprile 2011, sul Suo blog – Il blog di Amorosi – veniva pubblicato un articolo dal contenuto gravemente diffamatorio. Al duplice scopo di individuare con precisione ciò cui mi riferisco ed agevolare la consultazione da parte Sua, indico di seguito l’indirizzo web al quale è reperibile il menzionato articolo: http://www.antonioamorosi.it/____test/2011/04/12/quando-il-commercialista-della-%E2%80%98ndrangheta-e%E2%80%99-un-attivista-del-pd-della-provincia-di-bologna/

M’è d’obbligo, al fine di tutelare l’onore ed il decoro (ingiustamente lesi) del mio assistito, mediante la formulazione di alcune contestazioni e precisazioni, cercare di ridimensionare i contenuti ed i fatti ivi idicati, per ricondurli alla loro reale importanza. Evidenzio, infatti, che con detto articolo si è sovradimensionato il coinvolgimento del Rag. Marchesini nella vicenda: l’articolo pubblicato identifica il mio assistito come il commercialista della ‘ndrangheta, riferisce che la stessa DDA avrebbe individuato nel mio cliente il commercialista del Clan Mancuso, e che a lui sarebbero attribuibili attività nelle compravendite immobiliari del clan con prove che vengono arditamente definite schiaccianti. Ebbene, il mio assistito, ragioniere e tributarista Marchesini Nerio (non commercialista) contrariamente a quanto asserito, è stato coinvolto nella vicenda in maniera del tutto marginale ed occasionale: alcuna prova schiacciante di reità o correità è mai emersa da alcuno degli atti procedimentali i quali, al contrario, dimostrano una sua totale estraneità ai fatti, estraneità che, secondo quanto indicato nella richiesta di archiviazione presentata dal P.M., oserei definire addirittura originaria. Detto assunto trova pieno riscontro nelle risultanze procedimentali, che hanno visto lo stralcio della posizione del mio cliente dal fascicolo del procedimento penale e nella successiva richiesta di archiviazione, accolta in prima istanza dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Bologna. Detta richiesta di archiviazione è stata avanzata non per ragioni procedurali, bensì per ragioni di merito, cioè per la totale mancanza di elementi che potessero ragionevolmente indurre ad attribuire al mio cliente un coinvolgimento nei fatti di reato per i quali si procedeva.

Per mera precisione rappresento, infatti, che il coinvolgimento del mio assistito è stato determinato unicamente dalla captazione di una conversazione telefonica che lo vedeva coinvolto: dall’intercettazione non emergeva un quadro indiziario che consentisse di attribuire responsabilità alcuna al ragioniere Marchesini e la Procura della Repubblica – oserei dire per atto dovuto – ha ritenuto di effettuare accertamenti che hanno confermato l’estraneità dello stesso rispetto a qualsivoglia fattispecie di reato, inducendo il P.M. a formulare la successiva richiesta di archiviazione. Detta richiesta si fonda sull’insufficienza di elementi, già nelle intercettazioni, che consentissero di attribuire un ruolo attivo al mio cliente nei fatti di cui al procedimento penale. Quanto dedotto con l’articolo pubblicato sul Suo blog appare, pertanto, alla luce di tutti i su menzionati elementi, gravemente diffamatorio e lesivo della reputazione del mio cliente, sia dal punto di vista umano che professionale. Lo stravolgimento, la mistificazione, l’esagerazione nella ricostruzione di un fatto, costituiscono totale distorsione del diritto di cronaca, ancor più deprecabile e biasimevole se strumentalizzata al raggiungimento di fini che esulano dal diritto all’informazione. Sono, pertanto, con la presente, a richiedere l’immediata rimozione della pagina web sopra indicata in quanto i fatti ivi riportati, oltre a non rispondere al vero, sono gravemente lesivi della reputazione e dell’onorabilità del mio cliente, oltre che del corretto diritto all’informazione. In difetto, mi vedrò costretta a procedere alla tutela del mio assistito in ogni competente sede.

A completa disposizione per i chiarimenti che si ritenessero necessari, porgo distinti saluti.

Avv. Elena Gurioli

———————————–

Con l’articolo ci siamo limitati a dare una notizia e a pubblicare i particolari dell’inchiesta così come resi noti dalla DDA di Bologna. Sul caso e i soggetti coinvolti è intervenuto provvedimento di archiviazione (come sopra indicato)

14commenti
  1. Cristoforo

    12 aprile 2011 at 13:06

    Bersani , Merola dove siete ?

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  2. cristina

    12 aprile 2011 at 13:38

    Dopo aver fatto il nome di Nerio Marchesini, bisogna fare anche quello dell’avvocato ,del medico e del geometra : forse potremo vedere che la “simbiosi mutualistica ” con gli ordini professionali,con l’amministrazione e con la pseudo imprenditoria collusa si distribuiscono in tutto lo spettro delle forze politiche. E i giornalisti asserviti e subdoli non hanno forse anche loro delle gravissime responsabilità ? Caro,Antonio per essere credibili quanto si attaccano i grumi delinquenziali presenti nel territorio, bisogna essere imparziali, se no il sospetto di strumentalizzazione è sempre lecito.

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  3. admin

    12 aprile 2011 at 13:43

    Cara Cristina devi sapere che è trapelato solo il nome di Marchesini.
    Anche perchè qui la mafia non esiste. Figuriamoci se esitono dei nomi.
    Averne uno è già un mezzo miracolo.
    Gli altri non sono ancora di mia conoscenza. Appena li avremo li pubblicheremo come sempre quando abbiamo prove e documenti. Non illazioni o sentito dire. Se avete documenti pubblici e pubblicabili con gli altri nomi metteteli on line.

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  4. Alberto

    12 aprile 2011 at 16:46

    Faccio parte della categoria dei Dottori Commercialisti e vorrei segnalare che Nerio Marchesini non risulta essere Dottore Commercialista
    Questo è il link al consiglio nazionale dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili, dove potete voi stessi fare la ricerca:
    http://oldsite.cndcec.it/PORTAL/home/ricercacommercialista/ricercacommercialista.jsp
    A me Nerio Marchesini non risulta essere presente in alcun Ordine di Italia
    Avete qualche informazione in più?

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  5. Cristina

    12 aprile 2011 at 20:39

    Quando avremo il piacere di leggere ,dopo Alberto,esponente della “categoria dei dottori commercialisti”, l’intervento di un esponente della “categoria degli avvocati”? Il problema posto dalla gravissima situazione in cui versano tutti gli ordini professionali (gli ordini feudali e corporativi sono tutti da abolire in una giurisdizione civile e in una società che voglia superare privilegi grotteschi,servilismi indegni e costi non giustificati dal livello di conoscenza fornito dalle possibilità tecniche disponibili oggi sul mercato)rende non solo irrilevante il fatto che Marchesini Nerio si spacciasse per commercialista senza esserlo , ma , probabilmente ,dimostra solo il basso livello di vigilanza con cui i “professionisti” operano.

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  6. Cristoforo

    13 aprile 2011 at 05:48

    DA LA GAZZETTA DEL SUD –

    É scattata alle prime luci dell’alba ed è proseguita per tutta la mattinata, l’operazione condotta dal pm della Dda di Bologna, Enrico Cieri, che si è avvalso del supporto investigativo della squadra Mobile di Bologna. Gli investigatori hanno dato esecuzione ad un provvedimento vergato dal gip distrettuale di Bologna, Alberto Gamberini, che ha parzialmente accolto quanto richiesto dal pm antimafia. Si tratta di un’attività investigativa che rappresenta di fatto una “costola” dell’operazione “Decollo”, una delle più imponenti inchieste contro il narcotraffico internazionale. Oltre 10 milioni di euro il valore complessivo dei beni mobili ed immobili sequestrato nel corso dell’operazione. Venticinque gli indagati, mentre un’ordinanza di custodia cautelare in carcere è stata notificata a Francesco Ventrici, 38 anni, di San Calogero, già colpito da misura restrittiva nell’ambito della recente operazione antimafia “Decollo ter” condotta dal pm della Dda di Catanzaro, Salvatore Curcio, e già coinvolto negli altri due tronconi della medesima operazione, scattata nel gennaio 2004.
    Fra le 25 persone indagate anche Marika Aiello, 27 anni, di Vibo Valentia, figlia di Carmelo Aiello, ex assessore comunale all’Urbanistica nella precedente giunta di centrosinistra. A carico di Marika Aiello, il pm Enrico Cieri ipotizza il reato di associazione a delinquere poichè «unitamente a Vincenzo Barbieri, Francesco Ventrici e Vicente Mari, promuovevano, organizzavano e dirigevano un’associazione a delinquere cui partecipavano tutti gli altri, finalizzata ad eludere le disposizioni di legge in materia di misure di prevenzione patrimoniale, attribuendo fittiziamente ad altri soggetti la titolarità di società, attività economiche, auto ed immobili».
    In particolare, ad avviso del pm distrettuale di Bologna, Marika Aiello sarebbe stata un «punto di riferimento del convivente Barbieri Vincenzo, fornendo un costante contributo per la pianificazione degli investimenti da fare, nonchè per la gestione delle attività economiche». L’abitazione della ragazza, che vive con i genitori, è stata perquisita dagli uomini della Mobile di Vibo, ma non è stato trovato nulla di compromettente. Nei confronti della ragazza, unitamente a Francesco Ventrici, 24 anni, di San Calogero (omonimo dell’altro Ventrici raggiunto da ordinanza di custodia in carcere), Giuseppe Cavallaro, 35 anni, residente in Germania, Annunziato Mercuri, 40 anni, di San Calogero, Vicente Mari, 44 anni, residente in Svizzera, Michele Marturano, 51 anni, di Rombiolo, Concetta Anna Santacroce, 23 anni, di Vibo, Giuseppe Fortuna, 27 anni, di Vibo, Massimo Mazzitelli, 40 anni, di Vibo, e Gilberto Biolcati, 41 anni, di Imola, il pm Enrico Cieri aveva chiesto l’applicazione di una misura cautelare coercitiva. Il gip ha, però, respinto gli arresti, spiegando nel suo provvedimento che, per quanto riguarda gli indagati Marika Aiello, Francesco Ventrici (cl. ’86), Concetta Santacroce e Massimo Mazzitelli, pur «sussistendo certamente i gravi indizi di colpevolezza, non si ravvisano le esigenze cautelari, perchè venuto meno Barbieri, non vi è la possibilità materiale che gli stessi possano reiterare le condotte in contestazione, nè inquinare le prove che appaiono cristallizzate».
    Vincenzo Barbieri, infatti, già condannato nell’operazione “Decollo” come fra i principali promotori dei viaggi di cocaina dal Sud America occultati in blocchi di marmo poi sbarcati a Gioia Tauro, è stato ucciso in un agguato il 12 marzo scorso a San Calogero. Lo stesso gip sottolinea poi che «le attività poste in essere da questi soggetti non hanno le caratteristiche tali da integrare il reato associativo in contestazione».
    Secondo l’accusa, Barbieri avrebbe avuto «a disposizione» per il perseguimento di affari illeciti gli indagati: Giuseppe Fortuna, Gilberto Biolcati, Francesco Ventrici (cl. ’86)Manlio Guidazzi e Lamberto Bugamelli, mentre gli indagati Vicente Mari, Massimo Mazzitelli e Giuseppe Cavallaro vengono indicati come «punti di riferimento» dell’arrestato Francesco Ventrici. Il gip, oltre a disporre l’ordinanza in carcere per Ventrici, ha disposto il sequestro preventivo di una Mercedes «intestata fittiziamente a Bruno Cortese, ma di proprietà di Barbieri», una Porsche Cayenne del valore di 130mila euro «intestata fittiziamente» a Vincenzo D’Amato, 36 anni, di Vibo «ma di proprietà di Barbieri» e sequestrata a Vibo, un immobile a Bentivoglio (Bo) del valore di 720mila euro intestato ad Annunziato Mercuri ma riconducibile a Francesco Ventrici, un terreno ed un immobile a Bentivoglio intestato a Michele Marturano, ma di proprietà di Ventrici, nonchè la società “Futur Program” di Vicente Mari a San Lazzaro di Savena (Bo). Il gip ha invece ritenuto non assoggettabili a sequestro preventivo le quote della società “Tiche”, proprietaria dell’hotel “King Rose” di Granarolo dell’Emilia «posto che Barbieri risulta deceduto». I rimanenti indagati sono Giuseppe Mercuri e Giuseppe Barbieri di San Calogero, i bolognesi Andrea Di Muro, Marco Roversi, Roberto Merighi,Nerio Marchesini e Claudia Bentivoglio, Daniela Carpanagiu, ed i vibonesi Bruno Cortese e Vincenzo D’Amato. Intestazione fittizia di beni per eludere le misure di prevenzione patrimoniali, la contestazione.

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  7. Paolo

    13 aprile 2011 at 05:52

    E’ un omonimo ?
    Guidazzi Avv. Manlio Studio Legale
    40122 Bologna (BO)

    Rispondi
  8. Cristoforo

    13 aprile 2011 at 05:57

    Dal WEB….
    Al circolo del Pd di San Giovanni in Persiceto, in provincia di Bologna, conoscevano molto bene Nerio Marchesini, iscritto di lunga data al partito. L’uomo, un ragioniere di 56 anni, è coinvolto in una inchiesta della Dda, con altre 25 persone, per fiancheggiamento ad una ‘ndrina legata al clan Mancuso. Secondo l’inchiesta, un gruppo di professionisti, fra cui lo stesso Marchesini, si sarebbe occupato degli aspetti amministrativi dei cantieri e delle pratiche finanziarie per conto del clan. L‘accusa per lui è di trasferimento fraudolento di valori. Giovedì mattina il ragioniere ha subito una perquisizione nell’ambito dell’operazione “Golden Jail” da parte della Dda. Operazione che ha inferto un duro colpo al clan Mancuso, che si apprestava a investire ingenti somme di denaro nel mercato immobiliare di Bologna e provincia, con la perquisizione di società intestate a prestanomi.
    Marchesini, originario di Vibo Valentia, non rinnoverà la tessera del Partito Democratico per il 2011 del circolo di San Matteo della Decima di S. Giovanni in Persiceto. Grande sconcerto nel piccolo circolo, dove era conosciuto dai tempi in cui era tesoriere dei vecchi Ds.

    Rispondi
  9. Alberto

    13 aprile 2011 at 23:41

    Ho letto su L’Informazione di oggi che il sig. Nerio Marchesini non è Commercialista ma solo ragioniere. E’ come avere fatto il liceo classico e spacciarsi per professore universitario
    Mi dispiace vedere la superficialità dei giornali ed anche di questo sito
    Verificare se un professionista è tale è verificabile da chiunque in internet con molta facilità

    Rispondi
  10. admin

    14 aprile 2011 at 09:01

    @ per Alberto
    Il nostro pezzo non voleva esprimere considerazioni o valutazioni sull’ordine dei commercialisti o sugli altri. Non era proprio nostra intenzione. Il dato risultava dalle fonti investigative consultate. La criminalità organizzata è presente in ogni parte della società. Lo mostrano le inchieste in Emilia come in altre regioni italiane come ahimè è inevitabile che sia vista la forza delle organizzazioni.
    Le scelte individuali vengono fatte dalle persone e sono loro, le persone, principalmente a fare la differenza, a scegliere la propria strada. Ricordandoci sempre che stiamo parlano di un’accusa nei confornti del soggetto citato, anche se molto grave, del soggetto inquirente. Grazie comunque dell’intervento.

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  11. Alberto

    15 aprile 2011 at 23:41

    @Admin
    Niente di personale, ci tenevo a sottolineare la superficialità dei giornali, su dati facilmente verificabili
    Stai facendo un lavoro importante, continua così

    Rispondi
  12. Andrea

    27 aprile 2011 at 11:02

    Mi ricordo di un film dove un professore era stato accusato di violenza sessuale,non era vero però era finito su tutti i giornalie anche quando le ragazze avevano confessato gli era rimasta comunque addosso l’etichetta,questo è quello che state facendo tutti mettendo nomi e cognomi su persone indagate e non accusate rovinandole ma questa è l’informazione italiana,e se queste persone poi vengono prosciolte chi li ripaga per gli errori commessi,penso sia il caso di riflettere.

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