UNA CAZZUOLA IN FASCIA TRICOLORE COME SINDACO


Il gruppo NOI CITTADINI di San Lazzaro di Savena, il 23 aprile, ha presentato in Comune una petizione con la raccolta di 1000 firme perché stanchi di veder cementificato il proprio territorio sovraccarico di scandali urbanistici. Il gruppo ha depositato le firme. I cittadini compaiono in coda davanti al portone del Comune dove ad attenderli c’è un gigantesco laterizio in fascia tricolore con in cima un’enorme cazzuola.

Questi cittadini, come altri di San Lazzaro, sono stati più volte accusati di essere solo rancorosi ma le loro preoccupazioni sembrano più che fondate visto anche il nuovo Piano Urbanistico comunale.

“Siamo Tutti rancorosi?”. Dicono di averlo chiesto al laterizio che li attendeva in fascia tricolore al Comune di San Lazzaro. Ma il laterizio non ha risposto. Per loro è stato un segno di ravvedimento democratico.

Per il Sindaco di San Lazzaro Macciantelli, questa sarebbe solo un’opera denigratoria al suo mandato di cittadini “rancorosi “. Ma come è possibile? Dopo i recenti scandali CIPEA, UNILAND, CA  RICCHI (abitazioni su suoli inquinati), CASE GIALLE ed altre che hanno prodotto anche arresti e inchieste pesanti come è possibile dire che le denuncie dei cittadini siano solo il frutto di mal di stomaco!?

Questa sanlazzarese è forse la cartina al tornasole di dove sia andata questa terra, questo Paese, questa comunità.

La storia del rancore è venuta fuori altre volte. Vediamone solo alcune veramente uniche. Il Resto del Carlino del 16 aprile 2009, alla pagina della Provincia dedicata a San Lazzaro di Savena, riportava un articolo dal titolo “Semafori vietati ai ciechi”e dal sottotitolo “Protesta dipendente comunale: “Amministrazione sorda”, a firma di Priviato. Un dipendente comunale di 29 anni, cieco, ha più volte segnalato all’Amministrazione comunale la mancanza quasi ovunque di semafori dotati di cicalino elettronico per non vedenti. La storia è andata avanti mesi. Il disabile ha ricevuto alcune generiche mail di risposta dall’Ente Pubblico e null’altro. A questo punto, il dipendente non vedente ha scritto un’ultima mail di protesta in cui accusa l’Amministrazione di essere “abile solo a parole” . Per tutta risposta, il Sindaco Macciantelli, così riporta  il cronista, ha scritto al disabile dicendogli che “risponderà di quello che dice sotto ogni punto di vista”. Non male per chi si rivolge a un non vedente.

L’editore-cronista Marchesini che scrive articoli sul giornale Vivere a San Lazzaro, per alcuni pezzi poco graditi riferisce di aver ricevuto questa reazione del Sindaco:” Peccato che lei sia l’editore di se stesso se no sarei intervenuto”.   Oggi il giornale sembra boccheggiare e non avere più che uno straccio di sponsor . Una fatalità?

Non va meglio a un poliziotto che trova una distesa di amianto dinanzi alla propria abitazione. I vicini di casa chiamano la stampa. Rilasciano dichiarazioni di protesta che irritano il Sindaco.

Il Sindaco contatta il Questore dove sembra chiedere la testa del poliziotto per metterlo a tacere. Secondo lui il poliziotto non può e non deve parlare a nessun titolo sulla Stampa. Ma sull’articolo non vi è un solo nome e cognome né alcun riferimento al poliziotto. Il tentativo fallisce. L’investigatore aveva in passato scoperto alcuni imbrogli edilizi e li aveva denunciati. Cosa aveva fatto di male? Il Sindaco, solo qualche giorno fa si è ancora una volta indignato pubblicamente verso la cittadinanza. Un parlamentare ha denunciato scandali urbanistici e inchieste condotte in modo improprio a San Lazzaro. Macciantelli ha dichiarato al Corsera di Bologna “ Stiamo meditando le vie legali verso questo cittadino rancoroso che ha sollevato la questione”, riferendosi sempre al poliziotto.

Il Sindaco ha scritto un articolo su Repubblica del 5 ottobre 2009 “Il Comitatismo uccide il Civismo” che già nel titolo esprime la summa del suo pensiero. Nascono comitati di cittadini dal Nord a Sud Italia ma a San Lazzaro non ce ne è motivo. Come mai dopo tutti gli scandali che toccano la cittadina della provincia?

Forse perché non avere a che fare con i cittadini che si associano in comitati è il modo più semplice ma anche il più arretrato di gestire la complessità di una cittadina. I cittadini sono la ricchezza che vive in un luogo. Umiliarli, offenderli, vederli anche solo come un nemico non frutta a quel territorio né a chi lo amministra. Andrebbero trovati altri strumenti di relazione per risolvere le questioni poste e trovare soluzioni condivise.

Infatti cercare di azzittire chi denuncia reati, speculazioni o anche solo disfunzioni è di sicuro poco civile ma è anche poco intelligente. Se non ci sono risposte le domande crescono e con esse il malcontento che non si può frenare con gli anatemi. Ma servirebbe un altro tipo di approccio culturale che sembra proprio fuori dalle grazie del Sindaco Macciantelli. Speriamo si ravveda… come il laterizio con cazzuola in fascia tricolore raccontato all’inizio.



9commenti
  1. Cristoforo

    26 aprile 2011 at 12:03

    Davvero incresciosa questa situazione che vede contrapposto un Sindaco ad ormai numerosi suoi cittadini . E allora ci si deve chiedere in che modo questo pubblico amministratore svolga il proprio mandato elettorale . E’ il Sindaco solo di chi è ignaro dei problemi del territorio ? E’il Sindaco solo di chi pratica l’omertà? E’ il Sindaco solo di plaude al suo operato? E a quale titolo minaccia e persegue i cittadini in nome dell’Ente Pubblico che amministra? Con quali soldi lo fa ? Con quali complicità ? La gente ha paura a San Lazzaro di Savena perchè oggi un Sindaco del cosiddetto PD minaccia e intimorisce la cittadinanza sino sul luogo di lavoro. Abbiamo conosciuto commercianti letteralmente terrorizzati dal solo poter esprimere un parere o esporre un volantino che richiamasse a un dibattito di segno avverso alle posizioni del Sindaco .TERRORIZZATI. Giornalisti redarguiti pesantemente per non aver omaggiato a dovere il “giovin signore” . Vigili Urbani limitati nel vedersi riconosciute indennità accessorie . Disabili oltraggiati . Non nascondiamoci piu’ :Vi è dunque un colossale problema di DEMOCRAZIA se c’è da temere ritorsioni , esilii , olio di ricino e botte? Oppure se si corre il rischio di licenziamenti , intimidazioni e minacce a mezzo stampa ? Si guarda lontano , si guarda a Berlusconi ma nella ricca Provincia avvengono cose che non si possono piu’ tacere . E se un quadro del PD locale come Donini fa finta di nulla e se anche oggi sul Carlino si raccontano storie interne di squadrismo rosso in danno di dissenzienti allora è meglio tacere di Arcore e guardare una volta per tutte al volto oscuro e bieco della ritorsione pubblica .
    E della speculazione in danno di fasce deboli .

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  2. Candido

    26 aprile 2011 at 12:16

    E’ semplicemente inquietante quello che si legge. Vivo per mia fortuna a Taranto e posso dire che il ricordo del Sindaco CITO a confronto è confortante. Lui pero’ non chiedeva di chiudere blog o intimidiva i cittadini. Era uno considerato rozzo e fascista. Qui pero’ vedo che dire due mezze frasi in inglese e partecipare a qualche festa dell’Unità fa dimenticare simili obbrobri e fa passare per ottimi amministatori . Pero’ è la gente che lo decide e non il Segretario Provinciale del PD . E 2000 voti in meno alle ultime elezioni sono un segno anche forte e inascoltato.

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  3. Cristoforo

    26 aprile 2011 at 12:22

    Mai vista una foto come quella del Blog di Amorosi negli ultimi 20 anni. E’ da Premio . Un mattone in fascia tricolore che accoglie i cittadini . Direi che non vi sia sintesi migliore di una condizione ormai critica . Senti Amorosi , ma andranno al confino i ragazzi della foto ? Perderanno il lavoro ? Verranno denunciati? facci sapere .

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  4. Nicola Armando Lovato

    26 aprile 2011 at 13:01

    Ciao Antonio.
    Grazie per la puntuale informazione.
    Bell’articolo. Davvero.
    Nicola

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  5. Giovanni

    26 aprile 2011 at 13:51

    Oltre 1200 cittadini di S. Lazzaro di Savena hanno sottoscritto una proposta di delibera, da sottoporre al locale Consiglio Comunale così come previsto dal relativo Statuto, che chiede di limitare gli interventi del Piano Operativo Comunale (POC), attualmente in formazione, alle sole aree di riqualificazione urbana, escludendo così che si continuino a cementificare le esistenti aree agricole e verdi.
    Quanto sopra a tutela delle risorse non solo ambientali come Terra, Acqua e Aria, ma anche di tipo economico, visto che è ancora da verificare se la città in continua espansione “sia un soggetto economico in equilibrio o sia fonte di costi che graveranno in modo insostenibile nel lungo periodo, per i servizi che implicano, i trasporti, le opere di urbanizzazione” (come scriveva Edmondo Berselli in un suo articolo del 2008 ripreso nella relazione presentata).
    A sostegno delle loro richieste, nella relazione illustrativa, i presentatori fanno riferimento anche a illustri interventi, come quello del fondatore del movimento “Slow food” e “Terra madre”, Petrini (che il 18 gennaio 2011 lanciò proprio un appello per stimolare una raccolta di firme, addirittura a livello nazionale) e quello di Romano Prodi sul quotidiano “Il Messaggero” (in cui richiedeva una “vera difesa del territorio”), passando per quello del già citato Berselli fino a quello dell’allora Presidente della Repubblica Ciampi (che, in un suo intervento del 2003, sottolineava come tra i principi fondamentali della nostra Costituzione fosse stata inserita la tutela del paesaggio), per chiudere infine con un preciso richiamo ad un recentissimo libro dell’archeologo e storico dell’arte Settis, dal titolo emblematico “Paesaggio Costituzione cemento”.
    A chi accusa i sostenitori di questa iniziativa di essere dei portavoce di interessi particolari, di voler fermare l’economia e di voler bloccare la realizzazione di case per le classi sociali sfavorite, i sottoscittori della delibera rispondono che le possibilità di intervento alternative (se ritenute veramente necessarie) sono molteplici, attuabili in prevalenza attraverso il recupero di una parte del patrimonio edilizio già esistente, costituito attualmente da capannoni ed edifici obsoleti, che non solo ha urgenti necessità di intervento dal punto di vista strutturale ma che, se ottimizzato, potrebbe apportare addirittura notevoli miglioramenti per i singoli e per la comunità anche a livello di rendimento energetico (che, visto l’attuale diminuzione delle risorse, è sempre di più indispensabile).
    Si parla tanto e spesso di riqualificazione urbana; sarebbe quindi bene che la si cominciasse a mettere in pratica veramente, risparmiando l’oramai esiguo patrimonio costituito dai nostri pregiatissimi terreni agricoli, preservando il suolo e le superfici permeabili (fonti di ricarica delle falde freatiche), contenendo il fenomeno del progressivo abbandono (e conseguente degrado) dei centri già urbanizzati, riducendo la frammentazione dei tessuti urbani, diminuendo il traffico pendolare a breve raggio e le conseguenti immissioni inquinanti, ottimizzando e potenziando le capacità di infrastrutture e servizi esistenti (anziché crearne altre decentralizzate) e bloccando la devastazione dei paesaggi architettonici e naturalistici.
    Questa delibera si pone pertanto l’obiettivo di richiedere all’organo competente in materia (Consiglio Comunale) una coraggiosa ma costruttiva e lungimirante scelta di condivisione e di attuazione di tali principi in vista delle imminenti decisioni relative al POC in via di adozione.

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  6. Mario

    26 aprile 2011 at 14:28

    Reportage dalla Corea.
    Cosi scriveva Tiziano Terzani, che visito’ quel paese nel 1980 “ Nessun tipo di Informazione riesce a passare la cortina di ferro edificata da oltre cinquant’anni.Gli unici canali radiofonici concessi: Radio Pyongyang e la Stazione centrale di Corea diffondono, senza sosta, marce militari e slogan contro la Corea del Sud.
    Un notiziario diffuso ogni ora tesse le lodi del dittatore.
    Gli apparecchi radiofonici come quelli televisivi sono stati tarati in modo da essere sintonizzati solo sulle stazioni governative e chiunque dovesse essere colto in difetto subisce la deportazione nei Gulag.
    I quotidiani nazionali contengono solo le dichiarazioni di stima per Kim Il Sung oppure i discorsi scritti dallo stesso. I giornalisti stranieri vengono ammessi solo se invitati in occasioni ritenute speciali.
    Le notizie, che pervengono dall’Estero sono rarissime e, nel caso, devono contenere immagini di violenza in modo da far credere alla popolazione che l’unico Paese dove regni la Pace sia il loro!
    Il fatto che la gente creda davvero di vivere in Paradiso e’ il più grosso successo del Regime…. La gente e’ davvero convinta che il muro di 240 chilometri che corre lungo la zona smilitarizzata tra Nord e Sud sia stato costruito dai terribili americani per impedire ai sudcoreani di andare a vivere nello splendido Nord….
    Nulla e’ cambiato dal 1980 a parte il dittatore, ora Kim Jong-il, figlio di Kim Il-sung.
    Questi fatti sono importanti per capire la mentalita’ dei nordcoreani.

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  7. Anonimo PD

    26 aprile 2011 at 14:46

    Il dottor Pereira mi visitò per la prima volta in una sera di settembre del 1992. A quell’epoca lui non si chiamava ancora Pereira, non aveva ancora i tratti definiti, era qualcosa di vago, di sfuggente e di sfumato, ma aveva già la voglia di essere protagonista di un libro. Era solo un personaggio in cerca d’autore. Non so perché scelse proprio me per essere raccontato. Un’ipotesi possibile è che il mese prima, in una torrida giornata d’agosto di Lisbona, anch’io avevo fatto una visita. Ricordo con nitidezza quel giorno. Al mattino comprai un quotidiano della città e lessi la notizia che un vecchio giornalista era deceduto all’Ospital de Santa Maria di Lisbona e che le sue spoglie erano visibili per l’estremo omaggio nella cappella di quell’ospedale. Per discrezione non desidero rivelare il nome di quella persona. Dirò solo che era una persona che avevo fuggevolmente conosciuto a Parigi, alla fine degli anni sessanta, quando egli, da esiliato portoghese, scriveva su un giornale parigino. Era un uomo che aveva esercitato il suo mestiere di giornalista negli anni quaranta e cinquanta, in Portogallo, sotto la dittatura di Salazar. Ed era riuscito a giocare una beffa alla dittatura salazarista pubblicando su un giornale portoghese un articolo feroce contro il regime. Poi, naturalmente, aveva avuto seri problemi con la polizia e aveva dovuto scegliere la via dell’esilio. Sapevo che dopo il Settantaquattro, quando il Portogallo ritrovò la democrazia, era ritornato nel suo paese, ma non lo avevo più incontrato. Non scriveva più, era in pensione, non so come vivesse, era stato purtroppo dimenticato. In quel periodo il Portogallo viveva la vita convulsa e agitata di un paese che ritrovava la democrazia dopo cinquant’anni di dittatura. Era un paese giovane, diretto da gente giovane. Nessuno si ricordava più di un vecchio giornalista che alla fine degli anni quaranta si era opposto con determinazione alla dittatura salazarista.
    “Antonio Tabucchi”

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  8. admin

    26 aprile 2011 at 15:12

    Grazie a tutti per i commenti.
    Per le valutazioni di Cristoforo su che fine faranno i ragazzi nella foto posso dire solo questo: o saranno seppelliti da un coltre di fango personale o verranno relegati nell’indifferenza più totale.
    Il sistema qui funziona così. O sei un nemico che agisce perchè ideologicamente avverso, mosso dal risentimento e quant’altro o non sei mai esistito. La realtà non esiste. La sostanza non cambia. Un sistema chiuso come questo che si rigenera per clientele non accetta che il tuo ramo di appartenenza e affiliazione familiare. Ci sono tante belle eccezioni ma il nocciolo duro che dirige segue la regola.

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  9. Romina

    27 aprile 2011 at 13:51

    Ragazzi, oggi quel Sindaco è immortalato sulla stampa davanti alla chiesa mentre attende il feretro di un morto con la vedova.
    Riporto una vecchia intervista di Biagi a Benigni
    Biagi: Chi è Berlusconi?
    Benigni: È uno che… gli piace proprio esser presente, gli piace proprio essere dappertutto, vuole proprio e.. a ogni cosa, insomma, come si può dire? è un po’… gli piace esser protagonista, lui è… c’è un comizio, parla lui, c’è un… a un matrimonio vuol essere lo sposo, a un funerale vuol essere il morto, vuol esser sempre il protagonista.

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