BOLOGNA: “NOI SIAMO NOI E VOI NON SIETE UN CAZZO!” – CRONACA DEL MALCOSTUME


“Essere o non essere Capo di Gabinetto?”Con il FUORI ONDA DEL dirigente comunale che è quasi un ammissione di colpa.

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Venerdì 13 gennaio a Bologna, nella patria del diritto amministrativo e dell’Università tra le più antiche al mondo, il Sindaco Merola e i suoi dirigenti sono chiamati a spiegare come può un funzionario di partito con solo la terza media ricoprire il ruolo di capo di Gabinetto e con la categoria D. Le probabili violazioni di leggi hanno  generato l’apertura di due fascicoli alla Procura della Repubblica e alla Corte dei Conti. La commissione Affari Istituzionali del Comune, che sta tenendo la città sospesa già da diverse settimane, inizia alle nove del mattino in un clima incandescente a causa dei tentativi di censura delle nostre riprese video, da parte dei consiglieri di maggioranza.
Prima di veder sfilare le dichiarazioni dei dirigenti, il Sindaco Merola apre le danze con una dichiarazione di colpevolezza stemperata: “ è evidente che il pasticcio c’è stato ed è iniziato quando Lombardelli ci ha avvisato che il suo diploma non era equipollente a quello di scuola media superiore”. Con questo il Sindaco involontariamente attesta che sapevano che il suo Capo di Gabinetto non aveva la laurea e quindi non gli si poteva attribuire la categoria D e uno stipendio così alto, oltre a rivelare per la prima volta di non aver fatto alcun controllo sul titolo di studio di Lombardelli. La responsabilità quindi ricadrebbe su una presunta leggerezza di quest’ultimo.
Ma come!? Presso il Comune di Bologna esiste un ufficio apposito, “Selezioni e Assunzioni”, per verificare il titoli di studio prima di redigere un contratto di lavoro. Inoltre la legge prevede che ogni assunto anche con rapporto fiduciario deve essere inquadrato in una categoria del contratto nazionale del pubblico impiego e per la categoria D è obbligatoria minimo la laurea. Ogni atto che viene portato in giunta deve obbligatoriamente essere sottoposto ad una verifica di legalità per evitare atti illegittimi e assunzioni in violazione della legge.
Come fanno a non saperlo i “migliori dirigenti “ per i quali il Comune spende € 113.441 per  Annarita Iannucci ( Direttore dell’Organizzazione ), € 161.000,00 per Giacomo Capuzzimati (Direttore Generale ), € 100.625 per Giancarlo Angeli ( Direttore del Personale)? Tutti e tre presenti in sala e chiamati a dare le spiegazioni del caso.
Ma finalmente il direttore generale Giacomo Capuzzimati  introduce i dirigenti e lascia a loro l’onere: la responsabile dell’Organizzazione Annarita Iannucci, che oltre ad aver firmato il parere tecnico per l’assunzione di Lombardelli, ha firmato anche la delibera poi approvata in giunta, interviene per una lunga mezz’ora e sostiene sempre la stessa tesi ma non spiega perché hanno attribuito a Lombardelli la categoria D e un lauto stipendio senza la laurea  :“I titoli del Capo di Gabinetto non sono stati controllati perché è tutto regolare. Il ruolo  fiduciario non richiede quel tipo di controllo. E per un ruolo fiduciario non è necessaria la laurea. Ci siamo allacciati all’art. 90 del T.U. degli Enti locali”. La segue a ruota Giancarlo Angeli sostenendo che “non era una figura dirigenziale ma fiduciaria” e quindi “totalmente discrezionale”. Il segretario generale Uguccione ammette però che “gli atti firmati da Marco Lombardelli sono illegittimi” perché in una prima fase non aveva neanche la delega per firmare. Continua asserendo che  questa “è una macchia indelebile ma di poco conto” perché le cifre che l’ex Capo di Gabinetto sottoscriveva erano irrisorie. Sembra però, da quanto rileva la consigliera di minoranza Lucia Borgonzoni, che gli atti di spesa che Lombardelli ha vidimato ammontino a circa 67 mila euro. E la notizia è più che confermata dai documenti.
I consiglieri di minoranza Borgonzoni, Salsi, Scarano, Tomassini, Facci e Lisei ribadiscono le loro domande perché ancora non hanno ricevuto risposte plausibili ma per il Sindaco Merola la questione è chiusa. La presidente di commissione Castaldini ha rinviato il confronto a lunedì 16 dove sembra non ci saranno ne i dirigenti ne il Sindaco.
Ma come accade nelle migliori commedie è il fuori onda a fine commissione ad essere interessante. Il clima è ancora su di giri quando i dirigenti alla constatazione, di un consigliere, che probabilmente dovranno pagarsi dei legali per difendersi, la direttrice, Annarita Iannucci esclama: “Tutti debbono lavorare!… Vabbè!… Pagheremo questi 100 euro. Se paghiamo … paghiamo 100 euro, … quindi … io penso…. Volevo metterli sul tavolo stamattina … Poi vedere … se qualcuno ……. (pausa)… Chi tace acconsente… Eh! (ridendo e indicando il tavolo della commissione)”. “Perché io so io e voi non siete un cazzo” commenterebbe “il marchese del Grillo”di Alberto Sordi.

Più che una commedia qui servirebbe la vena amletica per mettere in scena gli intrighi di Palazzo d’Accursio e far emergere “le verità nascoste del pasticcio”bolognese.
Proviamo a raccontare un sogno. Chiunque continuerà a leggere, se troverà corrispondenza con la realtà vorrà dire che siamo molto bravi a sognare.
In un’estate viene eletto un Sindaco di  una città. Questi decide di mandare una lettera alla direttrice del settore assunzioni per stabilire che il proprio Capo di Gabinetto deve essere assunto con uno stipendio di 45.000 euro a cui sommare altri 23700 in busta. Il Capo di Gabinetto è stato raccomandato da un’altra figura politica pubblica avversa al Sindaco ma questi per garantirsi una pace all’interno del suo partito ne accetta di buon grado la presenza. Seguendo i desideri del Sindaco e un articolo di legge, il 90,  il soggetto dovrebbe essere inquadrato per tutto il tempo del mandato. La categoria che si adottata è la D. Diversi funzionari, a quel punto interpellati, per capire se la cosa procede senza problemi, sostengono che quel tipo di contratto non si possa fare perché il Capo di Gabinetto non ha i titoli adeguati. Dicono pure che la qualifica professionale che questi avrebbe non equivale neanche a quella del diploma. Nasce un carteggio. I dirigenti consapevoli del problema si rivolgono al Sindaco. E tutti insieme decidono che, essendoci in questo caso solo un rapporto fiduciario possono sempre sostenere che il contratto si possa fare senza problemi. Poi scoppia un’inchiesta giornalistica e i fatti radicalmente degenerano fino ad arrivare alle dimissioni del Capo di Gabinetto e a due inchieste giudiziarie. Ma le favole di Amleto non finiscono bene e ai cittadini tocca continuare a pagare stipendi d’oro ad una casta di privilegiati perché gli raccontino delle favole ancora più grandi.

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