IL GIORNO DELLA MEMORIA


Le radici della nostra vecchia Europa risiedono proprio qui,  nel dramma della morte dei milioni di ebrei perpetrata dall’ideologia nazista. Nel riconoscimento dell’Olocausto come parte della nostra storia comune e nei fondamenti dei nuovi diritti dell’uomo che da esso sono nati. L’Europa che oggi sembra tanto in crisi dovrebbe ritrovare la propria ragione di essere partendo da questi valori comuni. Oggi 27 gennaio 2012, è  il sessantasettesimo anniversario dall’apertura dei cancelli di Auschwitz da parte dell’Armata Rossa.

6commenti
  1. maria cristina

    27 gennaio 2012 at 18:16

    Ricordo che Primo levi abborriva l’espressione ” Olocausto”, per descrivere l’assassinio di milioni di persone , in gran parte ebrei. L’autore dell’articolo provi a riflettere sul perchè Primo levi odiava l’espressione “Olocausto”, invece di usarla senza riflettere.

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  2. Massimo Merli

    30 gennaio 2012 at 12:23

    Cara Maria Cristina quest’acredine che esprime da un pò sul sito mi sembra immotivata. Coincide però con quando il sito ha iniziato a pubblicare articoli giornalistici sul Sindaco di Bologna Virginio Merola. Che le due cosa siano in relazione? Difficile a dirsi. Mi sembra che il sito non faccia nulla di male scrivendo articoli e non esprimendo posizioni politiche. Nella terrà dei trinariciuti post-togliattiani (difficile questa eh? ma lei che è colta la coglierà) sappiamo che questo è un male assoluto. Però che ci si può fare? Sarà una colpa di Amorosi e quelli del sito? Comunque se lei è avvezza più di altri (che partecipiamo alla lettura) alla riflessione le segnalo una citazione di Primo Levi su cui potrà con noi meditare “Sarà bene ricordare a chi non sa, ed a chi preferisce dimenticare, che l’olocausto si è esteso anche all’Italia, benché la guerra volgesse ormai alla fine, e benché la massima parte del popolo italiano si sia mostrata immune al veleno razzista”.

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  3. maria Cristina

    30 gennaio 2012 at 22:44

    Caro Massimo, Le sarei grata se volesse indicarmi con precisione da dove ha tratto la citazione di Primo Levi.Per il resto preferisco risponderle appena avrò il tempo di farlo.

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  4. Massimo Merli

    31 gennaio 2012 at 22:49

    Ah ma questa deve cercarla… altrimenti dove è il divertimento. Se ci si erge a giudicanti con tanta leggerezza ti può sempre capitare che il giudizio così ccome è espresso cozzi contro la realtà. Buon divertimento

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  5. maria cristina

    5 febbraio 2012 at 23:46

    Come scritto il 30 gennaio, egregio sig. Merli , le rispondo. Cominciamo dalla mia affermazione che Primo Levi abborriva l’espressione “Olocausto”. Cito la definizione di Wikipedia : “Olocausto è una parola derivante dal greco ?????????? (olokaustos, “bruciato interamente”), a sua volta composta da ???? (holos, “tutto intero”) e ???? (kaio, “brucio”). Essa definisce una tipologia di sacrificio, specificatamente della religione greca, ebraica e dei culti dei Cananei, nel quale ciò che si sacrifica viene completamente arso. Dalla seconda metà del XX secolo “l’Olocausto” è divenuto per antonomasia il termine con il quale ci si riferisce al genocidio compiuto dal Terzo Reich e dai suoi alleati a danno degli ebrei (circa sei milioni di vittime)
    A causa del significato religioso del termine, alcuni, ebrei ma non solo, trovano inappropriato l’uso di tale termine: costoro giudicano offensivo paragonare o associare l’uccisione di milioni di ebrei ad una “offerta a Dio”.
    Primo levi aborriva l’espressione “Olocausto” non solo per il riferimento religioso ma perchè proprio il riferimento religioso è fuorviante:paragonare ad un’autoimmolazione,con significato religioso , l’assassinio pianificato amministrativamente di ebrei e di soggetti “sgraditi” al regime nazista , secondo P.Levi era un’offesa alla ragione e all’umanità. Primo Levi abbandonò la fede ebraica dopo la terribile esperienza del lager: “Devo dire che l’esperienza di Auschwitz è stata tale per me da spazzare qualsiasi resto di educazione religiosa che pure ho avuto. C’è Auschwitz, dunque non può esserci Dio. Non trovo una soluzione al dilemma. La cerco, ma non la trovo.”, dichiarò in un’intervista.
    Personalmente ritengo che rifiutare l’espressione “Olocausto”sia un modo per evitare la banalizzazione della tragedia della seconda guerra mondiale . Quanto all’acredine nei confronti del sito , si sbaglia: anch’io come lei esprimo semplicemente e liberamente le mie opinioni.

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  6. maria cristina

    6 febbraio 2012 at 21:04

    Un’ultima considerazione sull’Europa . L’Europa ha conosciuto dopo la fine della seconda guerra mondiale un’altro ” buco nero”: la disgregazione bellica della Jugoslavia. Le forze che hanno manovrato per far precipitare in tragedia la situazione jugoslava non sono ancora state chiamate a rispondere dei loro crimini davanti al tribunale della storia ; questo fatto pesa non poco sul futuro dell’Europa . E’dalle rovine di Serajevo che gli europei possono trarre la consapevolezza della necessità di “costruire ” l’Europa come patria , contro il rischio della disgregazione delle patrie senza Europa . Non è possibile scongiurare la ferocia dell’idea nazista rimuovendo dalla coscienza degli europei quanto accaduto nella ex Jugoslavia. “Il giorno della memoria” si scrive sul calendario dell’Europa contemporanea con le coordinate geografiche dell'”ora di Serajevo”

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