Compri olio alla Coop e finanzi l’arrivo degli immigrati. Il denaro finisce all’ong Medici senza frontiere, poi le coop…


di Antonio Amorosi a pag. 4 su La Verità del 2 agosto 2017

Fedeli alla linea: compri alla Coop e finanzi l’arrivo degli immigrati, tramite le ong che li fanno sbarcare. Poi gli immigrati finiranno nelle cooperative dei compagni, da sempre vicine al Pd, che fanno milioni di fatturato. E il gioco è fatto. Un business da scaffale che sembra etico con tanto di Medici senza frontiere (Msf) sull’etichetta, una delle più grandi organizzazioni non governative al mondo, conosciuta per le missioni umanitarie.

 

OPERAZIONE GENIALE

Sentite questa storia. Tra aprile e maggio scorsi nei supermarket Coop si vendeva l’Olio per la Pace, prodotto dalla Manfredi Barbera & Figli di Palermo, in bottiglie da 75 cl, «ricavato da una selezione dei migliori oli provenienti da Tunisia, Spagna, Grecia e Italia». Lo distribuisce l’emiliana Coop Alleanza 3.0, la più grande coop di consumo italiana: 2,7 milioni di soci e 22000 dipendenti. Un progetto siculoemiliano. Per ogni bottiglia venduta in tutti i 420 supermercati e ipermercati Coop, i produttori e Alleanza 3.0 hanno versato 0,25 euro ciascuno, per un totale a bottiglia di 50 centesimi, «a sostegno delle operazioni di Medici senza frontiere, di ricerca, soccorso e assistenza medica di migranti nel Mediterraneo centrale», c’è scritto esplicitamente sull’etichetta. Racconta la vicenda la rivista on line Lucidamente.com, diretta da Rino Tripodi nell’approfondimento di agosto.

Negli anni Msf ha potuto contare su quattro navi per portare in Italia gli immigrati recuperati nel Mediterraneo: Dignity One, Bourbon Argos, Aquarius, Prudence. La nave Dignity One è stata anche accusata di essersi più volte spinta a ridosso delle coste libiche. Dal 2015 Msf è intervenuta per assistere in mare oltre 56000 persone. Solo nel 2016 sono state 23000. La stessa ong poche ore fa ha deciso di non firmare il codice di comportamento del ministero dell’Interno per i soccorsi nel Mediterraneo. Dieci componenti di Dignity One sarebbero però stati indagati di recente dalla procura di Trapani (Msf dichiara di non aver ricevuto avvisi di garanzia) per il soccorso migranti senza avvisare la guardia Costiera italiana e per aver convinto gli stranieri a non rispondere alle domande della polizia. Trasparenza reale e controlli restano una chimera. «Ci saranno conseguenze, sono fuori dal sistema», ha sentenziato dopo la mancata firma il ministro Marco Minniti del Pd. Ma abbiamo qualche dubbio che Medici senza frontiere sia fuori dal sistema.

 

FACCIAMO DUE CONTI

Scaviamo un po’ e troviamo che l’Olio per la Pace è in vendita in esclusiva alla Coop a 10,25 euro al litro. Avete capito bene, 10,25 euro. Una cifra esorbitante per un olio proveniente da Tunisia, Spagna e Grecia. Ma «salvi vite umane» quindi è preferibile anche a quello extravergine italiano a 3 o 4 euro al litro. Il marketing umanitario colpisce ancora. Anche se sappiamo quanti dubbi e contaminazioni vi sono sugli oli provenienti dall’estero, spesso miscelati con il nostro, «inquinandone» la qualità.

Gli oli saranno eccelsi (da Tunisia, Spagna e Grecia) ma è il mensile dei soci di Coop Alleanza 3.0 Coop Consumatori e responsabilità uscito ad aprile, che spiega il perché: in questo olio «biodiversità e integrazione convivono armoniosamente, così come dovrebbe essere con i popoli di buona volontà». Capito? Paghi l’armoniosa convivenza delle olive di Tunisia, Spagna, Grecia e Italia che si mischiano. Se sei per l’integrazione delle persone lo sei anche per gli oli stranieri che normalmente non mangeresti.

La rivista viene inviata a casa degli associati, 2,7 milioni di soci. E l’olio va a ruba. Ma non è possibile sapere quante bottiglie siano state vendute. L’Olio per la Pace oltre alla Coop lo si è trovato sui piatti dell’ex compagnia di bandiera Alitalia Etihad in campagna promozionale.

In uno dei suoi tanti lanci pubblicitari Alleanza 3.0 racconta anche di aver già «donato dal 2001 a Medici senza Frontiere circa 6,7 milioni di euro». Tutto solo per aiutare.

Ma chi? Gli immigrati o le loro cooperative che li gestiscono a 35 euro al giorno? E le cooperative che si occupano di accoglienza sono tante per interventi e per fatturati di milioni. Principalmente coop rosse e bianche, iscritte cioè alle centrali Legacoop o Confcooperative tutte alleate in AGCI (alleanza cooperative che è di fatto controllata da Legacoop per il potere che la centrale esprime).

 

PIOVE SUL BAGNATO

L’Italia ha stanziato per l’accoglienza e l’immigrazione anche per il 2017 4,6 miliardi di euro. Un settore dove dalla coop più famosa, Eriches 29, controllata da Salvatore Buzzi, ad altre meno note e non implicate in fatti giudiziari i fatturati lievitano. Coop Eriches 29 fatturava 15 milioni di euro in un anno. La piemontese Versoprobo, presieduta da Islao Patriarca, già capo dei giovani del Pd di Vercelli nel 2016 si è aggiudicata interventi per oltre 4,4 milioni di euro. Lai-momo, coop emiliana, ha fatturato 5,3 milioni di euro nel 2016 con un aumento del 244,75 per cento dal 2013. Alla Liberitutti di Torino, iscritta a Confcooperative, nel 2016 per interventi sono arrivati quasi 5 milioni di euro da dividere con l’altra coop, sempre di Confcooperative, Crescere Insieme. Sempre di Confcooperative ma di Modena, la coop Caleidos, si è vista assegnare 8,4 milioni di euro non tutti pagati in tempo dallo Stato. La prefettura di Modena per 1560 immigrati da far arrivare in provincia bandisce nel 2017 ben 26 milioni di euro. Ed è solo una breve carrellata. Tutto solo per aiutare gli immigrati.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

3commenti
  1. Tani

    2 agosto 2017 at 22:35

    Ecco finalmente un motivo per andare alla Coop

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    • Piero Cavina

      5 agosto 2017 at 09:37

      infatti! Questa speculazione sulla pelle di gente che non rischia solo di affogare, ma affoga veramente, è disgustosa. Va bene il sistema mafioso è schifoso ma sostenere le politiche di chiusura che causano migliaia di vittime è da nazisti. meglio cento volte la mafia a queste logiche fasciste con spruzzate neocoloniali.

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  2. Federica

    4 agosto 2017 at 13:19

    @Tani Puoi andare direttamente dai Casalesi o dalla ‘ndrangheta che sono efficienti nel gestire gli schiavi

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