A Bologna le Coop si preparano a cambiare sindaco


Le coop ballano da sole e preparano il loro candidato sindaco di Bologna. La crisi dell’attuale primo cittadino Virginio Merola, alla fine del primo mandato, sembra inarrestabile. 

È prassi per i sindaci Pd non passare dalle primarie dopo il primo mandato. Ma qualcosa sembra essersi rotto, a Bologna. Causa anche la magra amministrazione e la mancanza di strategie per contrastare la crisi economica. Tra 2007 e 2013, Bologna risulta essere tra le prime cinque città italiane per esplosione della disoccupazione. «Milano ora ha l’Expo, noi che cosa abbiamo?» mi dice un dirigente di Legacoop. «Un sindaco senza infamia e senza lode, niente da ricordare», conferma a Libero il politologo Paolo Pombeni.

E Bologna è l’Emilia, la base culturale ed economica delle coop. Unipol, Legacoop e tutto il sistema vivono del vigore del suo tessuto produttivo, ormai alla stremo. Un luogo decisivo che esprime cinque ministri dell’attuale governo.

Il quadro si aggrava con la pubblicazione della classifica sul gradimento dei sindaci: Merola si colloca al 98°posto su 101 posizioni.

C’è chi ha chiesto da tempo le primarie, come il deputato Andrea DeMaria: «Serve un salto di qualità». E chi si è candidato, come Stefano Sermenghi, sindaco nell’hinterland.

«Non riusciamo a farci rappresentare» aggiunge l’esponente di Legacoop. In che senso? «Veniamo da 16 anni di amministratori di condominio. Guazzaloca, Cofferati, Delbono, Cancellieri, Merola… Pachidermi! Renzi, nel bene e nel male, Firenze l’ha capovolta».

Un discorso in cui hanno peso le numerose inchieste giudiziarie sulle coop emiliane. Arrivate con vent’anni di ritardo rispetto a Mani Pulite, sembrano aprire alla stessa soluzione trovata dalla classe imprenditoriale di allora: rappresentarsi da sole, saltando la politica.Merola sindaco Coop 2015-04-24

Così è stata letta la neonomina alla sanità regionale di Sergio Venturi, molto vicino a Pierluigi Stefanini di Unipol. Ci tenne a dire, a un convegno Unipol: «Il privato deve entrare nel cuore della sanità». E in Emilia il privato in sanità sono le coop.

«Merola ha fatto bene, ma se più del 35% dell’assemblea lo chiede… allora primarie!» dice lapidario il segretario del Pd Francesco Critelli. Si fanno i nomi dell’ideatore di Fico-Eataly Andrea Segrè, o della neopaladina sindaco di San Lazzaro di Savena, Isabella Conti, dalle tante apparizioni tv. Ma è l’attuale rettore dell’università Ivano Dionigi l’uomo nuovo su cui punta la cooperazione. Latinista, ex consigliere comunale di Pci e Pds, molto vicino a Stefanini, capace di dialogare con gli ambienti universitari massoni e le industrie che contano. Finisce il mandato tra pochi mesi. Ma sembra non voglia gareggiare alle primarie. Allora l’ipotesi di lavoro è farlo avvicinare gradualmente. Prima come candidato boutade (come sta apparendo in questi giorni), poi come outsider, alla fine come intellettuale salvatore della patria, visti i conflitti insanabili nel Pd.

Il problema è dove mettere Merola, politico di lungo corso. Da assessore all’Urbanistica aveva dato un bell’impulso alla nuova sede Unipol, un grattacielo da 126 metri, l’ottava torre d’Italia. Si era aperta una finestra in Hera. L’attuale presidente scade. E Merola avrebbe potuto sostituirlo con un lauto stipendio riparatore.

Ma Hera è la più grande impresa di Bologna, con 4,5 miliardi di euro di ricavi e una partita giudiziaria aperta sui rifiuti tossici sotto la sede. «Bisognava cambiare lo statuto della holding per avere un presidente onorario. Falli votare tu per Merola, i 186 Comuni proprietari! Cosa avrebbero chiesto in cambio? Partita saltata» ci dice l’uomo di Legacoop.

Merola è già in campagna elettorale e ha sperato in Renzi. Ma è arrivata la doccia fredda di Lorenzo Guerrini: «Credo sia prematuro in questo momento immaginare cosa succederà il prossimo anno». Renzi non si metterà di traverso alle coop. Ma Merola non si toglie di mezzo.

di Antonio Amorosi su Libero quotidiano del 24 Aprile 2015 pag.13

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