Tutto parte nel 2009 e si sviluppa in pochi mesi. Pochi ci hanno fatto caso ma è l’anno del Cinziagate che porta l’ex sindaco Flavio Delbono alle dimissioni ma anche di Terremerse con le false dichiarazioni di Vasco.
Leggi l’articolo di Antonio Amorosi in edicola a pag 4 su Libero Quotidiano di oggi 11 luglio 2014 – Aggiornamento 20.30
Il futuro dell’Emilia-Romagna sa di vecchio. Sotto il manto nuovo del renzismo, infatti, la guerra per chi dovrà guidare la Regione contrappone i due mondi in perenne contrasto nel Pd: ex Pci ed Dc.
E’ questo conflitto infatti nella genesi stessa del caso Errani,ed è questo conflitto che rischia di far saltare il più «renziano» tra gli strumenti politici: le primarie. L’eterna guerra tra rossi e bianchi continua, coi primi che fanno di tutto per fermare Matteo Richetti, punta di diamante dei secondi e capace di battere gli ex comunisti sul loro territorio più forte, Modena.
E il Pd emiliano, che lo teme, dice: «Non c’è tempo. Niente primarie. Il candidato lo decida il partito». «Primarie subito», rispondono i cattolici.
Tutto parte nel 2009, anno in cui esplode l’inchiesta Terremerse che porta oggi alla caduta di Errani. E’ anche l’anno delle dimissioni del sindaco di Bologna Flavio Delbono. Micro economista cattolico,per cinque anni assessore al bilancio col sindaco Pds Vitali,per altri otto in regione con Errani a bilancio e vicepresidenza, Delbono è insofferente agli ex comunisti.
«Chiedeva sempre al partito “Quando tocca a me?”» (frase ripetuta in passato da Delbono anche a chi scrive), spiega a Libero una fonte. Il contrasto diventa duro: ancora «rossi» e «bianchi».
Da un lato gli ex comunisti, coop rosse, Unipol, sindacato Cgil, ex Ds e amministratori di punta, dall’altro i cattolici, coop e banche bianche, Cisl e mondo intorno a Romano Prodi. Dopo un anno si vota alle regionali. Errani si prepara al terzo mandato e non c’è modo di convincerlo a cedergli il passo. Così si candida a sindaco di Bologna, vince e dà incarichi al suo mondo. In giunta spicca come assessore alla cultura la vedova Pavarotti, Nicoletta Mantovani, sua appassionata amica.
Delbono naviga ancora in ottime acque nonostante il sexy scandalo Cinziagate, su rimborsi spese e viaggi con l’ex fidanzata. Il caso è noto ma laProcura l’ha archiviato. Terremerse invece non ancora.
Ma pochi sanno che il 18 gennaio 2008 l’Agrea, l’agenzia regionale che eroga i fondi per l’agricoltura, certifica, che la cantina di Giovanni Errani non é stata ancora costruita e quindi non ha i requisiti per ricevere fondi. E’ la prova regina che lo incastra.
La relazione verrà poi usata dalla Procura per accusare Giovanni Errani di truffa e condannare un funzionario.
Alla guida di Agrea c’è da anni il papà di Nicoletta, Gianni Mantovani. La prova del controllo, come non si sa –ma le manine dello scontro tra rossi e bianchi prendono vie insondabili– arriva alle orecchie del consigliere regionale Pdl Gioenzo Renzi (dice di averlo saputo da ambienti della Regione) che la gira a Il Giornale. E’ il 17 ottobre. Il caso diventa nazionale. Poi la falsa attestazione di Vasco.
A dicembre riscoppia il Cinziagate di Delbono. Un giudice non é convinto dell’archiviazione. Tutti i giornali danno risalto alla vicenda. E tra bancomat e spese che non tornano Cinzia rilascia dichiarazioni al fulmicotone sui viaggi con Delbono.
Il sindaco è in brutte acque ma non cede. Non ha neanche ricevuto un avviso di garanzia. Ma Antonio Di Pietro ne chiede le dimissioni. Da qui la sequela di richieste simili. A sorpresa anche del Pd. Prodi gli chiede di fare un passo indietro dopo l’insistenza, si dice, dell’uomo forte del partito: Errani.
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