Veleni 7 volte oltre i limiti nella discarica Hera che piace al Pd


Guarda le foto – Rilevati valori di tossine fuori scala, quando l’area potrebbe accogliere solo materiali non pericolosi. Intanto la holding Hera, vicina ai democratici, vuole raddoppiare gli spazi…

di A. Amorosi su Libero a pag.17 il 20 gennaio 2016

«Cromo esavalente», «arsenico», «nichel», tutti composti cancerogeni e in alcuni casi mutageni che intervengono sul Dna, «solfati e nitriti», sono stati trovati nella più grande discarica dell’Emilia Romagna, la Tre Monti di Imola, in misura dalle tre alle sette volte «superiore al valore limite». Sono i rilievi pubblicati dall’Arpa – l’agenzia ambientale dell’Emilia Romagna – sulla discarica da 4 milioni di tonnellate di rifiuti collocata a 9 chilometri da Imola e a due dalla località turistica Riolo Terme. Un deposito di proprietà del Con. Ami, consorzio dei Comuni dell’Imolese e gestita dalla multiutility Hera Ambiente.

La discarica doveva contenere solo rifiuti inerti e non pericolosi ma evidentemente qualcosa di diverso vi è stato sversato illegalmente nel tempo e per quantità rilevanti.

Hera, con ricavi da 4,2 miliardi di euro nel 2014, è la principale azienda bolognese, leader italiana nel settore ambientale, un colosso controllato dai principali Comuni a guida Pd dell’Emilia Romagna, allargatosi anche a Veneto e Friuli. La struttura commerciale di gas ed energia di Hera (Hera comm), ha sede proprio a Imola. Hera controlla settori strategici quali acqua, luce, gas, teleriscaldamento, verde pubblico, illuminazione stradale, nettezza urbana, termovalorizzatori, compostaggio e nel 2015 ha vinto l’Energy Efficiency Awards. La holding ha chiesto il raddoppio della discarica Tre Monti, candidandola a diventare la più grande d’Italia. Presto fatto. Da un lato Hera raccoglie riconoscimenti per le sue grandi qualità ambientali, dall’altro troviamo rifiuti tossici.

Nel 2010 la discarica è stata gestita in subappalto dalla società Lombardi Ecologia Srl di Triggiano, azienda barese a capo di impianti anche in Puglia e Lombardia, che se l’è aggiudicata vincendo un appalto da oltre 4 milioni di euro. Il gruppo fu implicato in un caso di corruzione. Proprio con dei dirigenti di Hera si è visto mettere sotto accusa anche dalla Procura di Bari per «omessi controlli», «falsificazione del collaudo» delle vasche, il «tombamento e lo smaltimento di rifiuti non autorizzati, anche pericolosi», in un’altra discarica gestita a Coversano di Bari.

La notizia dei rifiuti tossici nella discarica Tre Monti non ha mandato in agitazione gli enti locali. Anzi se alla richiesta di ampliamento di Hera la Regione ha risposto con 142 richieste di integrazioni. Il progetto sembra ogni giorno viaggiare verso la realizzazione, date anche le dichiarazioni rassicuranti del presidente Con.Ami Stefano Manara: «Vi ricordo che nel territorio vengono prodotte all’anno 600mila tonnellate di rifiuti urbani, quelli pericolosi vanno a finire da altre parti». Sarà, ma il comitato ambientalista «Vediamoci chiaro», costituitosi per contrastare l’ampliamento e chiedere bonifiche, ha incaricato vari laboratori come il LabAnalysis di Pavia di effettuare alcuni campionamenti a ridosso dei rifiuti. In corrispondenza del fiume Rio Rondinella e nei terreni limitrofi hanno trovato i medesimi valori tossici di Arpa oltre alla presenza di stagno, piombo, alluminio e manganese. Sempre oltre i limiti sia nel suolo sia nei sedimenti. Ma se altrove i comitati ambientalisti vengono ascoltati dal Pd come oracoli, in Emilia i consiglieri della sinistra costituiscono controcomitati per osteggiarli. Come quello del consigliere comunale Giorgio Laghi, degli ambientalisti di Sel, dal nome canzonatorio «Vediamoci ancora più chiaro». Ma non serve un così grande sforzo, basta leggere le analisi di Arpa.

Intervento di Hera

Con riferimento all’articolo pubblicato in data 20 gennaio, a pagina 17, il Gruppo Hera precisa che l’impianto della discarica Tre Monti è a norma e costantemente controllato. In particolare, si esegue il monitoraggio di tutti gli aspetti ambientali (suolo, sottosuolo, aria, rifiuti, energia), con cadenze prestabilite e indicate nell’Autorizzazione Integrata Ambientale, che prevede i tipi di controlli, i parametri da analizzare e la metodica da applicare, il tipo di campionamento, la frequenza e le modalità di archiviazione e trasmissione agli Enti di controllo. Anche l’Arpa fa controlli senza preavviso: nel 2014 ci sono stati 21 sopralluoghi da parte delle Autorità di Controllo (in prevalenza tecnici Arpa) e più di 20 nel 2015. I controlli Arpa riguardano anche i rifiuti in ingresso. Per quanto riguarda i composti e valori superiori ai limiti indicati nell’articolo, sono stati riscontrati valori anomali solo in alcuni pozzi spia all’interno del perimetro dell’impianto che non hanno in interessato o contaminato l’ambiente esterno. Per quanto riguarda la società Lombardi Ecologia, aggiudicataria del subappalto di gestione della discarica con gara pubblica, va precisato che è stato il rappresentante della Lombardi ad essere condannato nel maggio scorso per tentativo di corruzione nei confronti di un dipendente di Herambiente. Inoltre la Lombardi venne allontanata nel 2013 da Herambiente perché non pagava i propri dipendenti, a cui è stato conservato il posto con la ditta subentrata. Non sussiste invece alcun legame del Gruppo Hera con la vicenda citata relativa alla discarica di Conversano di Bari.

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