Appalto alla Coop fuorilegge per le case dei terremotati


di Antonio Amorosi per LA VERITA’ 3 Novembre 2016 PAG 1 e 2

Rischia di saltare l’appalto d’oro da un miliardo 188 milioni di euro vinto dalla coop emiliana Cns per la costruzione delle casette post terremoto nel centro Italia. La coop Consorzio Nazionale Servizi, ascesa alle cronache per la presenza nel consiglio di sorveglianza di Salvatore Buzzi di Mafia Capitale, è nei guai in seguito al pronunciamento dei giudici del Tar del Lazio che confermano una precedente condanna dell’Antitrust. Il supercommissario alla ricostruzione Vasco Errani, nominato da Matteo Renzi proprio in virtù di quell’«efficienza» emiliana tanto cara al Pd, forse non potrà più affidarsi alla coop bolognese per pagare a peso d’oro, più di ville di lusso, la costruzione delle casette prefabbricate per i terremotati.

1 Amorosi
La sanzione Antitrust

Tutto inizia nel 2014 quando l’Antitrust, la speciale magistratura che si occupa di rispetto della concorrenza, apre un’indagine sulle coop Cns e Manutencoop (principale socia di Cns). Le coop avevano creato un «cartello» per aggiudicarsi una gara comunitaria Consip da 1,6 miliardi di euro dei «servizi di pulizia» degli istituti scolastici. Le cosiddette «Scuole belle» lanciate da Matteo Renzi. L’Antitrust scopre scambi di informazioni, incontri, documenti e mail che anticipano i risultati. Hanno manipolato e bloccato la gara, concretamente non presentandosi mai in concorrenza sullo stesso lotto e dividendosi l’Italia con uno schema a scacchiera. L’Antitrust multa con 110 milioni di euro Manutencoop e Cns, più Roma Multiservizi (sempre del gruppo Manutencoop) e il colosso Kuadra (di recente sotto sequestro perché controllata dal clan camorristico Lo Russo, detti «I Capitoni» attivi nelle piazze di spaccio di Secondigliano). Manutencoop, con oltre un miliardo di fatturato, più della metà ricavato da commesse pubbliche e quasi 20000 dipendenti, è il principale player del settore insieme a Cns che ha più di 190 coop associate e un fatturato superiore ai 720 milioni di euro. Cns fa ricorso al Tar ma intanto partecipa come Manutencoop ad altre gare pubbliche, come la Fm4 pulizie della P.A. e una nel settore sanità sempre di Consip, centrale acquisti della Pubblica amministrazione e del ministero dell’economia. In Fm4, una delle più costose di sempre, da 2,7 miliardi di euro, lo «schema a scacchiera» si ripete. Anche se alla fine Cns si ritira e si aggiudica l’appalto Manutencoop con altre imprese. Ma soprattutto Cns vince per 6 anni la gara Consip per le casette prefabbricate dei terremotati. Appalto che in seguito al sisma che in questi giorni ha colpito Umbria e Marche potrebbe addirittura raddoppiare, vista l’emergenza. Ma fino a metà ottobre pendeva il ricorso al Tar.
Nel silenzio generale dei grandi media la sentenza del Tar viene pubblicata il 14 ottobre. Il Tribunale amministrativo del Lazio si esprime confermando l’impianto accusatorio dell’Antitrust. E sancisce che l’«intesa anticoncorrenziale» delle coop ha violato le procedure europee in materia di antitrust, «articolo 101 del Trattato sul funzionamento della UE».

 

Le conseguenze
La norma vieta di spartirsi i mercati tra concorrenti. Per l’ Antitrust è un accordo segreto ma per il Tar è un «cartello» palese. Chiede all’Antitrust di ricalcolare le sanzioni al ribasso poiché non sono ritenute proporzionali all’importo ma la condanna per l’«intesa anticoncorrenziale» è netta. E la conferma di un organismo giurisdizionale a tutto tondo come il Tar crea un problema non da poco a Cns e compagni. Ogni Ente pubblico e Stazione appaltante dovrebbero adesso ancor più di prima agire in autotutela (dovevano farlo già dopo la sanzione Antitrust), escludendo in via cautelativa tali imprese, in base dell’art. 50 del nuovo codice degli appalti o dell’art. 38 del vecchio codice. Infatti dopo una sentenza simile si potrebbe incorrere in revoche, cause legali indette da concorrenti, sentenze di organismi giurisprudenziali o contestazioni della Corte dei Conti ai pubblici amministratori che non hanno agito in autotutela, consapevoli del pericolo fatto correre all’ente pubblico. Anche accettare ad una gara un’azienda sottoposta a sanzioni Antitrust, come quella di Cns e Mannutencoop, lo si doveva fare solo con riserva, sospendendo la possibilità di assegnare l’appalto, visti i principi di onorabilità e rispettabilità che la pubblica amministrazione deve perseguire.
Autotutela che ha già adottato in questi giorni l’Azienda Ospedaliera della provincia di Salerno che per una gara di pulizie dell’Azienda ha ammesso Cns ma con riserva in sede di prequalifica e l’ha esclusa definitivamente dopo la sentenza del Tar Lazio.

La palla per la sospensione di Cns dalla gestione della casette post-terremoto ora passa al super commissario Vasco Errani che per i pieni poter ottenuti da Renzi ha le stesse prerogative di una stazione appaltante. In subordine potrebbe intervenire l’Autorità nazionale anticorruzione di Raffaele Cantone. «Non sono un uomo del Pd ma delle istituzioni» esordì Errani alla nomina «prometto regole, trasparenza, e oculatezza nelle spese». Siamo sicuri che l’ex governatore non si farà condizionare dalla «liason emiliana». Tanto meno dalla mole di finanziamenti che le coop del Consorzio Cns negli anni ha erogato per le sue campagne elettorali. Manutencoop in prima fila.

 

Casette a peso d’oro

Consip il 25 maggio 2016, a sanzione Antitrust erogata, ha deciso invece di chiudere un contratto proprio con Cns per «fornitura, trasporto, montaggio di Soluzioni abitative in emergenza». Un appalto da un miliardo 188 milioni di euro per casette provvisorie di legno e acciaio che ora potrebbe raddoppiare visto il nuovo sisma in Umbria e Marche. Il prezzo al metro quadro è di 1075 euro, e supera il valore di tutti i tipi di edifici nuovi e in muratura nella zona, come riporta anche un’inchiesta di Fabrizio Gatti per L’Espresso. Ad Amatrice il costo a metro quadro prima del terremoto era di 990 euro per un appartamento, 840 per una casa di edilizia economica, 1000 per una villa. Quotazioni che nei paesi al di fuori dell’area del disastro scendono a 790 euro al metro quadro per un appartamento, 740 per una casa economica, 840 per una villa in ottime condizioni (dati Agenzia del territorio). A confronto anche una casa antisismica e superecologica passiva con pannelli solari e tecnologie connesse, è più conveniente. «Costa 1300 euro al metro quadro grezzo» ci dice Roberto Bechi che ad Asciano di Siena ha realizzato una delle prime italiane. Ma in Italia lo Stato può pagare una casa provvisoria quasi il 28 per cento in più di una villa di lusso se si tratta delle coop. Vedremo se almeno agirà in autotutela dopo la sentenza del Tar.

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