Cantone ci dà ragione sul cartello che si spartiva l’appalto più grande d’Europa ma è pronto il trucco per salvare le coop


di Antonio Amorosi in prima pagina e a pag. 7 de La Verità dell’8 agosto 2017

 

Nel settembre scorso, La Verità aveva anticipato quello che c’era dietro le quinte dell’appalto Consip Fm4 da 2,7 miliardi di euro, vinto principalmente dai big della cooperazione italiana. Quello che in queste ore, dopo le accuse di Raffaele Cantone e dell’Anticorruzione, è su tutte le prime pagine dei giornali italiani.

Il 23 settembre scorso chi scrive aveva spiegato il sistema di accordi a scacchiera messo in moto per spartirsi l’Italia. Alcune coop che si presentavano in certi lotti e altre in altri, come le imprese si dividessero il territorio area per area e perché lo schema non fosse nient’altro che la ripetizione pedissequa di un sistema già utilizzato in precedenza per un appalto Consip simile, da 1,6 miliardi, per questo sanzionate dall’Antitrust. Raccontammo anche come il Giglio magico renziano avesse uomini importanti nei posti chiave ai vertici di Consip, il presidente Luigi Ferrara e l’ex amministratore delegato Luigi Marroni. Eppure nessuno dei grandi media sollevò un sopracciglio. Ma ora l’Antitrust e l’Anticorruzione, con due istruttorie parallele, individuano in FM4 proprio quello schema a scacchiera, «analoghe geometrie e strategia di partecipazione», scrive Cantone che fanno apparire come scientifica la spartizione.

(Ieri in serata Manutencoop diffonde una nota in cui si dice «del tutto estranea rispetto a possibili intese restrittive della concorrenza»).

L’appalto Fm4 da 2,7 miliardi di euro, per la pulizia, gestione e manutenzione degli uffici pubblici, è tra i più costosi della storia della pubblica amministrazione europea. E’ diviso in 18 lotti (più regioni sono accorpate per lotti in una mappatura complessa) che coprono tutto lo Stivale.

 

IL SISTEMA

Il consorzio bolognese di cooperative Cns, (764 milioni di fatturato nel 2015 e 194 imprese associate) partecipa a 7 lotti su 18. Manutencoop, sempre di Bologna, e impresa che sta dentro il consorzio Cns (727 milioni nel 2015), partecipa a 5 lotti su 18. Le due coop però non s’incrociano mai nella presentazione delle offerte. E nessuno delle due si presenta neanche in Campania, Calabria, Sicilia, dove vince a mani basse l’impresa di Alfredo Romeo (224 milioni di fatturato nel 2015). Addirittura in Campania e Basilicata (nel lotto 13 da 221 milioni) e al Sud (nel lotto 18 da 180 milioni) Romeo non ha alcun concorrente.

Le coop e Romeo hanno le migliori offerte e si preparano a vincere.

L’Antitrust, la speciale magistratura che si occupa di rispetto della concorrenza, nel dicembre 2015, aveva già sanzionato Manutencoop e Cns per lo stesso sistema a scacchiera in un appalto Consip simile del 2012, da 1,6 miliardi di euro, quello chiamato da Matteo Renzi delle «Scuole belle». L’Antitrust ha sanzionato le due coop perché ha scoperto scambi di informazioni, incontri, documenti e mail che avrebbero anticipato i risultati. Hanno avrebbero manipolato e bloccato la gara, concretamente non presentandosi mai in concorrenza sullo stesso lotto, dividendosi cioè il territorio italiano con uno schema a scacchiera. L’Antitrust le sanziona con 110 milioni di euro di multa (poi ridotti).

Ma in quello stesso momento alla Consip è in corso l’Fm4 da 2,7 miliardi.

Consip ha aperto le buste ed ha trovato sempre Cns e Manutencoop che ripetono lo schema, presentandosi sempre su lotti differenti.

 

Il RITIRO

Ma per due volte, sia durante l’indagine dell’Antitrust sulle «Scuole belle» e nel marzo 2016, quando lo schema a scacchiera è ormai noto, Consip chiede ai partecipanti se confermano l’offerta nell’appalto Fm4. Improvvisamente Cns si ritira da tutti e 7 i lotti praticamente vinti e viene sostituita dagli altri player del settore, pochissime grandi società che insieme a Manutencoop li acquisiscono. L’appalto e le coop sembrano salve. Così nessuno potrà dire che lo schema a scacchiera si è ripetuto.

 

TESTE CHIAVE

Nel marzo 2017 la Procura di Napoli arresta Alfredo Romeo proprio per Fm4. L’ipotesi dell’accusa è corruzione. Dall’inchiesta emerge il coinvolgimento del governo con Luca Lotti indagato per rivelazione di segreto d’ufficio, così come di diversi vertici dell’arma dei carabinieri ma anche di Tiziano Renzi, padre del Rottamatore. Tra le carte si legge anche un‘intercettazione in cui Italio Bocchino, anche lui indagato, fa notare a Romeo la «pesantezza» dell’articolo de La Verità del 23 settembre che rese noto al grande pubblico lo schema a scacchiera. Nessuno può più nasconderlo.

Ma per gli inquirenti è un passaggio fatto emergere da Luigi Marroni, che il governo Pd ha poi allontanato da Consip e che in queste ore fa sapere di avere a suo tempo sospeso le coop e le aziende coinvolte nel cartello, la chiave per capire il sistema e i suoi intrecci di potere. Marroni interrogato dai magistrati sul perché avesse fatto bonificare i propri uffici da microspie messe dai carabinieri risponde così: «Perché ho appreso in quattro differenti occasioni da Filippo Vannoni (amico di Renzi e presidente di Publiacqua Firenze e provincia, ndr) dal generale Emanuele Saltalamacchia, dal presidente di Consip Luigi Ferrara e da Luca Lotti di essere intercettato»: Per gli inquirenti sarebbe la prova che quelli del Giglio magico sapevano. Marroni, sostituito al vertice di Consip, rimane il teste chiave.

 

MA E’ GIA’ PRONTO IL TRUCCO PER SALVARE I COLOSSI ROSSI

La relazione di Cantone è stata inviata anche alle coop e alle imprese vincitrici di Fm4 che ora avranno la possibilità di notificare all’Anac le proprie controdeduzioni, per evitare nuove sanzioni o anche la possibilità di un’esclusione dalla gara. Ma le coop restano l’apparato forte d’Italia, un sistema di imprese vicino alla sinistra italiana che fattura 151 miliardi di euro annui.

Matteo Renzi e quelli del Giglio magico non possono certo permettersi di tagliare i ponti. Tanto più le coop di costruzioni e servizi, come Manutencoop e Cns, politicamente in bilico adesso tra Pd ed Mdp, e in difficoltà economiche con la crisi, visto come hanno rallentato il proprio ciclo di fatturati strabilianti. Sarebbe la fine. E così è partita una controffensiva doppia: da un lato indebolire la credibilità dell’ex ad di Consip Luigi Marroni, teste chiave contro babbo Renzi, e dall’altro bloccare il disastro che comporterebbe un’eventuale esclusione delle cooperative da Fm4. Un doppio filone legato all’esplosione del caso nelle ultime ore.

A fine giugno Marroni è stato scaricato dal governo Pd e si è dimesso da Consip. Il dirigente a inizio mese aveva confermato ai magistrati romani quanto detto in precedenza agli inquirenti napoletani, cioè che aveva saputo da membri del governo e del Giglio magico che le sue utenze telefoniche erano sotto intercettazione. Luca Lotti risulta indagato per la presunta rivelazione. Ma con l’attuale fuoco di fila sull’appalto Fm4 è la sua figura di manager a venir incrinata. Come ha fatto Marroni, con la sua testimonianza così preziosa, a non accorgersi del sistema scacchiera? Le «anomalie» nell’appalto erano numerose.

L’Anticorruzione chiama in causa Consip che appare come parte di un sistema e non come una vittima. Tanto più per un appalto nato all’inizio del 2014 e a metà del 2017 non ancora assegnato. Ed è da ricordare che fino a settembre 2016 nessuna magistratura era mai intervenuta sul caso, tanto meno aveva in qualche modo rallentato la gara.

L’Anticorruzione ora poi fa capire come Consip sia apparsa «leggera» nei controlli quando si tratta di coop ma molto formale quando si interessa di concorrenti quali Manital, esclusa dall’appalto, e coinvolta inizialmente nel sistema a scacchiera. Giuseppe Salvaggiulo de La Stampa il 7 agosto mette in sequenza alcune di queste anomalie. Sarebbero passati sette mesi anche solo per fare un’analisi dei requisiti economici e organizzativi dei partecipanti, sarebbero mancati i controlli sulle autocertificazioni delle imprese e risulterebbe in alcuni casi incompleta quella antimafia, oltre l’omesso deposito di verbali e relazioni interne, a cui aggiungere una buona sequenza di errori e ritardi. Tutte anomalie che ricadono inevitabilmente anche sulla figura di Marroni.

Se gli interventi dell’Anac e dell’Agcom (l’Antitrust) fossero così determinanti, eventualmente da colpire in via pecuniaria o addirittura escludere da Fm4 le coop vincitrici (non si sa neanche quando gli interventi arriveranno), la ratifica finale delle decisioni spetterebbe comunque alla Consip.

Ma qualora Consip escludesse le coop potrebbe vedersi subissata di ricorsi giudiziari di ogni ordine e grado, come ci dicono fonti interne a Consip stessa, tanto da bloccare l’appalto Fm4 per molti anni.

Così, sotto la minaccia dei ricorsi tra Consip, le imprese vincitrici e quelle classificate seconde e che potrebbero subentrare, sarebbe in corso una sorta di trattativa. La via d’uscita è presto detta. Le imprese subentranti potrebbero sempre assegnare i lavori in subappalto alle coop sanzionate, tanto da garantirne gli affari per il solito giro di milioni di euro. Si salverebbero capre e cavoli, senza bloccare l’appalto anche in vista delle prossime elezioni e soprattutto per la felicità di Matteo Renzi

 

 

 

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *