Bologna, fondi pubblici a imprese? Per gli onesti è “un reality crudele


Esclusivo/Bologna – La denuncia di due imprenditrici. Dopo lo scaldalo del Comune che fa vincere finanziamenti per “calcolare i sentimenti”(a società legate all’associazione Vitruvio), ecco il reality crudele per gli altri che partecipano ai bandi. E’ il caso della biblioteca-libreria Serendipità, tre ragazze italiane esperte in cinese e lingue orientali, diventate imprenditrici ma che in poco tempo si ritrovano dall’euforia sul lastrico, piene di debiti. “Ho letto del caso Vitruvio e sono rimasta esterrefatta… Per noi c’è stato un trattamento…. un incubo! A noi hanno controllato anche l’uso dello scotch adesivo. E’ stato come essere attirate dalle promesse e poi ‘pestate a sangue’”, ci ha detto una delle protagoniste. “Mai ricereve fondi pubblici!”, ci ha confidato l’altra

“I finanziamenti del Comune di Bologna alle imprese? Come un reality crudele da fantascienza dove ti attirano e poi ti ‘pestano a sangue’”, questa l’esperienza di Barbara Catterina, una delle partecipanti al bando di finanziamento alle imprese Mambo del Comune di Bologna; insieme ad Etta Polico, protagonista del progetto Serendipità ma finite entrambe per diventare “vittime” del bando pubblico stesso.

Il Caso – Tre giovani imprenditrici, Barbara Catterina, Etta Polico e una terza che ha lasciato il progetto, vincono il bando comunale Mambo nel 2006 per l’insediamento di imprese e la riqualificazione della zona universitaria di Bologna (in vicolo Facchini vicino Piazza Verdi). Mettono in piedi un progetto di libreria-biblioteca con 7500 volumi di libri su Asia e Africa, tra cui pezzi rari e unici. Ma ben presto scoprono che dei soldi promessi dal Comune arrivano meno della metà con una parte dei fondi inaccessibili. Dei quasi 73 mila euro promessi (43 mila con un mutuo agevolato e 29 mila a fondo perduto) vengano erogati solo 32 mila. In corso d’opera viene cambiato il manuale di rendicontazione. Ad esempio: “la libreria fabbricata da un artigiano, sistemata in tutti i locali e che prima poteva essere finanziata, con il nuovo manuale non lo era più”. Il nuovo manuale prevede che deve essere nuova di fabbrica. “Allora abbiamo acquistato da Castorama. Ma il Comune voleva, oltre le fatture, la fotocopia della carta di identità dell’amministratore. L’amministratore delegato è olandese e vive in Olanda. Da Castorama ci hanno detto che era un follia. Non potevamo avere la fotocopia della sua carta d’identità”

Adesso l’attività di Serendipità è chiusa e le imprenditrici devono restituire al Comune 20 mila euro. Se compiono anche un ritardo nei pagamenti il Comune chiederà loro anche il resto dei soldi ottenuti a fondo perduto.

Domanda: Come è andata quest’avventura, tra virgolette?
Barbara Catterina: “Avventura (ride, ndr)? E’ stata una giungla. Il nostro era un progetto di biblioteca e che voleva anche riqualificare una strada in zona degradata dell’area universitaria. Un progetto di impresa positivo con ricadute immediate sul territorio circostante ma è stato uno sfacelo”

D.: In che senso? Come è andato il progetto Mambo?
B.C.: “Un delirio! Prima ci hanno cambiato il manuale di rendicontazione, poi i controlli continui per ogni minima cosa. Una volta, pensi, ci hanno controllato l’uso dello scotch adesivo o delle vernici per dipingere le pareti”.

D.: In che senso?
B.C.:“Si, li avevamo usati. Ci chiedevano dove fossero. Ma li avevamo usati. E così una giornata intera a cercare le taniche di vernici vuote o i rotoli di scotch restanti”.

D.: Un sistema farraginoso o qualcosa di peggio?
B.C.: “Di peggio. Quando diciamo ad altri imprenditori che abbiamo vinto il finanziamento del Comune ci guardano con terrore chiedendoci come ne siamo uscite!”

D: C’è il terrore!?
B.C. : “Si, consideri che del nostro anno (2006) di tutte le imprese finanziate ne è rimasta in piedi solo un’altra che era già un’azienda solida. Questo non è un bando per nuove imprese ma per soggetti che già esistono e possono combattere la burocrazia del Comune

D: E’ amareggiata!
B.C.: “No, mi sento anche presa in giro. Abbiamo fatto mostre, esposizioni, attività di riqualificazione nella strada (quella strada è un area abituale per lo spaccio di stupefacenti e frequentata da sbandati, ndr). Anche gli spilli ci hanno fatto pagare. Chiedevamo un coordinamento tra Comune, Hera e il quartiere. Non facevano che rimpallarci da un ufficio all’altro. Alla fine per le iniziative Hera si è fatta pagare anche i cartelli dei divieti di sosta

D: Sembra uno di quei reality crudeli tipo Hunger Games!
B.C.: “Si, infatti. Quel bando è una bufala. Ogni volta che provavamo ad alzare la testa ed ad investire ancora altre botte. Per questo progetto alla fine ci siamo esposte per 200 mila euro, senza contare le spese per i locali, e ci ritroviamo piene di debiti e sul lastrico. I finanziamenti del Comune di Bologna alle imprese? Per gli onesti come un reality crudele da fantascienza dove ti attirano e poi ti ‘pestano a sangue’”.

Ma sentiamo anche Etta Polico, l’altra giovane imprenditrice
D: Senta Polico, cosa ha imparato da questa esperienza?
Etta Polico: “Una cosa sicura! Mai riceve fondi pubblici. Mai fidarsi del pubblico in Italia. E’ stata un’esperienza comunque positiva sul lato umano e lavorativo. Lavoravamo tanto con l’estero e l’Italia. Siamo ancora l’unico centro del paese con libri e traduzioni in cinese, coreano, giapponese, bantu e swahili. Chiudiamo per i debiti che il Comune ci ha generato. Adesso stiamo vendendo parte dei nostri oltre 7500 volumi”.

D: Ma questi benedetti controlli come sono avvenuti?
E. P.: “Ogni due mesi ore e ore di controlli. Una volta addirittura controlli da 6 ore o 9 ore di seguito”.

D: Neanche foste Al Capone!?Ma quale era l’atteggiamento del Comune?
E. P.: “Assolutamente ostile. Nessuna collaborazione. Mai.”

D: Conosce il caso Vitruvio. Avete letto della mancata denuncia del Comune direttamente alla Procura delle Repubblica? E dei nuovi finanziamenti? Come mai questa disparità di trattamento!? Come era l’atteggiamento con voi?
E. P.: “Atteggiamento assolutamente opposto. Ho letto del caso. Mi fa molta rabbia e non aggiungo cosa altro. E’ il segno della realtà dell’amministrazione. Infatti Vitruvio continua a lavorare con il Comune”

D: I giornali parlavano di voi come “Un posto unico e prezioso”, “la Babele dell’Est”, “un sogno”. Ma avete chiesto spiegazioni al sindaco?
E. P.: Si, gli ho inviato anche una lettera. In campagna elettorale ci ha risposto che eravamo un’eccellenza, un caso da sostenere, da risolvere. Ma finita la campagna il nulla. Si vede che dopo non eravamo più così interessanti.

Serendità è la sensazione che si prova quando si scopre una cosa, non cercata e imprevista, mentre se ne sta cercando un’altra. Solitamente è una sensazione positiva. Ma le due imprenditrici forse non sapevano di incontrare sulla loro strada il Comune di Bologna.
Ecco la lettera inviata al Sindaco Virginio Merola che non ha ottenuto risposta

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