Gli affari delle coop di Buzzi in Emilia Romagna


 

Le strade della coop 29 giugno di Salvatore Buzzi portano a Bologna e in Emilia- Romagna. Lo spiega proprio il boss Massimo Carminati in un passaggio chiave delle prime 1.200 pagine dell’inchiesta Mafia Capitale.

L’ex Nar intercettato giustifica ad un imprenditore colluso la magnificenza del sistema Coop, quasi fosse lui stesso un cooperatore. Carminati: «Ci stanno delle attività che possono essere gestite solo dalle Cooperative… perché le Coop sociali hanno una struttura, per cui intanto non sono a scopo di lucro, teoricamente non sono a scopo di lucro, in effetti poi il lucro…».

L’imprenditore Guarnera, indagato: «Non pagano tasse… ».

Carminati: «Serve, si, serve per far lavorare la gente, se tu per dire, sei una Cooperativa che c’ha, un bilancio a cui a fine anno c’hai 10 milioni ti dicono senti tu con questi 10 milioni devi implementare il lavoro perché quello serve, capito, tanto è vero che loro c’hanno, non lo so, 1100 dipendenti, non so quanto cazzo… loro poi gli danno 16 mensilità a questi, cioè è tutto finalizzato, capito, questa fa parte, pensa come una Cooperativa di ex detenuti… ».

Per l’ex Nar, in sintesi, si usa la forma giuridica della Coop non per avere un regime fiscale di favore ma per far lavorare i lavoratori. Un po’ come si sente dire dai cooperatori veri. Poi Carminati spiega dove è la casa madre. «Infatti ogni tanto prendono e partono tutti per andare a Bologna» dice l’ex Nar riferendosi alla 29 giugno, la cooperativa controllata da Buzzi. A Bologna? A fare cosa?

Ecco un’altra sorpresa che emerge dalle intercettazioni e porta Buzzi direttamente nella regione rossa, a dimostrazione che la famosa foto col ministro del Lavoro Giuliano Poletti forse è qualcosa di più di una evento occasionale e che Buzzi sia strutturale all’ambiente.

IN RIVIERA

La Coop di Buzzi, la 29 giugno Servizi-Società Cooperativa di produzione e Lavoro ha tra le controllate il Consorzio Formula Ambiente. Questa con 80 milioni di fatturato e 650 dipendenti ha sede a Cesena e riunisce altre 23 coop, 20 delle quali a carattere sociale.

Buzzi ne è stato il fondatore insieme a Formula Servizi di Forlì e fino al 2012 presidente, essendone socio al 49%. Ora la partecipazione è scesa al 29%. Ma il Consorzio Formula Ambiente è partecipato da CNS Consorzio Nazionale Servizi di Bologna, uno dei principali assi della cooperazione italiana. CNS con Manutencoop sempre di Bologna, associata al consorzio se non principale socia, un anno e mezzo fa si vide aggiudicare dalla Consip, la centrale acquisti per la Pubblica amministrazione controllata dal Ministero del Tesoro, il mega-appalto da 1miliardo di euro per la pulizia delle scuole italiane: su 9 lotti, 6 vennero aggiudicati alle cooperative rosse, il 65,5% del valore complessivo.

Un gioco tra scatole societarie, Coop, consorzi ed aziende da far girare al testa.

Manutencoop è lo stesso colosso rosso che Luca Odevaine, l’ex capogabinetto di Walter Veltroni sindaco di Roma coinvolto nel sodalizio criminale, contatta per fare affari. Il presidente Claudio Levorato ha una richiesta di arresto per l’Expo. Ma Odevaine ha in mente un progetto imponente, da fare insieme, un Global Service per le strutture sanitarie della regione Lazio, del valore di un miliardo e 300-400 milioni. Li dovrebbe convincere facilmente perché quelli di Manutencoop «sanno che lavoravo con Zingaretti (l’attuale presidente della regione, ndr)» dice Odevaine. In Cns Buzzi è membro del consiglio di sorveglianza (è stato espulso dopo l’inchiesta). Il megaconsorzio Cns finisce nell’indagine Mafia Capitale per la gara da 21,45milioni di euro bandita dalla munipalizzata romana Ama. Assegnati inizialmente i lavori a Cns questa li riassegna alle coop di Buzzi. E la particolarità non è da poco visto che, come fanno notare i giudici, «il giorno successivo all’aggiudicazione della raccolta differenziata, le società riconducibili a Buzzi eroghino, a favore della fondazione riconducibile a Panzironi (ex presidente Ama) e Alemanno, una somma pari a 30.000 euro».

LA «COLLEZIONE»

Un gioco di spostamenti e incastri inizialmente difficile da individuare. Ma i nomi sono sempre gli stessi. Dentro il Consorzio Formula Ambiente di Cesena, la controllata dalla 29 giugno, oltre a CNS, ci sono la C.I.C.L.A.T. Trasporti (Ravenna), Formula Servizi (Forlì), CILS (Cesena), Co.For.Pol. (Forlì), CCILS (Cesena), CSIPM (Meldola-Fo), Gulliver Coop Sociale (Forlì), Formula Sociale (Roma). Nomi questi principalmente emiliano romagnoli che si ripetono in Mafia Capitale anche se le società risultano estranee all’inchiesta.

Formula Ambiente, invece, non opera solo a Cesena ma “spazza” le strade di Forlì, Bologna, Ravenna, Cesenatico, di parte della Romagna e dell’Emilia. Un lavoro che frutta 73 milioni di euro l’anno. Ma spazza anche altrove: al cimitero del Verano a Roma; sulle sponde del Tevere; il Parco Naturale del Gran Sasso. Il presidente di Consorzio Formula Ambiente è il cesenate Maurizio Franchini che sui giornali locali si dice esterrefatto. Ma gli uomini di Buzzi sono ancora ben piazzati nell’azienda. Alessandra Garrone (compagna e sua stretta collaboratrice) e Carlo Maria Guarany nel consiglio d’amministrazione, Paolo Di Ninno nel collegio sindacale. Tutti e tre finiti in manette nel blitz romano per il loro presunto ruolo nell’organizzazione mafiosa gestita da Carminati e Buzzi.

In Emilia Romagna le Coop rosse primeggiano anche nelle emergenze immigrazioni, rom, abitative e sociali. In ogni comune o ente detengono o hanno detenuto il controllo degli appalti. Ma soprattutto per motivi di sicurezza poco viene reso pubblico dagli enti locali quando le opposizioni di centro destra chiedono trasparenza. Caso esemplificativo quella del campo sosta diVilla Erbosa oggetto dell’aggressione a Salvini costato solo di allacci 165mila euro. O il parco Prati di Caprara per i profughi dalla Libia. In due anni 124 persone sono costate solo in pasti della coop Camst 501 mila euro.

 

di Antonio Amorosi  il 10 dicembre 2014 a pag. 1 e 4 su LIBERO QUOTIDIANO nazionale

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