«Trattata da criminale dal pm»: si uccide


Shock a Bologna. Una donna si è suicidata dopo essere stata sentita come testimone da un magistrato. È la storia di una farmacista, Vera Guidetti di 62 anni, che si è tolta la vita dopo che lunedì era stata interrogata in Procura.

Sentita come testimone, quindi senza un avvocato, per 4-5 ore, lunedì la donna è tornata a casa. Ha scritto un biglietto in cui accusa il magistrato di averla trattata «come una criminale» e di non averle creduto. Poi la donna si è iniettata una dose letale di insulina. Cosa che ha fatto anche all’anziana madre 95enne, malata di diabete e inferma in un letto, che ora è ricoverata in ospedale in fin di vita. Le due donne non hanno parenti e la polizia è arrivata nell’abitazione ieri mattina avvertita dalla badante.

Gli inquirenti hanno trovato i due corpi e il foglietto con le accuse della signora accompagnato da un testamento. La donna era stata sentita come testimone in un’inchiesta per ricettazione di opere d’arte e per un furto di gioielli dal valore di circa 7-800mila euro avvenuto lo scorso 3 marzo a casa di un’altra anziana, sempre a Bologna. Dalle intercettazioni erano emersi contatti tra un sospettato, il pregiudicato di origine sinti Ivan Bonora di 46 anni, e la donna poi suicida. Per questo era stato deciso, lunedì, di convocarli entrambi.

Visti gli indizi, non è chiaro perché la donna non sia stata sentita come persona indagata e con la presenza di un avvocato a sua garanzia e quali poi siano state le ragioni da indurla al gesto estremo. In Procura riferiscono che la signora era preoccupata per la propria incolumità e spaventata dall’idea di finire sui giornali. La farmacista, nel corso dell’audizione fiume, aveva ammesso di conoscere Bonora come cliente della farmacia. L’uomo, aveva spiegato la donna, il venerdì precedente le aveva dato un quadro e un sacchetto, di cui però la Guidetti diceva di non conoscere il contenuto.

La farmacista aveva quindi accettato di accompagnare la Polizia nel proprio appartamento, dove aveva consegnato il sacchetto, pieno di preziosi e di due anelli, poi riconosciuti dall’anziana derubata. La donna aveva anche spiegato che in passato Bonora le aveva portato, in conto deposito, altri quadri e lei aveva accettato di tenerli per generosità e affetto nei confronti della famiglia dell’uomo del quale, tuttavia, aveva anche un certo timore.

Ora alle indagini sul furto si uniscono anche quelle sul suicidio della donna.

di Antonio Amorosi il 12 marzo 2015 a pag. 4 su Libero Quotidiano nazionale

 

Aggiornamenti

Il giudice Letizio Magliaro ha liberato Bonora, assistito dall’avvocato Luciano Bertoluzza, perché a suo favore è stata prodotta in udienza la dichiarazione scritta di un notaio di San Marino che gli ha fornito un alibi.

Prima dell’audizione di Bonora e della farmacista la Squadra mobile e il pm Massimiliano Rossi avevano intercettano alcuni telefoni, fra cui quello dell’uomo.

Ascoltando le conversazioni emergeva che la figura di Vera Guidetti, titolare della Farmacia del Sole in via Pirandello, al Pilastro, aveva frequenti contatti con il giostraio, pregiudicato per reati contro il patrimonio. La polizia lunedì convoca dunque la farmacista in Questura, dove viene sentita come persona informata sui fatti dal procuratore aggiunto Valter Giovannini. Rossi sembra non fosse presente per un impegno concomitante.

La donna ammette di conoscere Bonora. Di seguito i fatti raccontati e il lungo interrogatorio. Scatta il fermo in carcere di Bonora. Sulla base di diversi elementi: i due anelli, il riconoscimento di Bonora da parte di un testimone fatto sulla base di foto, di un filmato e anche di persona, in Questura; e il mancato alibi fornito da Bonora.

Ma gli anelli sono di tipo molto comune. Bonora sostiene di essere stato fuori Bologna al momento del furto, avvenuto alle 10,35, a San Marino da un notaio per stipulare un atto. La polizia telefona al notaio, che conferma l’appuntamento collocandolo alle 12,30. Per i pm Bonora poteva essere in via Saragozza alle 10,35.

Ma l’avvocato Bertoluzza in udienza produce una lettera del notaio che si corregge e colloca l’appuntamento alle 11,30, orario incompatibile con il furto. Bonora e i due parenti in viaggio con lui ricostruiscono nel dettaglio gli orari e le tappe, comprese le fermate in autogrill. Il gip Magliaro lo scarcera perché il fatto non è più così evidente. «Le indagini proseguono, ci riserviamo di fare appello», dice Giovannini ai giornali. La polizia è al lavoro sui caselli dell’A4 e sulle telecamere degli autogrill.

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Il senatore Luigi Manconi del Pd ha chiesto ai ministeri Giustizia e Interni un’ispezione sulla Procura di Bologna e sulla squadra mobile di Bologna

Suscitano le perplessità del senatore il fatto che «l’escussione testimoniale della signora Guidetti, evidentemente interessata da chiari indizi di colpevolezza, si sarebbe svolta senza alcuna garanzia difensiva e con discutibili modalità per un tempo assai prolungato». E che «Della permanenza della signora Guidetti negli uffici della Questura non sarebbe stato informato il pubblico ministero di turno».  E ancora: «Il giorno 11 marzo, ossia al momento della scoperta del corpo della Guidetti e del suo biglietto di accusa il procuratore aggiunto Giovannini si recava nell’abitazione della donna, anticipando il pubblico ministero di turno e continuando a condurre le indagini sul decesso della Guidetti, nonostante il suo coinvolgimento nella vicenda in quanto indicato (a torto o a ragione) dalla farmacista deceduta come responsabile di comportamenti ostili nei propri confronti».

L’audizione della donna in Questura «non ha un suo status ben definito e una forma inequivocabile tra il ruolo del testimone e il ruolo dell’indagato». E poi: «Se fosse vero, e lo ripeto tre volte, se fosse vero che su quel biglietto c’e’ il nome del procuratore aggiunto, anche solo per questione di opportunità e sensibilità umana, penso che quel magistrato dovesse astenersi dalle indagini». Per Manconi, ce n’e’ a sufficienza per chiedere un intervento degli ispettori ministeriali affinche’ verifichino se le indagini si siano svolte correttamente.

Qualche giorno prima sono apparse delle ingiurie sui muri di Bologna che attaccavano il Procuratore aggiunto. Il sindaco di Bologna Virginio Merola, il presidente della Regione Stefano Bonaccini, il ministro all’ambiente Gianluca Galletti oltre a varie personalità locali hanno espresso per le scritte solidarietà al Procuratore.

Il 20 marzo è morta per arresto cardiaco la madre di Vera Guidetti.

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