CHRISTIAN ABBONDANZA DELLA “CASA DELLA LEGALITA'”DA OGGI SOTTO PROTEZIONE


Christian Abbondanza, presidente della Casa della Legalità è appena stato messo sotto protezione dalla Prefettura di Genova. Dopo le numerose minacce subite sarà effettuata una sorveglianza a rotazione della sua abitazione e del luogo dove lavora.

Da anni denuncia le infiltrazioni della criminalità organizzata al Nord, compresa l’Emilia Romagna, ma nel silenzio generale. Dopo derisione, isolamento, attacchi frontali dei partiti politici, dei loro leader e dei loro amici all’interno dei media adesso arriviamo al primo livello di pericolosità. Ma chi è Christian Abbondanza? E’ un giovane di Genova che ha iniziato le sue attività organizzando concerti e cercando spazi per manifestazioni culturali. Si è trovato davanti un muro di illegalità e di collusioni inspiegabili tra istituzioni e malavita. Quel ragazzo poi è cresciuto e con la sua associazione, “La casa della legalità, dal 2004 ha denunciato, e continua a farlo, situazioni di collusione e infiltrazioni della criminalità organizzata nella nostra società e le illegalità nelle amministrazioni pubbliche, nelle città del Nord. Sì, perché proprio nel Nord, dove la criminalità organizzata è ormai una realtà conclamata che si infiltra grazie anche ad appoggi compiacenti nei nostri quartieri, nelle municipalizzate, nelle imprese pubbliche, nelle attività private e negli enti locali, i cittadini scoprono a loro spese le conseguenze di avere come vicino di casa soggetti criminali con le proprie attività alla luce del sole. E sono tanti oggi i casi di persone che per garantirsi un pò di giustizia e trasparenza nel territorio dove vivono, devono “farsi martiri” in un escalation terribile, di una guerra che toccherebbe prima di tutto allo Stato. Questo però vuol dire che qualcosa non ha funzionato e non funziona nelle istituzioni delegate a farlo! Questa situazione è un chiaro messaggio: “cittadino, per combattere la criminalità organizzata si deve sacrificare la vita e prima di tutto devi sacrificarla tu, se vuoi opporti”. Questo è lo stato dell’arte che forse oramai tutti in Italia hanno in testa ma che non possiamo ammettere quando parlano di criminalità organizzata. Vorrebbe infatti dire confermare che lo Stato è incapace di frenare l’avanzata di questi fenomeni, gestendone una convivenza e sottomettendosi alle sue regole.

Ma è proprio qui che noi crediamo si possa fare la differenza. Il cittadino deve pretendere dalle Istituzioni e dalla politica l’applicazione delle leggi e la difesa dei propri diritti senza scorciatoie e mediazioni. Lo Stato non può lavarsi le mani da una situazione insostenibile. Non può e non deve farlo per non essere irrimediabilmente delegato a uno Stato condannato solo a subire la mafia e a conviverci.

Oggi che siamo in tema di amministrative nazionali bisognerebbe prima di tutto chiedere agli amministratori e ai politici di applicare le leggi esistenti per gli appalti pubblici e non di inventarsi vuote campagne di marketing antimafia per racimolare qualche voto. Basterebbe applicare poche cose come  abbiamo già detto. Ad esempio applicare il codice dei contratti pubblici, azione che consente di tracciare tutte le società esistenti e i loro trasferimenti di denaro sul territorio (cosa che le amministrazioni si guardano bene dal fare); supportare le forze di polizia e la magistratura quando agiscono in modo deciso contro la criminalità al Nord e smetterla di sminuire il fenomeno o chi parla della presenza della criminalità organizzata nelle nostre città (questi sono solo esempio di iniziative concrete che gli amministratori dei comuni possono attivare già da domattina invece che perdersi in chiacchiere su questioni irrilevanti).

Le cose che Christian Abbondanza denuncia sono talmente vere e circostanziate che il comune di Bordighera (IM) è stato sciolto per infiltrazioni mafiose qualche mese fa e il Prefetto di Imperia ha richiesto l’altro ieri lo scioglimento di quello di Ventimiglia (IM) per lo stesso motivo.

Un fenomeno non solo locale ma che già si è presentato massiccio in altre parti del Nord Italia come, ad esempio, nella città di Pavia in Lombardia.

Diamo a lui la nostra solidarietà sapendo che a un cittadino non va chiesto di mettere in pericolo la propria vita. Ci si esprima, da ognuno delle nostre posizioni e ruoli dentro la società, facendo pressioni sullo Stato e i suoi organi istituzionali affinché fenomeni come la criminalità organizzata vengano contrastati con serietà e concretezza.

5commenti
  1. Federica Salsi

    23 maggio 2011 at 12:57

    Christian Abbondanza insieme ad Antonio Amorosi si sono occupati più volte di Bologna. Interessante il dossier sulle assegnazioni illegittime delle case popolari bolognesi http://www.casadellalegalita.org/index.php?option=com_content&task=v…iew&id=6418&Itemid=1 e altrettanto interessanti il libro Tra la via Emilia e il Clan http://www.legalitabooks.com/index.php?option=com_content&view=article&id=51%3Atra-la-via-emilia-e-il-clan&catid=1%3Aultime&Itemid=50 che parla delle mafie in Emilia-Romagna. GRAZIE di cuore per il vostro operato.

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  2. Pierluigi

    23 maggio 2011 at 15:09

    Un caro pensiero a Christian e a tutti quelli che come lui non si sono arresi e mai si arrenderanno di fronte alle iniquità della società italiana e, a differenza dei nostri incredibili politici di ogni specie e colore, nessuno escluso, lottano per portare la verità a tutti noi. Che almeno la mia, nostra solidarietà ti possa rallegrare il cuore.
    Un abbraccio forte

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  3. cristina

    23 maggio 2011 at 20:06

    Quelle che vengono definite da Pierluigi “le iniquità della società italiana” hanno nome ,cognome,una storia e una ragione d’essere. Sono da individuare innazitutto all’interno delle istituzioni ,in individui che non svolgono i propri compiti istituzionali e costituzionali. La cancrena della corruzione istituzionale si propaga facilmente quando al cittadino mancano gli stumenti tecinici e giuridici per difendersi direttamente dagli abusi , dalla concussione , dalla collusione. L’antimafia di maniera , capace di occupare gli spazi dello spettacolo socio-poitico-mediatico ,facendo obliare che il vero problema è costituito da quell’assenza di strumenti di difesa , è uno strumento di propagazione della mafia , che facilmente e con modica spesa può inflitrarsi nello spettacolo offerto dall’antimafia. L’apparente paradosso italiano per cui assistiamo ad un espamdersi della criminalità organizzata di stampo mafioso e non ,insieme alla divulgazione massiccia delle tematiche dell’antimafia , non è un caso. Se si vuole combattere seriamente un cancro socio economico qual’è la criminalità organizzata (sopratutto quella dei colletti bianchi e dei faccendieri )bisogna che i rappresentanti delle istituzioni – prima di tutto le cosidette forze dell’ordine – facciano il loro dovere , istituzionale e costituzionale.
    Ma costoro devono essere prima di tutto ben consapevoli di quale sia il loro compito istituzionale e costituzionale. In presenza di una grave ed estesa corruzione delle “alte sfere” e dei vertici istituzionali ,occorre che i cittadini pretendano di essere padroni di validi strumenti per la difesa dei loro diritti-doveri. Questo è il vero nodo da sciogliere. Tutta la mia solidarietà a Christian Abbondanza.

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  4. marisa

    24 maggio 2011 at 08:08

    Tutta la mia solidarietà a Cristian e aggiungo che, CRISTINA HA PERFETTAMENTE RAGIONE ,ha centrato il problema.Quando per una legge regionale bocciata dalla Corte Costituzionale si trovano tutte le scappatoie per applicarla ,HO DETTO TUTTO.PER UN CITTADINO ONESTO NON C’E’ DIFESA CONTRO L’ILLEGALITA’ DIFFUSA anzi è il solo che paga per qualsiasi minima infrazione per
    dimostrare che le leggi si applicano.

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  5. cristina

    24 maggio 2011 at 17:58

    Ringrazio Marisa per aver rilanciato quello che ritengo sia il vero nodo da sciogliere: munire il cittadino di strumenti sia tecnici che giuridici per difendersi immediatamente da abusi, concussioni , violazioni ecc e per costringere le istituzioni e i suoi rappresentanti a fare il loro dovere istituzionale e costituzionale. Senza un riequilibrio dei poteri tra l’apparato istituzionale e la libera espressione del cittadino che consegni al singolo individuo gli strumenti per affermare la tutela dei propri diritti-doveri costituzionali è impossibile fermare il diffondersi della cancrena sociale , politica , economica e finanziaria . Non si difende la collettività senza dare al singolo cittadino il potere di autotutela e autodifesa. Solo l’inerzia , la collusione, la corruzione e l’infiltrazione mafiosa a tutti i livelli delle istituzioni e delle corporazioni sono responsabili della devastazione civile del nostro sud. Solo l’impotenza a cui sono condannati i singoli cittadini del sud che volendo chiedere il rispetto dei propri diritti-doveri vengono invece presi a calci( quando non ammazzati) dalle istituzioni è responsabile del controllo mafioso di quattro regioni del nostro sud.
    Dobbiamo fare presto se non vogliamo che tutta l’Italia sia “cancrenizzata” dalla mafia s.p.a. con le stesse tecniche.
    Per questo invito tutti a fare proposte concrete per definire un “codice di autotutela costituzionale “che ogni singolo cittadino possa far valere nei confronti delle istituzioni inadepienti o corrotte o colluse o infiltrate.

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