Bologna, Palazzo di Giustizia. Nuove ombre sul trasferimento


Esclusivo – Riemerge il caso sospetto sul trasferimento del Palazzo di Giustizia di Bologna, Palazzo Pizzardi, un edificio inadeguato a contenere tutti gli addetti. Si ripetono strane coincidenze. Come quelle sull’affitto dato dal Comune di Bologna al patron di Datalogic, Romano Volta, proprietario dello stabile. Un nuovo documento in esclusiva ad Affaritaliani potrebbe svelare particolari importanti. Qualche anno fa dure polemiche tra amministratori, magistrati e addetti ai lavori tennero col fiato sospeso il capoluogo emiliano

Bologna – Fa ancora discutere la nuova sede degli uffici giudiziari e del Tribunale. Un documento di questi giorni potrebbe far leggere il caso sotto tutta un altra luce. Trasferiti a Palazzo Pizzardi in via D’Azeglio, da Piazza Trento Trieste, furono al centro di alcune ombre e coincidenze. Alle polemiche sulla scelta di un luogo inadeguato per contenere tutte le attività della sede della giustizia bolognese seguì nel 2011 anche un’indagine della magistratura.

Giustizia Pizzardi

Il Comune con l’ex sindaco Cofferati, nel novembre del 2006, aveva stipulato un contratto di affitto di ben 3,3 milione di euro annui con l’imprenditore Romano Volta per trasferire gli uffici di giustizia a Palazzo Pizzardi. E così magistrati, avvocati, camionette con detenuti e addetti ai lavori si sono ritrovati stipati tra le strettoie dell’edificio e nel pieno caos del centro storico medievale. Per il nuovo Tribunale il Comune spende oltre 3,6 milioni di euro di affitto l’anno (c’è stato anche un aumento) che, sommato alle altre sedi ancora funzionanti, porta le spese a circa 6 milioni di euro (in precedenza, si spendevano poco più di 2 milioni di euro).

Dall’epoca della giunta Guazzaloca, prima del 2004, il Comune vuole trasferire gli uffici giudiziari ma nell’Ex Maternità, anche questa in via D’Azeglio. Le varie soluzioni non incontrano però neanche la disponibilità della Procura che vorrebbe far costruire una “cittadella giudiziaria”. Scelta più razionale ed economica. A metà del 2004 vince le elezioni il sindaco Cofferati che il 21 marzo del 2005, decide di bocciare il progetto Ex Maternità perché l’area è piccola.

Il giorno dopo, il 22 marzo 2005, l’imprenditore di Datalogic Romano Volta acquista Palazzo Pizzardi. La responsabile del procedimento, la dirigente Raffaela Bruni, conferma a La Repubblica che “l’Ex Maternità era piccola, solo 8 mila metri per massimo 200 persone”, “il progetto” venne presentata da “Volta in Comune quando venne bocciata l’Ex Maternità di Guazzaloca” e poi per lei la spesa per il Comune sarebbe simile. Il Comune assegna l’affitto a Romano Volta e non con una gara pubblica, come stabilisce il codice dei contratti (Decreto legislativo 12 aprile 2006 n. 163). Volta già nel 2004 aveva perso l’asta d’acquisto di Palazzo Pizzardi. Ma aveva insistito e se l’era aggiudicato pagandolo a un privato ben 11 milioni in più (dall’asta iniziale il prezzo era lievitato dai 33 milioni e 300mila euro ai 44 milioni).

La Procura così apre un’indagine per vederci chiaro. Intanto anche l’Ex Maternità viene acquistata da Romano Volta (nel 2011). Ma ecco la novità. Oggi il Comune guidato dall’attuale sindaco Merola, nella giunta con Cofferati nel novembre 2006, con un atto sempre di Raffaela Bruni, emana un avviso pubblico. Il Comune vuole affittare 6500-7500 metri quadrati da destinare agli uffici giudiziari di Bologna spendendo 850 mila euro. Li cerca, per collocare “almeno 220 persone” e in un’area così’ circoscritta del centro storico (da via Ugo Bassi a San Felice fino Strada Maggiore e Viale Vicini ) da coincide perfettamente con l’Ex Maternità, struttura prima rifiutata dal Comune per lo stesso scopo. Nell’area non sembra esserci altro di compatibile all’avviso. Ci sarebbe anche un altro edificio compatibile (gli Ex Bastardini) ma è di proprietà della Provincia. Il Comune in caso d’interesse, non avrebbe emanato un avviso pubblico a privati ma lo avrebbe comunicato direttamente alla Provincia! Difficile mettere a reddito palazzi monumentali del centro di una città come Bologna. L’investimento se non coperto da certezza di investimento guidato, affitto a un ente o grosse holding si trasforma sempre e solo in un importante esborso.

Se la scelta ricadesse ancora una volta sull’Ex Maternità, come il documento sembra indirizzare, un alone di irrazionalità totale ricadrebbe su tutta l’operazione Pizzardi-Ex Maternità. O c’è dell’altro? Ma siamo arrivati dove sapevamo già: una spesa superiore a quella precedente e un peggioramento del servizio per i cittadini. Ma era la soluzione più sensata? Come è possibile che il Comune sia così bravo a sostenere gli interessi di un privato? Ma non era meglio la cittadella giudiziaria?

Affitto comune

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