Gli agenti obbligati a dire ai banditi che li stan pedinando


 

In prima pagina e a pag 17 su Libero Quotidiano del 28 agosto 2014 – Aggiornamento

Ma il ministro degli Interni Alfano lo sa che a Bologna la polizia «dipende» da Colombo, e non è il tenente? Bensì è l’assessore della giunta Pd che sta introducendo da qualche anno strane idee per la gestione del traffico cittadino che creano non poche polemiche.

Dalle pedonalizzazioni di uno dei più grandi centri storici d’Europa senza mezzi di mobilità per disabili e anziani, al soqquadro della città per un trasporto rivoluzionario e costoso (il Crealis) che alla fine è un filobus, fino alla proposta surreale di una pista ciclabile in mezzo agli intasatissimi viali di circonvallazione. E ne spunta un’altra. Da oggi sugli autobus di Bologna i poliziotti che fanno un pedinamento o sono in incognito devono qualificarsi e farsi riconoscere.

Lo stabilisce una disposizione della Questura che accoglie l’indicazione dell’impresa dei trasporti Tper, di cui il Comune di Bologna è fondamentale azionista, 30,11%, insieme alla Regione Emilia Romagna, dopo la messa in liquidazione della sua storica impresa dei trasporti Atc. Tper è guidata da Giuseppina Gualtieri, vicina all’ex premier Romano Prodi.

Per contrastare l’evasione di chi non paga il biglietto, Tper ha stabilito che chiunque usi l’autobus dovrà validare obbligatoriamente il titoli di viaggio ad ogni salita.

Una disagio per chi ha un abbonamento, principalmente anziani, categorie protette e particolari e studenti delle classi inferiori. I fruitori del servizio dovranno aspettarsi lunghe file all’ingresso dei bus, per una procedura che allungherà le attese, con il rischio di disincentivare l’utilizzo degli stessi mezzi.

In più il 17 agosto, con operatività immediata, Tper ha mandato una disposizione alla Questura dove spiega che da oggi i poliziotti che sono sugli autobus devono farsi riconoscere. E non perché potrebbero non avere diritto al viaggio, visto che per motivi di sicurezza viaggiano senza pagare, ma per far capire che sono poliziotti e quindi non evasori.

«Perché è impossibile dimostrare ai presenti la propria regolarità», Tper indica la procedura da seguire. I poliziotti alle fermate degli autobus dovranno «preparare il tesserino di servizio già durante l’attesa del bus, prima ancora di salire a bordo». E ancora «salgano dalla parte anteriore, mostrino il tesserino al conducente… anche se l’azione non è un vero controllo». Non solo. Per non esporre i poliziotti al «controllo sociale» si comunica che i loro titoli verranno verificati una seconda volta dai controllori che ne «valuteranno la validità».

La Questura recepisce e adotta la circolare per tutti i suoi uffici.

«Da oggi è praticamente impossibile seguire un pedinamento sugli autobus. Diventano una sorta di tana libera tutti», ci dice un ispettore irretito. Eppure Bologna è uno dei capoluoghi italiani dei borseggi, dicono le ricerche de Il Sole 24 ore. Borseggi che avvengono soprattutto sui bus.

«Se sto seguendo un delinquente mi dovrei fermare e dire, scusate, mi presento sono un poliziotto…», continua l’agente.

«Il questore non capisce il non-senso della disposizioni forse perché viaggia in auto blu? Da oggi quindi prendiamo direttive dal sindaco Pd Merola e dagli uomini di Prodi? Dove sono i sindacati?», si sfoga un altro.

La disposizione è surreale poiché viola anche una serie di norme. Gli agenti mostrano una legge del 1925 e il Dpr n°90 del 2010. C’è scritto: l’accesso è libero e non può essere regolamentato da un’impresa. Legittimo esibire il tesserino al solo verificatore ma questi non ha titolo per verificare la validità del documento di riconoscimento dell’agente di pubblica sicurezza. «Questa è l’ultima assurdità della P.A. bolognese», commenta il capogruppo Pdl in Comune Michele Facci.

Mentre l’assessore Andrea Colombo ha così giustificato il provvedimento generale: «Un piccolo gesto per contribuire in prima persona a contrastare l’evasione tariffaria di chi non paga il biglietto».

 

 

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