Anziana cade in una buca, giudice la condanna


«Bologna, ogni strada c’è una buca» cantava LucioDalla. E se ci cadi dentro e ti rompi il polso la colpa è tua e non del Comune che non le sistema. E il giudice ti condanna anche a pagare le spese di lite intentata all’ente pubblico.

di Antonio Amorosi a pag. 13 di Libero Quotidiano del 26 luglio 2015

E’ successo alla signora Norma Tarozzi, 76 anni, caduta percorrendo il marciapiede di via Pietramellara, a contatto col traffico dei viali di circonvallazione.Al pronto soccorso del Rizzoli le diagnosticano la rottura dello scafoide del polso destro e le danno 40 giorni diprognosi.Un incidente particolarmente doloroso e difficile da recuperare, a qualsiasi età. Ma Norma, cittadina combattiva ed ex esponente della Lega Nord, decide di far causa al Comune. La sentenza arriva qualche giorno fa: condannata lei, anche a pagare cinquemila euro di spese di lite.

«È noto- scrive il giudice Giuseppina Benenati – che buona parte della pavimentazione dei marciapiedi del territorio cittadino bolognese come anche il manto stradale, si presentano dissestati e/ o ammalorati; il pedone non può aspettarsi che le due superfici asfalto- cemento abbiano esattamente il medesimo livello e deve anzi ritenere probabile che alla estrema destra del marciapiede la continuità dei livelli non vi sia e possa invece esservi uno scalino se pure modesto». Riassumendo: hai 76 anni, cammini sul marciapiede, non puoi andare altrove perché le auto ti investirebbero ma devi aspettarti che le superfici del marciapiede non coincidano. Che siano dissestate è normale.

La sentenza continua: «Emerge che l’attrice (cioè il pedone, ndr) fosse consapevole dello stato di pericolo in cui si trovava la pavimentazione abitando in via Zanardi», cioè lì vicino «e che pertanto fosse in grado di prevedere la presenza della buca in cui è inciampata». La buca andava prevista. Così facendo si esclude la responsabilità del Comune.

«Come facevo a prevederla? Mi sembra una follia» dice Norma Tarozzi a Libero. «Questa sentenza mi sembra quasi intimidatoria. Ho paura a fare appello: lì le spese legali sarebbero ancora più alte». La donna percorreva la strada per raggiungere il suo ex posto di lavoro, dove ancora va ad aiutare, a titolo gratuito, le colleghe.

Il magistrato continua: «La condotta della danneggiata è priva della diligenza richiesta dal contesto specifico, infatti non va individuato un uso anomalo della cosa, ma un uso oggettivamente normale, effettuato con affidamento soggettivo anomalo».

La Corte di Cassazione spiega in una sentenza del 2015 che nessun risarcimento spetta al cittadino per la caduta dovuta ad una buca stradale quando il fatto è riconducibile alla disattenzione del soggetto, tale da essere un caso fortuito. Ma la integra con altre due del 2011 e del 2013 dove sostiene che se in un tratto di strada sono avvenuti ripetuti incidenti la colpa è dell’ente pubblico. L’onere delle prove è della parte lesa, il pedone, e la possibilità di accettarle sono del giudice. Sulla strada dove è caduta la Tarozzi sarebbero capitati altri incidenti simili. Ma la legge in Italia è sempre interpretabile e piena di punti di fuga.

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