ALBANESE LA QUALUNQUE: DURA POLEMICA SUI DIRITTI DELLA CANZONE DEL FILM


Cetto La Qualunque che canta “Qualunquemente-Onda calabra”, sta spopolando sul web. La canzone dell’attesissimo film interpretato da Antonio Albanese, nelle vesti del corrotto personaggio politico calabrese, è un hit che sta travolgendo ogni previsione. Ma nel film che è uscito nelle sale venerdì 21 gennaio sembra essere spuntato un neo non da poco. La canzone Onda calabra è un pezzo scritto da un gruppo rock folk italiano: Il parto delle nuvole pesanti. La notizia del giorno è che l’autore principale, Peppe Voltarelli, nega l’autorizzazione al deposito Siae dell’inciso nella versione di Albanese e presto trasformerà la contraddizione di Cetto La Qualunque/Albanese in un contenzioso legale. Peppe Voltarelli è un artista poliedrico diventato solista; attore cinematografico, autore e vincitore della Targa Tenco del 2010 per il miglior disco in dialetto. Mi ha rilasciato un intervista.

Esce il film di Albanese, l’hit è vostra (del gruppo) e come mai sei così amareggiato?

Non condivido il fatto che un brano che parla di emigrazione simbolo di speranza e riscatto sociale venga associato se pur in modo ironico alla politica corrotta.

Si dice che addirittura tu abbia scritto ad Albanese una lettera aperta molto dura?

Conosco Antonio e lo stimo. Gli ho scritto una lettera molto accorata in cui difendo la mia canzone e il suo testo originario. Io non ho dato nessuna autorizzazione al cambiamento del testo.

Cosa gli imputi?

Di aver travisato il senso e la storia di una canzone, senza tener conto del profondo significato di alcuni valori contenuti nel testo: speranza e desiderio di cambiamento di tanti immigrati calabresi. E’ stato superficiale. Spero si ravveda.

In che senso? Dici che è cambiato il mood della canzone? Ma non vi fa della pubblicità?

Non e’ cambiato. E’stravolto in una direzione macchiettistica e caricaturale. Aderisce al personaggio ma calpesta il senso originario e lo banalizza, accostandolo ad una versione della Calabria solo gretta e ottusa, da cui personalmente sono sempre stato distante. Mi sono arrivati centinaia di messaggi, da tutto il mondo, da parte della comunità calabresi all’estero che mi chiedevano perché avessi dato il permesso a questo rifacimento. Il brano è l’hit del documentario “Doichlanda” vincitore nel 2003 del Torino film festival e diventato in Germania film di culto sull’immigrazione.

Ma voi gli avete dato o no i diritti per usare la canzone?

Ho potuto ascoltare la sua versione solo il 22 dicembre, poi il 3 gennaio il trailer impazzava. Io no. Non ho firmato nessuna autorizzazione. Aspettavo una risposta dalla produzione che non e’ mai arrivata.

Quindi cos’è che gli imputi (a lui o alla produzione)?

La leggerezza. Io vivo di musica da oltre 15 anni. Lavoro con etichette indipendenti e la mia musica e’ distribuita in tutto il mondo. Devo difendere il volto positivo della mia terra e non so fino a che punto la macchietta e la barzelletta contribuiscano allo sviluppo di una mentalità nuova e antimafia.

Eppure lui vi ha lodato in tv da Fabio Fazio?

Non ho la televisione da dieci anni. La tv non può essere il metro. Siamo già pieni di gente che ucciderebbe la madre per andare in tv. E’arrivato il momento di  pensare diversamente. Basta con il sensazionalismo. Voglio di più da questi anni amari. E vorrei che la mia gente sapesse la mia posizione.

Come vedi la Calabria? I politici calabresi?

E’ un momento di grande degrado umano e politico frutto di anni bui dell’intelligenza. Ci vuole speranza per invertire la rotta. Ma oggi faccio fatica a vederla.

Quali sono le cose che più ti colpiscono della situazione italiana?

Il senso di disorientamento collettivo, la rassegnazione, la frammentazione delle persone, la mancanza di dignità e la potenza infinita delle mafie che continuano a nutrirsi di tutto questo trasformandolo in ricchezza liquida.

“Qualunquemente” è un film prodotto dalla Fandango film e diretto da Giulio Manfredonia. Ironia della sorte si parla di un calabrese furbo che frega il prossimo. Ma qui la realtà si è rovesciata. Il gabbato sembra proprio essere un calabrese.

ascolta le due versioni

versione originale Peppe Voltarelli

versione Albanese

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