OLOCAUSTO: I NUMERI DI BOLOGNA E LA MEMORIA


L’orrore dell’olocausto e la memoria di ricordare la diffusione dell’antisemitismo almeno oggi. Qui troverete i numeri dei deportati italiani città per città. 6745 in Italia, 110 a Bologna. E qui le iniziative per ricordare le vittime. A Bologna il ghetto sorse dove vivevano i membri della comunità ebraica. Tra l’attuale via Zamboni e via Oberdan. Via dell’Inferno era la strada principale. La bolla pontificia del 1555 li faceva vivere solo lì separati dalle abitazioni dei cristiani. A mezzanotte i portoni del ghetto con 50 case e 8 stalle dovevano essere chiusi. La vita della comunità si è sempre svolta tutta li dentro. Nel 1593 novecento ebrei lasciarono la città e per oltre due secoli non fu permesso ad un gruppo ebraico organizzato di viverci.
Se qualche viandante ebreo passava per Bologna poteva soggiornare solo all’osteria del “Cappello Rosso”. In via dei Fusari n. 9 esiste ancora un albergo con questo nome, così chiamato per il cappello che gli ebrei erano costretti a portare come segno di riconoscimento.
Solo tra il 1859 e 1860 le comunità ebraiche riconquistarono la libertà.
Nel 1870 fu costruita a Bologna una piccola sinagoga. Nel 1928 fu inaugurato il tempio israelitico in via dei Gombruti n. 9. Il tempio fu danneggiato nel 1943 da una bomba ed è stato ricostruito nel 1954. Ospita oggi anche la sede della comunità ebraica.

L’antico ghetto, divenuto ormai parte integrante del centro storico, ospita oggi il Museo Ebraico di Bologna che ricorda la storia della comunità.

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