CHIUDE L’EDICOLA SOTTO LE DUE TORRI DI BOLOGNA


Le banche sono proprietarie di molti metri di città e spanna dopo spanna ne mangiano pezzi e cambiano l’immagine. Sono spesso loro a decidere il futuro dei nostri centri storici che diventano vetrine per multinazionali. Così come a Bologna dove in questi giorni chiude la storica edicola delle Due Torri. Aperta negli anni ’30 dal giornalista Pini, redattore de Il Popolo d‘Italia, era ormai un punto di riferimento per tutti i bolognesi. Oggi due manager della Generali di Milano con un tratto di penna ne cancellano l’esistenza quasi centenaria senza neanche dare una motivazione. Scadeva solo il contratto che non è stato rinnovato. Così muore un luogo storico e il proprietario dell’edicola, il giovane Erik Babini, farà la stessa fine dell’orologiaio e della libreria che pochi mesi fa hanno chiuso i battenti. Un colpo basso che alimenta una città vetrina sempre meno a misura d’uomo e più povera di qualità. Infatti molti stabili in zona si preferisce affittarli a multinazionali o tenerli vuoti. Erik però non demorde. Anzi ha deciso di spostarsi 50 metri più in là. Chi passasse dal centro di Bologna potrà andarlo a trovare in Strada Maggiore, al numero 5. E per correre ai ripari dall’amarezza ha deciso di acquisire anche una licenza alimentare per vendere confezioni di miele che lui stesso produce. Un bel modo di rilanciare. Perché il peggior nemico del successo è la paura del cambiamento, impedisce a nuove idee e stimoli di venire allo scoperto. Ed Erik ne ha.

6commenti
  1. Giorgio Muccio

    8 settembre 2011 at 19:21

    Non credete allo strapotere delle banche a Bologna? La “ristrutturazione” di Piazza Minghetti è stata voluta e pagata da loro….e nn c’è albero che tenga.

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  2. erik

    8 settembre 2011 at 23:01

    grazie antonio hai colto il nocciolo della questione e un grazie speciale per l’ incoraggiamento.
    P.S scusate l’ ignoranza ma, di fianco al centro commerciale in via larga al Pianeta, il comune in combutta con l’ UNIPOL cosa sta facendo di utile per la collettività? cosa stanno costruendo? A cosa serve lì un grattacielo? A chi giova?

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  3. Giuseppe

    8 settembre 2011 at 23:17

    Ancora un altro pezzo storico che scompare. Che ci verrà al suo posto?? E pensare che a milano e Torino hanno ancora i tram! Giuseppe R.

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  4. nik

    10 settembre 2011 at 09:31

    e’ uno schifo!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!ma ve la ricordate la Bologna di fine anni ’70?………….che nostalgia!!!!!!!!!!

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  5. erik

    13 settembre 2011 at 21:03

    Hanno identificato la parola “i mercati” con “libertà”.
    In realtà hanno sostituito le parole dio, aristocrazia e schiavitu con mercati.
    E la gente pensa che sia tutto vero: pensiero unico
    Tornando all’ edicola 2 torri:
    al suo posto rimarrà un angolo vuoto. Credono in questa maniera di valorizzare l’ immobile. Ci sono varie voci del tipo: vogliono vendere ad un acquirente che ha dei progetti incompatibili con i contratti di locazioni in essere.
    Oppure la stessa Generali vorrebbe portare in quel portico grandi firme imitando Galleria cavour. In ogni caso portano a scadenza i contratti esistenti senza rinnovarli per avere un immobile sfitto.
    Un noto negoziante della zona però mi racconta che lui conosce i proprietari di piazza cavour e per fare una galleria di quel tipo occorre grande lungimiranza e conoscenza del mercato e comunque circa un decennio di studio e contatti per avere successo. requisiti improbabili da trovare in questi managerini bamboccioni che fanno carriera creando fondi neri invece che profitti. Il loro titolo in borsa in circa dieci anni ha perso più della metà: risultato altamente sotto la media soprattutto se pensiamo alle dimensioni (tra i primi colossi assicurativi europei e alla sua situazione patrimoniale) buona serata a tutti

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  6. Enrico Zocca

    23 settembre 2011 at 19:51

    dobbiamo sinceramente fare qualcosa….e internet che è libero ci può aiutare e fare si che la nostra voce diventi un fiume…guardate in africa che cosa è successo? sembra che i nostri politici non se ne mettano proprio che i nostri bellissimi centri storici diventino vuoti….questi signori questi centri sono la nostra storia…il nostro futuro….come lo può e lo deve essere il turismo culturale…che nessun’altra nazione ha

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