Multano la festa dell’Unità nazionale ma sotto accusa finiscono loro


ForestaliClima da caccia alle streghe o stile romanzo di Dan Brown nella Guardia Forestale.

Alcuni giorni fa quella di Bologna ha notificato una denuncia penale ai responsabili della Festa dell’Unità Nazionale per violazioni rilevanti in ambito agroalimentare. Nei primissimi giorni di settembre la Forestale aveva eseguito un controllo tra le cucine della festa Pd che quest’anno, come spesso accade, si è tenuta nel capoluogo emiliano. In diversi ristoranti, tra cui il Porcino Malefico e il Porcino Divino, sono risultati presenti cibi congelati (soprattutto carne e pesce), aspetto che non veniva indicato nei menù passando per tanto per freschi. Su delle cassette di funghi mancava invece il certificato di provenienza e i funghi, si sa, possono essere molto pericolosi, quindi sono stati sequestrati. In questi casi rischia la condanna penale per tentata frode nell’esercizio del commercio, il ristoratore che non indica nel menù che gli alimenti serviti sono surgelati, dice la sentenza n. 44643 della Corte di Cassazione. Per il responsabile della festa di partito, Fabio Querci, «è stato solo un controllo di routine. Si tratta di questioni amministrative che non riguardano la qualità dei cibi serviti alla nostra festa» ha spiegato a La Repubblica di Bologna «in tanti anni non erano mai venuti qui al Parco Nord, questo mi ha sorpreso».

Beh, questioni amministrative proprio no, infatti è scattata la denuncia penale inviata alla Procura della Repubblica. Ma esponenti della forestale e sindacalisti del Corpo riferiscono anche di pressioni dall’alto. In diversi parlano addirittura di una telefonata del ministro alle politiche agricole, Maurizio Martina, anche lui del Pd, che con il suo dicastero sovrintende lo specifico Corpo di polizia ambientale. Il ministro avrebbe chiamato il capo nazionale della Forestale, Cesare Patrone, presentandogli delle rimostranze. Patrone a sua volta avrebbe chiamato il generale che comanda l’Emilia-Romagna, Giovanni Giove e questi i suoi sottoposti, in un passaggio della catena di comando che ha riportato l’intervento fino agli ultimi agenti, destando non poco scalpore.

Per giorni nei menù all’entrata di molti stand della Festa dell’Unità si è notato un cartello che avvisava i clienti della possibile presenza di carni o pesce surgelati.

Alla richiesta di chiarimenti al ministro dell’Agricoltura Maurizio Martina, già sottosegretario con delega all’Expo nel precedente governo, e fra i protagonisti dell’organizzazione dell’Esposizione di Milano del 2015, ci ha risposto il ministero «Non c’è stato nessun contatto tra il ministro e il Capo del Corpo forestale. E le sanzioni del caso sono state regolarmente applicate»

Nessuna reazione degli altri interessati. Ufficiosamente i sindacalisti danno un altra versione ma non vogliono in alcun modo comparire. «So del fatto. Se vai a casa del “partito” una qualche reazione c’è ma non posso parlare» ci dice il primo. «E’ un vizio italico. Il ministro si sarà interessato… per capire ma noi dobbiamo fare il nostro dovere» ci spiega un secondo. «So dei fatti ma è meglio non aprire bocca. Il ministro si è interessato ma non ha preso provvedimenti contro i colleghi, almeno fino ad oggi» ci dice un terzo molto preoccupato dell’evolversi della vicenda, raccontandoci anche che «c’è in campo un piano di soppressione o fusione del Corpo e quindi è meglio stare zitti», vista anche la procedura di infrazione dall’Unione Europea, perché in Italia abbiamo troppe forze di polizia. Un corpo antico quello della Forestale che ha 191 anni di onorata attività ed è tra i pochi a riuscire a setacciare i reati ambientali di prossimità. Considerando che il 90-95% dei costi del Corpo è la voce personale a tempo indeterminato la cancellazione porterebbe un ben magro risparmio.

Il premier Matteo Renzi ha chiuso la Festa dell’Unità nazionale siglando con i ministri e i maggiori leader europei il patto del tortellino, cenando con la nota pietanza. Non si è capito cosa il patto contenesse ma Bologna e la Festa dell’Unità restano un simbolo per la sinistra da travalicare l’Italia. Speriamo solo che anche il patto non sia surgelato.

di Antonio Amorosi . Un estratto dell’articolo è stato pubblicato su Libero a pag. 12 il 19 settembre 2014 

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