La Boldrini ha violato la privacy degli italiani


di Antonio Amorosi a pag. 6 de La Verità dell’8 luglio 2017

La Boldrini ha violato la privacy di 7000 italiani. Un comune grande come Capri o Avetrana. Eppure non le succederà nulla. Sarà il fascino delle istituzioni.
Quando delle società private hanno fatto lo stesso sono state stangate dal Garante sulla privacy.

 

L’ARTICOLO DELL’ 11 FEBBRAIO

Il presidente della Camera dei Deputati, l’8 febbraio scorso, lancia il sito bastabufale.it, dedicato a mettere all’indice le fake news, le notizie false o manipolate. Fa un appello pubblico ad iscriversi. Il sito chiede di mandare nome, cognome, la mail e l’assenso a farsi tracciare. La mail, si specifica, sarebbe stata utilizzata per comunicazioni e «campagne di raccolte fondi», quindi anche per il versamento di denaro. Laura Boldrini è un politico e il tipo di campagna è comprensibile. Ma guardando meglio il sito, in quel momento, è evidente che ignora le regole elementari sulla privacy degli utenti. Il titolare a cui finivano i dati non era la Boldrini ma una società privata, la Unoone srl con sede a Roma, né veniva indicata una sede fisica dove mandare una raccomandata per recedere ogni rapporto, come obbliga a fare la legge in questi casi. Il fatto è tanto più grave perché riguarda la terza carica dello Stato, non un improvvisato blogger. Ne scriviamo l’11 febbraio in prima pagina su La Verità, mostrando le visura del dominio. Il sito resta identico fino al 12 febbraio quando si mette in regola correggendo «l’Informativa sulla Privacy», come da noi segnalato.
Ma in soli dieci giorni hanno lasciato nome, cognome e la propria mail a bastabufale.it circa 14000 persone: di media 1400 al giorno. Ce lo dice in una comunicazione proprio una Laura Boldrini entusiasta del risultato. La dichiarazione finisce su molti quotidiani nazionali.

 

Convinti fosse già in atto un provvedimento del Garante sulla Privacy, per le violazioni che ci sono state dall’8 al 12 febbraio, mandiamo una mail per chiedere quali azioni sono state intraprese. Il presidente del Garante sulla privacy è, in questo momento, l’ex parlamentare Pd Antonello Soro. Il Garante, per fatti simili, sanziona chi sbaglia anche con multe dai 20000 ai 40000 euro. Tra i tanti basti ricordare quello che è accaduto nel 2015 alla Ales Group Italia spa di Milano, multata per 20000 euro o alla Società Terme spa di Pescara con 18400 euro di multa. Due società fra le tante. Per gli accertamenti il Garante può disporre della Guardia di Finanza che fa verifiche invasive. Dopo diverse settimane il Garante ci risponde che «allo stato» non risultano violazioni. Certo, in questo momento. Ma dall’8 al 12 febbraio no. Altrimenti perché modificare sul sito «l’Informativa sulla Privacy» il 12 febbraio?

 

Tutte le persone che dall’8 al 12 febbraio hanno lasciato i propri dati che fine hanno fatto? A loro è stata data sicuramente una comunicazione farlocca e la violazione è stata palese. Senza avere a disposizione la Guardia di Finanza basta fare un ricerca su google per vedere la modifica. Google indicizza ogni cambiamento apportato alle pagine web, anche indipendentemente dalla data che noi indichiamo. Google dice quando si è imbattuto per la prima volta nella medesima pagina o su quella pagina c’è stato un cambiamento.
Ora nessuno vuole chiedere multe o sanzioni nei confronti di alcuno ma almeno lo stesso trattamento se l’utente è un blogger o un’impresa privata e non la terza carica dello Stato. O la Laura Boldrini ha il particolare privilegio di poter violare le norme?

 

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