La supercazzola del Pd. La legge speciale che salva Morani e Ricci dalle sanzioni della Corte dei Conti


di Antonio Amorosi in prima pagina e a pagina 7 de La Verità del 24 agosto 2017

Per anni ci hanno fatto la morale sulle leggi che Berlusconi si sarebbe approvato per i propri interessi. Ma quando le fa il Pd non sono leggi ad personam: sono atti di giustizia. E la legge può essere addirittura retroattiva se ha il sigillo salvifico dei Democratici. Soprattutto se protegge il denaro e la carriera della deputata Alessia Morani e del sindaco di Pesaro, Matteo Ricci, le due stelle del firmamento renziano.

 

LA CONDANNA

Morani Ricci, insieme ad altri politici pesaresi, nel 2017 dovevano pagare una sanzione della Corte dei Conti delle Marche per un totale di 140.000 euro. Nel 2012 i due erano rispettivamente assessore all’istruzione e presidente della Provincia di Pesaro quando con una «grave irregolarità», insieme ad altri, realizzarono un artificio contabile: quell’anno fecero figurare nel bilancio dell’ente un debito come un credito, per non uscire dal patto di stabilità ed evitare l’anticamera del default all’ente Provincia. Un operazione da 4,5 milioni di euro. Per il danno arrecato la Corte dei Conti sanziona gli amministratori coinvolti a restituire una percentuale del 30% del loro stipendio. Morani deve restituire 12.000 euro e Ricci 20.000 euro. Ma al di là delle cifre limitate, la condotta scorretta dei due amministratori non ha causato nessun problema alla loro carriera politica pur avendo arrecato un grave danno ad un ente pubblico.

 

L’ARTIFICIO

La Provincia di Pesaro nel 2012 è in condizioni critiche ed ha bisogno di denaro per rispettare il patto di stabilità ed evitare successi pericoli di default. Così «vende» dei propri beni immobiliari per 4,5 milioni di euro a una società, la Valore immobiliare, completamente controllata dalla Provincia stessa. La Valore immobiliare accende dei mutui con delle banche per pagare gli immobili alla Provincia. Cioè la Provincia paga se stessa. E in questo modo vanta nel proprio bilancio i 4,5 milioni di euro della presunta vendita. Ma la Corte dei conti nel 2014 scopre che a garanzia delle banche c’è sempre la Provincia. Il meccanismo è solo un artificio contabile che fa passare un debito per un credito. Alla verifica successiva la Corte dei Conti, nel giugno del 2015, nota che l’ente ha sforato il patto di stabilità, così sanziona tutti coloro che hanno sottoscritto l’operazione. Oltre Morani e Ricci, a capo della giunta, tra i condannati ci sono anche l’ex sindaco dei Ds di Urbino Massimo Galluzzi, il sindaco Pd di Fano Massimo Seri, il vicepresidente del Consiglio Regionale Marche Claudio Minardi, ma anche parte delle opposizioni.

 

LA LEGGE AD PERSONAM

I condannati non dovranno però più pagare nulla. Nel giugno scorso il deputato pesarese del Pd Marco Marchetti si è inventato in Parlamento un emendamento alla legge di stabilità che cancella di colpo le sanzioni per gli amministratori locali che avevano sforato il patto di stabilità nel 2012. Un caso?

L’articolo inserito da Marchetti nella legge di stabilità, il 14-ter, stabilisce che la Corte dei conti doveva accertare la violazione del patto di stabilità entro il 31 dicembre del 2014. Averlo fatto nel giugno 2015 significa averlo fatto in ritardo. Un’invenzione costruita ad hoc. Una supercazzola messa in piedi solo perché la Corte dei Conti a Pesaro ha accertato la violazione del patto di stabilità nel 2015. In questo caso la legge approvata dal Pd nel giugno 2017 risulta anche retroattiva. Infatti la Corte dei Conti come avrebbe potuto sapere che i propri accertamenti sarebbero stati nulli se eseguiti dopo il 31 dicembre 2014, Visto che la fantasiosa norma che lo indica è stata approvata solo nel giugno 2017?

In questi giorni la Provincia ha chiuso la pendenza dei suoi ex amministratori. A chi ha provato a criticare il provvedimento Pd Marchetti ha replicato che «l’emendamento è stato presentato da più gruppi parlamentari perché è buon senso sanare una situazione paradossale».

«E’ chiaro e lampante il senso», commenta la consigliera comunale di Pesaro Roberta Crescentini (centrodestra), conoscitrice della politica cittadina. «Quando sbaglia un comune mortale deve pagare, quando lo fanno quelli del Pd tutti i fedeli del partito lavorano per “sanare” la situazione». Un provvedimento ad hoc quello di Marchetti che per presentare l’emendamento ammette di essersi ispirato al caso pesarese. Eppure in Parlamento non brilla per produttività, è 516°sui 630 deputati nella classifica di Open Parlamento, il sistema che traccia i lavori alla Camera. Marchetti, di sua iniziativa, non ha mai presentato un disegno di legge, mai una mozione, mai un’interpellanza. Ma si sa quando c’è bisogno di dare una mano…

 

 

CHI E’ ALESSIA MORANI

Ladygaffe, l’inarrestabile. La deputata ha sempre un risposta (sbagliata) per tutto

Qualcuno la chiama Ladygaffe. E non è estraneo al Pd. Ma lei va sempre avanti, irrefrenabile come un rullo compressore, fino a diventare un problema anche per Renzi che di recente l’ha messa in disparte, non nominandola tra i 40 responsabili dei «dipartimenti» del partito. Alessia Morani, nessuno la conosceva all’ingresso in Parlamento nel 2013, se non per essere la convivente di Ladylike, Alessandra Moretti, e per un conturbante tatuaggio in mostra sul piede sinistro. Bersaniana di ferro come Ladylike, pesarese, avvocato, orgogliosamente di sinistra, in politica salta da un incarico all’altro, da quando a 19 anni diventa segretario provinciale della Sinistra giovanile. Nata nel 1976, mora con caschetto e sempre pronta alla battuta, ha la risposta giusta al momento giusto. Poi la folgorazione per Renzi, la scalata nel Pd, la liason politica sempre più stretta con Lorenzo Guerini e le apparizioni televisive a raffica. Da sola in Parlamento presenta un’interpellanza, zero mozioni e quattro disegni di leggi tra cui una sull’obbligo delle vaccinazioni per iscriversi agli asili nido e alle scuole dell’infanzia.

Chi la dimentica quando nel 2014 risponde con modestia a Fabrizio Ronconi del Corriere della sera che le faceva notare come fosse stata involuta nell’esprimersi in un’apparizione a Ballarò: «Uff!… è la prima volta che mi capita d’essere criticata per l’eloquio, uno dei miei punti di forza…». E giustificandosi per una presunta macchina del fango scatenata dai grillini contro i renziani si lascia andare a briglia sciolte: «E lasciamo stare la povera Maria Elena Boschi… Lo sa anche lei, no? Sulla Boschi fanno illazioni per i rapporti che ha con Bonifazi (il tesoriere del Pd, ndr) e con Renzi, cose pesanti, molto pesanti francamente…».

Così grazie a Ladygaffe il pettegolezzo viene stampato sul principale quotidiano italiano. Qualche mese dopo a La7 parla di competenze: «Chi ha reddito zero evidentemente nella sua vita precedente non è che abbia combinato granché». E viene subissata di critiche dalla rete visto che è di sinistra. Ma insiste, tempo dopo, a Quinta colonna con un toccasana contro la povertà degli anziani: «Esiste uno strumento che conosciamo poco, e che è fatto apposta per gli anziani proprietari di casa che percepiscono pensioni basse e che si chiama prestito vitalizio ipotecario»; riuscendo nel miracolo di mettere d’accordo il comunista Paolo Ferrero e una impietrita Giorgia Meloni: «Ma è un modo per far rubare casa agli anziani dalle banche».

Ladygaffe lascia il segno ovunque vada. Come quando davanti ad un gruppo di terremotati inferociti abbandona gli studi televisivi di Rete 4 per altri impegni o più di recente su La 7 affermando che le Organizzazioni non governative sono un vanto del governo, sollevando il dissenso del direttore de L’Espresso Tommaso Cerno: «Che c’entrano gli enti non governativi col governo? Si chiamano non governativi». Boh! Chiedetelo a Ladygaffe, avrà la risposta giusta.

 

 

CHI E’ MATTEO RICCI

Esperto in opere fantasma. Il sindaco creativo posa prime pietre che restano uniche

«Venite a Pesaro. A Pesaro non piove mai! Il Sole è Assicurato (scritto con iniziali in grande e testo in grassetto sul sito del Comune, ndr)», parola del «molto creativo» sindaco Matteo Ricci, vicepresidente nazionale del Pd e astro nascente del partito. E’ questa una delle sue tante idee per attirare turisti nel 2015 perché se «hai prenotato un minimo di 7 notti e piove per 3 giorni, ti verrà offerto un soggiorno gratuito». Ma c’è qualche clausola. Ci devono anche essere «3 giornate consecutive con pioggia, precipitazioni superiori a 3 mm cadute tra le 10:00 e le 16:00 per ognuna delle tre giornate, verificate dall’Osservatorio Meteorologico di Pesaro» e aver «prenotano un soggiorno di almeno 7 giorni, con un minimo di 10 giorni di anticipo, non aver mai usufruito di alcun agevolazione» e il diritto scatta «nelle date di apertura dell’hotel e previa verifica di disponibilità delle stanze». E’ molto creativo Matteo Ricci, nato nel 1974 e con la passione politica sbocciata già in tenera età, all’istituto tecnico commerciale di Pesaro, per arrivare al 1994 quando aderisce alla Sinistra giovanile. Da quel momento è un crescendo, lavora presso Pesaro Feste, srl legata al partito, poi è consigliere comunale, collaboratore parlamentare del Ds Palmiro Ucchielli, presidente della provincia dal 2009 al 2014, una delle poche province che ha un suo centro benessere per il ristoro dei consiglieri, e infine sindaco.

Un po’ come il suo capo Renzi è onnipresente in tv con una particolare predilezione per Otto e mezzo de La 7. Qualche mese fa dal programma di Lilli Gruber commosse gli italiani parlando dal terremoto nel centro Italia. Ricci è anche responsabile enti locali del Pd: «Gran parte degli amministratori in questo momento è solidale, (con voce affranta, ndr) manda mezzi, manda soccorsi perché la situazione tra neve e terremoto è veramente molto, molto difficile». Ma qualche mese prima, ripreso in video in consiglio comunale, aveva spiegato meglio cosa intendesse per aiuti redarguendo i consiglieri comunali che davvero volevano mandare le loro risorse ai terremotati. «I fondi per i terremotati… ma noi dobbiamo rinunciare ai nostri? Diremo al governo: trova altri soldi per i terremotati. Dobbiamo rinunciare ai soldi di Pesaro? E’ questa la politica che dobbiamo fare? O dobbiamo lavorare per portarli i soldi a Pesaro?». E’ davvero molto creativo Matteo Ricci come quando a giugno del 2017 posa la prima pietra di una scuola con il premier Gentiloni ma la scuola non esiste, non ha neanche preparato il bando per la costruzione. Nello stesso giorno inaugura una piscina con il presidente del Coni Giovanni Malagò ma la piscina non è conclusa. Un mese dopo, a luglio, inaugura una pista ciclabili che finisce in un fosso. Poi pone la prima pietra di un cantiere navale ma del cantiere non esiste neanche il progetto esecutivo.

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