TROPPE DOMANDE: LA REGIONE EMILIA ROMAGNA HA RAPPORTI CON AZIENDE CHE NON PRESENTANO CERTIFICATO ANTIMAFIA?


Mesi fa dei cittadini di Ravenna hanno chiesto pubblicamente se un’azienda del Gruppo Villa Maria, convenzionata con la Regione Emilia Romagna, avesse il certificato antimafia.

Ravenna oggi è ricoperta di bianco. Ma non è il candore della neve. E’ l’opacità di una storia. Il 6 dicembre 2009 va in onda a Report-RAI 3 “La Convenzione”, un servizio di Alberto Nerazzini che racconta della sanità privata italiana tra cliniche, tangenti, illegalità diffuse e mafie. Da queste prendono spunto le associazioni Ravenna Punto e a Capo e L’occhio verde che chiedono pubblicamente e formalmente garanzia che la convenzione che il Gruppo Villa Maria ha con la Regione, gruppo citato nella puntata, sia gestita nella più totale trasparenza e aderenza alle vigenti leggi antimafia. Il Gruppo Villa Maria è un colosso del settore sanitario e lavora anche con la Regione Emilia Romagna. Il proprietario è Ettore Sansavini, un imprenditore romagnolo che in pochi anni è riuscito a mettere in piedi un vero e proprio impero da 500 milioni di fatturato l’anno. Per numero di strutture, il Gruppo è primo in Italia, con oltre trenta ospedali un po’ ovunque, ma è anche in Albania, Polonia, Romania e Francia.

Le associazioni hanno solo fatto una domanda su una norma fondamentale, da rispettare comunque e su cui fare ancora più attenzione vista la grave situazione italiana.

E invece il Gruppo nella figura del proprietario Ettore Sansavini, ha citato la rappresentante legale di una delle associazioni, Samantha Comizzoli, a giudizio per diffamazione. E adesso viene il colpo di scena. Il Pubblico Ministero Dr. Stargiotti aveva già richiesto l’archiviazione, ma Sansavini ha presentato addirittura opposizione portando alla sbarra l’imputata.

Ma perché questo accanimento? Bastava semplicemente dire: si! E’ tutto in regola, come è ovvio che sia!

Sarebbe finita in un secondo. E invece no!

Perché questa esagerata reazione?

Sorge spontaneo qualche dubbio. Non è che la regione Emilia Romagna ha rapporti con aziende che non presentano certificato antimafia? Si viola normalmente questa legge fondamentale? E perché questo silenzio?

Basterebbe rispondere e ogni domanda verrebbe sedata!

Le due associazioni ravennate hanno lavorato tutto l’anno sul caso, raccogliendo materiale e presentando un esposto che ha fatto partire altri due filoni di indagini. Samantha Comizzoli ha contratto dapprima una forma erpetica (Fuoco di Sant’Antonio) agli organi interni e alla gola, sfociata in paresi facciale alla parte sinistra del viso. Per questo motivo le associazioni, qualora la denuncia finiscano nel nulla per il querelante, come è probabile, chiederanno i danni al Gruppo Villa Maria.
Molte associazioni e cittadini sostengono Samantha Comizzoli in questa semplice richiesta di trasparenza ed hanno indetto giorno 17 dicembre 2010 davanti al Tribunale di Ravenna una manifestazione di solidarietà e per chiedere che venga imposto “un risarcimento danni” qualora le querele risultino infondate. Perché giustamente sostengono che spesso le querele sono un abuso strumentale da parte di chi non ha problemi economici nell’esercitarle, per colpire e tentare di far tacere, le associazioni, i cittadini attivi, i giornalisti e gli editori.

Il dubbio resta finché la Regione non risponderà pubblicamente. Come mai la Regione Emilia Romagna non risponde?

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