DUE TORRI CONNECTION


Un pezzo della ‘ndrina calabrese Mancuso di Vibo Valentia si era radicato a Bologna (ne abbiamo già ampiamente parlato) e da questa base logistica faceva ‘affari’ con i narcotrafficanti colombiani di Spagna e Colombia, negoziando l’acquisto di ingenti partite di cocaina. Parliamo del gruppo del narcotrafficante Vincenzo Barbieri e del 39enne Francesco Ventrici.

“Bologna è al centro di legami importanti dei traffici internazionali, non del semplice spaccio di droga. Hanno investito molto e si sentivano tranquilli. Ma siamo in grado di attivarci molto meglio che vent’anni fa. Non ha più senso parlare di infiltrazioni, siamo di fronte a una realtà radicata” ha dichiarato il Procuratore Capo Alfonso anche a fronte di numerosi professionisti bolognesi coinvolti in operazioni di riciclaggio connesse.

L’inchiesta prende il nome proprio dalle Due torri e ha come snodo le riunioni che si tenevano in questa villa “stile Scarfare” di proprietà degli uomini della ‘ndrina calabrese a Marino di Bentivoglio. E lo ha scoperto in un’indagine la Squadra mobile della Questura di Bologna. L’operazione ha portato a 15 arresti ieri.

Gli uomini della ‘ndrina sono accusati di traffico internazionale di stupefacenti e tentata importazione di 1 tonnellata e mezza di cocaina che doveva viaggiare nascosta in alcuni scatoloni a bordo di aerei privati decollati dall’aeroporto di Quito (Ecuador), oppure all’interno di containers stivati su motonavi provenienti dal Sud America e nascosta all’interno di “finti” carichi leciti.

La squadra mobile che ha ascoltato le intercettazioni temeva che un’infuocata riunione del 30 dicembre scorso, nella villa di Bentivoglio, degenerasse in un omicidio del pilota tedesco che trasportava i carichi. “Io sono una persona seria, traffico in droga da 20 anni- aveva detto Ventrici intercettato- prima mi dici una cosa, ora un’altra”.

Questo radicamento è un dato ultraventennale e non recente. Cosa che i fautori della diversità del modello emiliano continuano a negare. Si, perché la criminalità organizzata è un ottimo investitore locale. Ma se c’è una Squadra Mobile che fa il suo dovere, quasi in controtendenza con tante altre istituzioni, i fatti emergono.  Sorprendono le contraddizioni che nella percezione del fenomeno ha l’amministrazione regionale. Si chiude infatti a settembre un’iniziativa promossa dalla Regione Emilia Romagna per incentivare la prevenzione della criminalità organizzata sul territorio. Per quanto lodevole, l’iniziativa si discosta completamente dall’evidenza della realtà che dimostra quanto le mafie siano ben radicate. Più che prevenzione infatti bisognarebbe finanziare iniziative di contrasto al fenomeno.

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