Regione Emilia documento shock Spese delle giunta fuori controllo


assemblea regionale 2AI

BOLOGNA – Sbigottimento per quel che si legge nella lettera inviata oggi dal presidente del sindacato Dirigenti dell’Emilia-Romagna (DIRER) Roberto Magarò ad alcuni dei massimi organi dell’Ente. Un atto d’accusa durissimo indirizzato alla Regione. Gli sprechi dei gruppi dell’assemblea consiliare dell’Emilia-Romagna sarebbe solo la punta dell’iceberg. Una parte del bubbone che riguarda i costi della politica si nasconderebbe nelle attività della Giunta e dell’Ente stesso. Secondo quanto riporta il segretario ci sarebbero altri filoni poco chiari nella gestione dei fondi. Il dirigente propone un ripristino della trasparenza minima ma la lettera è un indicatore eccellente per chi volesse ampliare le indagini.

Incarichi speciali, consulenze esterne, consulenze legali con un notevole incremento di spesa in cui non è chiaro né quanto si spende né a che cosa servano le attività svolte. “Il sito della Regione Emilia-Romagna è lacunoso. Per quanto attiene sia i costi della politica sia ai costi delle consulenze esterne prestate alla regione, ai suoi enti e società partecipate”, dice Magarò in un passaggio chiave della lettera. Ma le parole sono edulcorate rispetto al contenuto che segue che a tratti è anche ironico. Si può avere un “incarico speciale” anche senza avere nessun requisito, “basta solo il certificato di esistenza in vita”, anche se poi a queste persone vengono affidate mansioni dirigenziali. Il numero è cresciuto dai 158 del 1994 (con 13 dirigenti), agli attuali 255 (tra cui 18 dirigenti e 30 giornalisti) con un incredibile e ingiustificato incremento del 60% delle persone. La Regione aveva deciso di razionalizzare e contenere la spesa calando queste consulenze del 10% che invece sono cresciute a dismisura del 60%. Gli incarichi speciali “sul sito della Regione” sono camuffati e compaiono nell’elenco dei dirigenti “normali” (infatti sono tracciabili alla pagina Retribuzione e valutazione dei dirigenti nella sezione trasparenza del sito delle Regione). “Tra i costi della politica” non compaiono questi “incarichi speciali” che vengono fatti passare per normali o forse, come sostiene Magarò si vuole confondere i cittadini facendo passare gli “appartenenti a organi di partito” per “Dirigenti regionali”.

E se non bastasse non vi è alcuna traccia sul sito istituzionale della Regione dei nomi dei cosiddetti funzionari (coloro che hanno incarichi ma non compiono come dirigenti) che hanno però un interessante stipendio attraverso una consulenza esterna.

Un altro capitolo clamoroso è quello delle consulenze esterne e delle consulenze legali. Anche qui i costi della Regione, secondo Magarò’, sono volutamente “disorganizzati, poco trasparenti”, illogici”. Non sono associati ai settori, alla giunta, all’assemblea legislativa, agli assessorati o alle direzioni. Non si sa chi usa queste consulenze. Non si comprende chi la abbia autorizzate, con quali spese e perché. “Nel più fitto mistero sono poi” le società partecipate alle quali la Regione partecipa con il 95% del capitale al punto che Magarò è ancora più esplicito parlando di “Nebbia in Val padana”.

A nulla poi servono un nutrito numero di avvocati interni, dirigenti e non, vista la consistenza delle consulenze legali che la Regione affida all’esterno.

Non c’è motivo affinché i cittadini non sappiano quanto e chi viene pagato col denaro pubblico. Ma la realtà dei fatti è proprio questa: il contribuente è all’oscuro di tutto ma soprattutto di questa miscela di attività poco tracciabili e forse poco utili alla collettività.

La durissima disamina del segretario del sindacato potrebbe scoprire un sistema che coinvolge tutto l’ente e non concentrato solo sui gruppi politici regionali. In questi ultimi giorni ai gruppi consiliari i militari hanno chiesto le “pezze d’appoggio” dei rendiconti delle spese sostenute durante la legislatura in corso e quella del 2005-2010 la cui rendicontazione è già nelle mani della Guardia di Finanza. L’acquisizione della documentazione cartacea va oltre i 400 faldoni.

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