Fini e Raisi (Fli) sul sociale. No a steccati tra destra e sinistra


BOLOGNA – Il welfare “mi auguro sia uno dei temi su cui si possano superare le etichette ideologiche del secolo scorso”: rispetto ad argomenti di questo tipo non si può “distinguere tra destra, sinistra e centro. Se qualcuno lo vuole fare, auguri”. È l’appello del presidente della Camera, Gianfranco Fini, oggi a Bologna per un incontro con alcune associazioni di volontariato (Avis, Fanep, Aifa, Itaca e Croce rossa militare).

In un momento come quello attuale “uno dei rischi che l’Italia corre è quello, per il venir meno delle risorse – sottolinea il leader di Fututo e libertà – di indebolire il sistema di welfare edificato negli anni passati”, per altro in una fase storica nella quale “le categorie deboli sono aumentate rispetto a quelle che si ritenevano deboli in passato”.

Contemporaneamente, “l’aumento di persone che decidono di dedicare qualche ora al volontariato è un segno di vitalità sociale” ed è “la riprova che c’è desiderio di partecipazione”, aggiunge Fini, sottolineando che il terzo settore “è definibile come un’attività eminentemente politica, intendendo per ‘polis’ l’interesse generale”. Di fronte a questo “le istituzioni non possono essere disattente”, continua il presidente della Camera, rilevando che da parte delle associazioni “non viene chiesto più denaro pubblico” bensì di “rimuovere gli ostacoli, semplificare norme complesse, intervenire per coprire le lacune e semplificare le procedure”. A questo proposito, “uno dei primi obiettivi del prossimo Parlamento”, per Fini, dev’essere quello di “individuare cosa può essere deciso per semplificare e rendere l’azione delle organizzazioni di volontariato piu’ efficace”. Rispondendo poi alle diverse sollecitazioni arrivate dalle associazioni incontrate oggi, Fini sottolinea la necessità di “garantire una maggiore informazione” e sensibilizzazione sulle attività del terzo settore, di “potenziare il Servizio civile”, creare “un coinvolgimento più diretto del mondo della scuola” e di affrontare la “sacrosanta” richiesta di poter beneficiare dei fondi del 5×1000: purtroppo c’è stato un “proliferare” di destinatari mentre non sono aumentati i contribuenti che fanno questa scelta, fa notare il presidente della Camera, “è una questione che dovrà essere affrontata”. Un capitolo a parte è quello delle cooperative sociali, caratterizzate da “una connotazione giuridica che può essere avvicinata a quella delle aziende”, osserva Fini, “è un tema su cui riflettere” visto che queste realtà ricoprono spesso “un ruolo, se non egemonico, di forte predominio soprattutto il alcuni contesti”.

Raisi

Il leader di Fli non esclude quindi possibili “modifiche legislative”, che ad esempio portino a una “doppia corsia” per “chi agisce nell’ambito della cooperazione e chi nell’ambito dell’associazionismo”. Tutto questo “spero possa essere tema di confronto nella prossima legislatura”, ribadisce Fini, con l’obiettivo di “ammodernare e riformare il nostro welfare”: perché “valorizzando ciò che è integrativo si può garantire il mantenimento della qualità complessiva dei servizi e in alcuni casi la si può anche migliorare”. Di certo si potrebbero “affrontare meglio le difficoltà, pur mantenendo un confronto anche aspro – aggiunge Fini –
se ci fosse la capacità di individuare momenti di unità”, all’insegna di una politica agita “con la ‘p’ maiuscola”. Al welfare, da questo punto di vista, Fini accosta un altro tema di primo piano. “Ieri a Palermo ho parlato della necessità di considerare la legalità e la lotta alle mafie come uno degli elementi unificanti”, afferma Fini, aggiungendo: “Ci sono necessariamente ricette e proposte diverse per garantire la legalità o il rafforzamento del welfare attraverso l’azione del volontariato”, ma fermo restando questo “sarebbe un giorno positivo quello in cui ci fosse la consapevolezza da parte di tutti della necessità di agire in questo senso”.

Del resto “andiamo verso gravi tagli e il volontariato è la base per il nostro welfare”, commenta Enzo Raisi, parlamentare uscente e ricandidato di Fli, sottolineando che il terzo settore “è un pezzo importante della storia di Bologna, ma anche un problema italiano”. Tra le note positive dell’incontro, la rassicurazione data da Fini ai volontari sul pericolo quasi “scampato” di uno smantellamento della Croce rossa e la riapertura, entro 2 mesi, di una delle 14 sedi dell’Avis dell’Emilia-Romagna danneggiate dal terremoto di maggio: quella di Mirabello, in provincia di Ferrara, sede storica della festa nazionale di An e oggi di Fli (redattore sociale).

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