Esclusivo/Bologna – Nominato il nuovo presidente di Lepida spa, società controllata dalla Regione: Caterina Brancaleoni. Finalmente una donna in una posizione di alta responsabilità. Ma è la moglie del direttore generale del Comune di Bologna, Giacomo Capuzzimati. E’ un caso? In Emilia Romagna le nomine che contano vengono fatte tutte in famiglia?
Nel novembre scorso i consiglieri regionali leghisti dell’Emilia Romagna Manfredini, Bernardini, Cavalli e Corradi pongono l’attenzione sulla società Lepida spa per “gli incarichi di consulenza alla moglie del direttore generale della società Gianluca Mazzini (che è anche componente del cda) e del direttore delle reti Kussai Shahin, ex assistente universitario del presidente Gabriele Falciasecca (ora ex presidente di Lepida, ndr)”. Per il tipo di incarichi Lepida spa, controllata per il 97,7% dalla Regione Emilia Romagna, viene bollata come un “affare di famiglia”. Ora la replica.
La nomina di Caterina Brancaleoni, avvenuta in aprile, a presidente della società, conferma il trend degli designazioni forse troppo “familiari” nelle società pubbliche controllate. Le società partecipate sul territorio emiliano romagnolo sono un boccone ghiotto per la riproduzione di gruppi dirigenti locali. E la Brancaleoni, moglie del direttore del Comune di Bologna Giacomo Capuzzimati, braccio destro del sindaco Virginio Merola, conferma le analogie con i casi passati.
L’ex presidente Falciasecca aveva replicato alle critiche leghiste sostenendo che il direttore Shahin non era stato suo assistente. Ma era lo stesso finito indagato per abuso d’ufficio insieme all’ex dirigente del personale della Regione Gaudenzio Garavini, dopo un esposto dell’esponente di Fli Enzo Raisi (Raisi parlava di una consulenza data da Garavini ad un ingegnere che già lavorava in Lepida). Ma se anche le inchieste giudiziarie sembrano indirizzate verso l’archiviazione desta non poca suggestione il nuovo incarico alla Brancaleoni.
Lepida è una società che si occupa di pianificazione, cablaggio e gestione delle infrastrutture di telecomunicazione degli enti pubblici regionali e non sembra essere gestita sotto criteri di utilità. La Lega Nord aveva infatti puntato l’attenzione contro “le ingenti risorse del bilancio regionale destinate alla società, alla luce di risultati discutibili” vista la mancanza di cablaggio di molte aree regionali: “Nonostante il fiume di pubblico denaro confluito nelle casse societarie, vaste porzioni di territorio risultano ancora carenti di infrastrutture telematiche, non è stata realizzata un’adeguata copertura wi-fi e il divario nell’accesso alle tecnologie dell’informazione è ben lontano dall’essere colmato”. E non con bassi costi. Quelli del personale sono di 3.283.502 di euro nel 2012 e 3.329.736 del 2011. Visti poi gli accenti su una “gestione eccessivamente casalinga” emergono altri interrogativi.
Sarebbe interessante avere elementi di riscontro su Lepida appurato che buona parte dei servizi della società sono dati in appalto di gestione a Telecom Italia. Nella realtà sembra che la società regionale concentri le proprie attività principalmente nella “ricerca e sviluppo”. Chissà quale sarà l’impronta che vorrà dare a Lepida il nuovo presidente Brancaleoni. Dal curriculum non sembrano emergere esperienze né nel settore delle telecomunicazioni né nel cablaggio delle reti né nei servizi informatici ma nel “marketing territoriale” e nei controlli degli investimenti pubblici. Si segnala però un esperienza professionale dal 1995 al 2002 in Ervet, altra società controllata dalla Regione spesso al centro di polemiche proprio perché nessuno riesce a spiegarne le attività; società di cui la Regione ogni anno dovrebbe liberarsi visti i costi e i ritorni poco misurabili ma che resta un importante “carrozzone di incarichi” per dirigenti e politici.
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