Tutti in Alto Adige. Come se la gode la casta trentina


Se vuoi leggere l’articolo lo trovi in edicola su Libero Quotidiano del 5 luglio 2014 a pag. 7

Agg. ore 21.20

Dopo mesi di polemiche, tra proteste di piazza e petizioni di massa, contro il governo regionale del Trentino Alto Adige, ecco la «riforma» dei vitalizi che tanti grattacapi ha dato alla maggioranza Pd-Svp-Partito Autonomista Trentino Tirolese e Unione per il Trentino che regge la Regione.

Il Consiglio, composto da 70 membri, 35 della provincia autonoma di Trento e 35 di quella di Bolzano, aveva approvato nel 2012 una legge che permetteva di incassavano, anche in forma anticipata, vitalizi e trattamenti pensionistici raggiunti i soli 55 anni di età e svolte 2 legislature. Trance da ricevere nel 2014, 2018 e 2021, estratte da un fondo regionale denominato Family.

Ma con il nuovo consiglio, appena eletto nel 2013, e il clima di austerity nazionale tutto si mette discussione, fino ad una misura drastica per abolire completamente i privilegi. Si, ma dalla prossima legislatura: via i vitalizi dal 2019 in poi.

Per quella in corso restano in ballo i soggetti che già hanno acquisito i diritti e per cifre che si vociferano ma che non si conoscono. Fino si sollevano le pressioni del capogruppo del M5S Paul Köllensperger e della stampa locale.

Un conflitto durato giorni fra chi vuole rendere noti gli emolumenti e chi, trincerandosi dietro la tutela della privacy, preferisce tenere la notizia occultata. Con la minaccia dei protestatari di recarsi anche alla Corte dei conti per valutare se la legge del 2012 è costituzionale o meno.su libero

Il presidente del consiglio regionale Diego Moltrer è costretto a spiattellare i nomi dei beneficiari e le somme incassate. I 70 eletti più altri 60 soggetti, che ne hanno acquisito il diritto, si sono divisi circa 90 milioni di euro. Una media di vitalizi dai 2000 ai 7000 euro mensili a consigliere (a cui si sommano le indennità di carica per chi è eletto ed ovviamente tutti i benefit dell’essere consigliere regionale). Con cifre singole da liquidarsi più che roboanti.

Come quella di Sabina Kasslatter Mur dell’Svp che per 4 legislature ha diritto a 1milione 140mila euro più altri 285mila già incassati. Oppure Marco Minniti de La Destra con il suo 1milione 55mila euro più i 262mila già ricevuti in anticipo. Ovviamente nessuna violazione di legge. Le leggi le fa la Regione. Così dopo le proteste e una campagna capeggiata dai media locali si pensa ad un processo di riforma integrale.

Per il presidente regionale Ugo Rossi, del Partito Autonomista Trentino Tirolese, occorre tagliare tutto in fretta, alzare l’età pensionabile a 66 anni e restituire il denaro preso con anticipo. Rossi da incarico a diversi professori, tra cui Luca Nogler dell’Università di Trento di trovare una soluzione decente e cancellare lo scempio parificando le condizione dei politici trentini ai criteri della Legge Fornero che valgono per tutti gli italiani (almeno 66 anni per ricevere qualcosa).

Ma dopo settimane di discussioni, mediazioni, versioni del provvedimento più o meno modificate, nelle segrete stanze del palazzo regionale, si arriva ad un blocco definitivo.

Il consigliere dei Bürger Union, Andreas Pöder, si mette di traverso con ben 2000 emendamenti e minaccia di non fare approvare la legge. C’è anche il rischio di non andare in ferie.

Negli ultimi quattro giorni di dibattito, il palazzo del Consiglio regionale, a Trento, e’ blindato dalle forze dell’ordine per evitare proteste dei cittadini all’interno dell’aula, come si erano già verificate nei mesi precedenti. Pd, Svp e Autonomisti trentini trovano la soluzione a metà settimana e approvano l’impossibile.

I consiglieri con quattro e tre legislature non dovranno più attendere i 66 anni per ricevere il vitalizio, come previsto dalla prima versione della riforma di Rossi e come fanno i comuni mortali. Potranno farlo già a 60 anni, con una piccola penalizzazione del 10-12% sulla somma del vitalizio.

«A fronte di un taglio del 10 per cento, si guadagnano 6 anni di pensione in più e quindi di vitalizio a 2.600 euro al mese» dice il consigliere grillino Köllensperger che insieme ai Verdi-Grunen Alto Atesini si è opposto alla cosiddetta «riforma».

I consiglieri che in una prima versione dovevano restituire gli anticipi potranno non farlo. Il consigliere può fare un richiesta «motivata», ed evitare di ridare le somme, sostenendo di essere impossibilitato a restituirle. Deciderà di volta in volta la presidenza. Quindi forse si restituiranno forse no, con tutte le contestazioni del caso visti i diritti già acquisiti. La nota positiva minima è che diventa 4500 euro il tetto massimo mensile percepibile per vitalizio e non più 7000 euro.

Il presidente della Regione Ugo Rossi ha parlato di «realpolitik» e di compromesso per salvare lo spirito della «riforma» : «La riduzione è stata meno forte di quando eravamo partiti. Abbiamo dovuto trovare un compromesso. Per i consiglieri in carica e’ prevista la possibilità di una previdenza complementare, con un risparmio, per la Regione, di 2 milioni di euro all’anno. Con la nuova legge infine e’ previsto un cumulo massimo fino a 9.000 euro lordi, circa 4.500 euro netti».

 

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