Ufficio stampa raddoppiato. Ma quali risparmi. Il sindaco di Bologna sperpera in marketing.
di Antonio Amorosi a pag. 6 di Libero del 6 luglio 2016
Il buongiorno si vede dal mattino. Nuova giunta Pd di Bologna, prima delibera e raddoppia lo staff comunicazione del sindaco Virginio Merola. Il costo per le casse pubbliche sarà di 465mila euro l’anno (comprensivi del direttore generale), 2,5 milioni fino al 2021. Dai tre addetti del mandato precedente si passa ai sei attuali, in totale controtendenza rispetto ad altri Comuni. A questi va aggiunta la spesa, che dovrebbe essere superiore ai 100mila euro annui, dell’ex direttore del Corriere di Bologna Armando Nanni (154 mila euro si saprà il 13 luglio, nota del redattore, da moltiplicare per 5 anni e da aggiungere ai 2,5 milioni di euro).
Allo staff si aggiunge il nuovo capo di Gabinetto Valerio Montalto, arrivato dall’Arci nel 2004 con Cofferati. Ai tre del 2011 – Cristiano Zecchi, ex giornalista de “Il Domani” di Bologna di proprietà di Legacoop; Matteo Caselli, nello staff elettorale di Merola; Enrico Di Stasi, proveniente dal partito – si aggiungono Matilde Madrid (a contratto con la Regione), militante Pd e in campagna elettorale con l’assessore Matteo Lepore; Giusi Marcante, direttore di Radio Città del Capo, controllata dalla coop Open Group, sempre in Legacoop; Paola Frontera, ex portavoce di Cofferati, ex giornalista de “Il Domani” e poi alle librerie Feltrinelli. Tutti in linea, insomma.
Questo cambio di strategia, che vorrebbe trasformare le critiche al precedente quinquennio in un “nuovo storytelling”, sarebbe opera del sindaco in pectore, Lepore, assessore al marketing ed ex Responsabile Sviluppo di Legacoop. «È stato lui, sono tutti uomini suoi» ci conferma un esponente del Pd. Il tentativo è chiaro: trasformare la debolezza del gruppo dirigente che ha amministrato Bologna nel passato mandato tra “vuoti strategici” e mancanza di progettualità, in un’ottima comunicazione con i media. E di fatto sarà sempre Lepore a condurre la giunta nei cinque anni a venire, «fino alla propria candidatura a sindaco nel 2021», dicono dal partito.
Merola, alle critiche piovute sullo staff faraonico, ha fatto spallucce sostenendo che secondo sue stime alla fine si spenderà solo 93 mila euro annui in più.Ma, si sa, lui con numeri e contratti non sempre va d’accordo con altri – vedi la condanna di circa 30 mila euro inflittagli dalla Corte dei Conti per l’assunzione del precedente Capo di gabinetto, dopo un’inchiesta di chi vi scrive. Cosa ci faccia nello staff Armando Nanni, ex giornalista del Carlino e da giovane attivista del Movimento Sociale nello stesso liceo di Merola, è un mistero, visti i colpi di retorica da antifascismo militante retrò dell’ultima campagna elettorale. Anche la sera della vittoria al ballottaggio contro la leghista Lucia Borgonzoni sintetizzò così: «Il risultato delle elezioni conferma che Bologna è antifascista»; e a La7, a un Mentana stupito: «Mi auguro che sia la fine di questo movimento razzista».
Stefano
Invece del fare, sempre meglio saperla raccontare… e sarà un romanzo urban fantasy pagato dai bolognesi. La Borgonzoni avrà sbagliato tutto in campagna elettorale, Bugani era invotabile e nonostante tutto Merola è stato costretto al ballottaggio. I bolognesi si sono regalati altri 5 anni di pessima amministrazione, con il partito che premia i propri fedeli con incarichi economicamente corposi. Si voti una volta tanto pensando ai fatti e non all’ideologia: Mussolini non tornerà