Il sindaco Pd superiore alla legge. Io so io e voi non siete un c…o.


Dirigenti Comune Bologna affidano per anni consulenze geologiche ad un privato senza titoli. Danno da 200.000 euro (il reato è prescritto per gli anni precedenti, il danno sarebbe anche superiore). La Corte dei Conti li condanna ma il Comune non li sanziona come prevede la legge. Ognuno ha il sindaco che si merita

di Antonio Amorosi a pag. 9 de La Verità dell’11 giugno

Se ti becchi una condanna e sei un dirigente di un grande Comune il sindaco ti dà la solidarietà e il Comune una pacca sulla spalla, non un provvedimento disciplinare o una sanzione come sarebbe doveroso per legge. Direte: Ma è un mondo alla rovescia! No, è il Comune di Bologna.

 

Per una finta collaborazione, «con conseguente illecito ampliamento fittizio dei ruoli organici dell’ente», la Corte dei Conti ha condannato in via definitiva (sentenza di primo e secondo grado) due alti dirigenti del Comune, Roberto Diolaiti e Giovanni Fini, a restituire circa 203000 euro. Oggi ancora in carica, Fini, all’epoca dei reati dirigente della Qualità Ambientale, costava alle casse pubbliche 76000 euro annui, Diolaiti, direttore del settore Ambiente, invece 94000 euro annui. Fini e Diolaiti, assunti dal Comune a tempo determinato, cioè non hanno mai vinto un concorso pubblico ma sono stati scelti e rinnovati per 14 anni di seguito viste le alte qualità, hanno arrecato un danno per circa 41000 euro Fini e per 162000 euro Diolaiti.

 

Per anni, «dal 2006 al 2011», hanno assegnato consulenze allo studio geologico Alberto Fiori di Modena «in materia di attività estrattive». Peccato, scrivono i giudici «che dal curriculum del professionista (Fiori, ndr) non emergeva alcuna particolare competenza in materia geognostica e sismica». Fiori veniva considerato una sorta di «dipendente interno tramite una catena ininterrotta di incarichi» con il «medesimo generico oggetto di consulenza e studi», «rapporti risalenti al 1996». Tradotto: il Comune, anno per anno dal 1996, ha dato incarichi di consulenze ad un privato trattandolo come un dipendente pubblico, in più questi non aveva le competenze richieste. I magistrati hanno condannato due dirigenti per gli anni che non sono andati in prescrizione.

 

Per un dirigente pubblico una condanna del genere è un grave tradimento dell’interesse collettivo. Quando, nel 2014, Diolaiti e Fini vennero condannati in primo grado, immediato arrivò l’appoggio del sindaco Pd Virginio Merola, che disse: «Esprimo la mia solidarietà ai due dirigenti». L’1 luglio 2016 i due dirigenti sono stati condannati anche in appello ed i giochi si sono chiusi, ma neanche una riga è finita sulla stampa. Solo qualche settimana fa, passato un anno, il Comune ha contabilizzato in forma anonima le somme che devono restituire. Peccato che per la legge italiana, e precisamente, per la n° 311 del 2004 art. 1 commi 11 e 42 «l’affidamento di incarichi in assenza dei presupposti», proprio il reato di Diolaiti e Fini, oltre ad una «responsabilità erariale», cioè la restituzione del maltolto, porti ad un «illecito disciplinare», cioè impone al Comune di sanzionarli. Un dirigente può essere richiamato, multato, sospeso dal servizio e dalla retribuzione o anche licenziato con o senza preavviso. Ma ai nostri due eroi non è accaduto un bel nulla. Allora abbiamo contattato l’ex ministro Luigi Mazzella estensore della norma per capire se ci fossero eccezioni: «Le leggi vanno applicate. Il Comune poteva anche aspettare per eccesso di scrupolo, diciamo così, ma ora non ci sono attenuanti».

 

Abbiamo chiesto chiarimenti al Comune di Bologna. «Non è stato aperto nessun fascicolo», ci ha anticipato un dirigente. Dopo un rimpallo di ore tra un ufficio, in serata è arrivata la risposta ufficiale del Comune: «Vista la complessità della materia e della normativa succedutasi nel tempo, si è valutato di non avviare alcun procedimento sanzionatorio». Complessità? Normativa succedutasi?
Sia l’Anac che il Dipartimento della funzione pubblica fanno sapere che le nostre perplessità sono legittime. In più il Dipartimento esercita un’attività ispettiva e può «richiedere chiarimenti e riscontri in relazione ai quali l’amministrazione interessata ha l’obbligo di rispondere… gli ispettori hanno l’obbligo, ove ne ricorrano le condizioni, di denunciare alla Procura generale della Corte dei conti le irregolarità riscontrate». Il Comune di Bologna fa anche sapere che «Diolaiti ha già saldato il dovuto mentre per Fini non sono ancora scaduti i termini di pagamento». Entrambi hanno contratto un assicurazione che ha coperto il danno.

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