La guerra dentro il Pd che passa dall’Emilia. Bonaccini in Europa e una legge “americana” tra i compagnissimi


What’s emilian boys! *

Lo scorso dicembre ha fatto molto discutere l’emendamento passato in Regione Puglia che prolunga la legislatura oltre i 5 anni, in caso di dimissioni del presidente.
Nell’Emilia Romagna, guidata dal compagnissimo Stefano Bonaccini, candidato in pectore alla segreteria nazionale del Pd, approvano una legge 
il 27 maggio scorso, la numero 6, che cambia i tempi in cui tenere le elezioni, i compiti della Commissione di Garanzia Statutaria regionale, quella che esprime pareri di conformità delle leggi allo Statuto, e i poteri del vice presidente. In sostanza le normative regionali e nazionali prevedevano che le elezioni per il rinnovo di presidente della Regione e assemblea legislativa, avvenissero in coincidenza o meglio prima della scadenza dei 5 anni. Ma nel caso di dimissioni anticipate del presidente l’iter cambia e non solo.
Le ultime elezioni regionali in Emilia si sono svolte a gennaio 2020, la scadenza naturale sarebbe stata gennaio 2025. Ma cosa fa la nuova legge?: modifica la data delle elezioni e prevede una sola finestra temporale di voto, tra 15 aprile e il 15 giugno di ogni anno.
A giugno 2024, come dicevamo, si vota per le Europee e come si vocifera nella segreteria nazionale del Pd Bonaccini potrebbe candidarsi (la legislatura finisce nel gennaio 2025).
Bonaccini verrebbe sicuramente eletto, mettendosi in un collegio sicuro. Entro 60 giorni deve optare se dimettersi da presidente dell’Emilia Romagna o da parlamentare europeo. Mettiamo si dimetta da presidente dell’Emilia.
La vecchia norma, in caso di scadenza anticipata del mandato, prevedeva che la Commissione di Garanzia ne prendesse atto entro 3 giorni dalla decadenza del presidente o dallo scioglimento dell’assemblea. Nel giro di 2 mesi si doveva individuare la data delle elezioni, che dovevano avvenire entro i 3 mesi successivi. Con la vecchia norma se si dimetteva a giugno si sarebbe votato a settembre il nuovo presidente. 
La nuova legge invece toglie il ruolo alla Commissione di Garanzia Statutaria, modifica la legge elettorale  e decide che qualsiasi cosa accada si voti sempre tra il 15 aprile e 15 giugno di ogni anno. 
Con la nuova norma se Bonaccini si dimette il 16 giugno 2024 si vota dopo un anno, i consiglieri in carica incassano altri stipendi e il vice presidente, che non è stata eletta con quel ruolo, governerebbe per un anno. Un bel regalo se poi il vice presidente si vuole candidare al giro successivo come presidente della Regione.
E se Bonaccini non si dimettesse o neanche partecipasse alle Europee? Avremmo comunque un voto posticipato di almeno 5 o 6 mesi dopo gennaio 2025, fine naturale della legislatura attuale.
Oggi in caso di dimissioni alla guida della Regione subentrerebbe il vice presidente Irene Priolo, voluta in quel ruolo proprio da Bonaccini dopo che Elly Schlein è approdata in parlamento a settembre del 2022.
Irene Priolo, già assessore regionale, è anche moglie di Andrea De Maria, parlamentare bolognese di peso del Pd. Priolo, dicono dall’attuale segreteria nazionale, è la candidata naturale alla successione di Bonaccini in Emilia Romagna.
Appena Bonaccini si propose come candidato della segreteria nazionale, De Maria ebbe immediate parole di miele: “Stefano è la personalità di gran lunga più forte, autorevole e adatta a guidare il nostro partito in questa fase difficile”.
Con l’appoggio dei vari apparati emiliani Bonaccini avrà gioco facile nel prendere la segretaria nazionale del Pd.
I consiglieri di maggioranza e opposizione presenti al voto di maggio in Emilia, 43, hanno approvato la norma all’unanimità (non votante Emma Petitti del Pd). Altri consiglieri erano assenti tra cui proprio Stefano Bonaccini.
Abbiamo chiesto la ratio della legge al sottosegretario alla presidenza della Giunta regionale, figura di rilievo della Regione dell’Emilia-Romagna, Davide Baruffi.
Mi conferma che l’unica finestra di voto è tra il 15 aprile e il 15 giugno?
“Sì, esattamente. Se Bonaccini si dovesse candidare alle Europee, come lei ipotizza, e si dimette entro agosto sempre entro la finestra 15 aprile-15 giugno 2025 si vota”
Perché una norma simile?
“Abbiamo cercato di individuare una finestra stabile, non strumentale che cioè non favorisse gli uni o gli altri e che non fosse suscettibile di cambiamenti, uno spazio temporale in cui di norma sono indicati gli appuntamenti elettorali del governo, elezioni amministrative e quant’altro, per favorire l’election day”.
Ma l’ispirazione di un cambio simile? Perché non definire tempi precisi, indipendentemente dal momento delle dimissioni o più finestre di voto?
“Abbiamo immaginato ognuna di queste ipotesi, affiancando la possibilità che il governo centrale introducesse più finestre. L’idea è stata comunque quella di andare a votare in una tornata elettorale insieme ad altri”.
Ma non vi è sembrato che in questo modo il vice presidente non eletto dalla gente per quel ruolo, ma nominato, governi per troppo tempo?
“Non avevamo mai disciplinato chi governa durante l’interregno, quando il presidente se ne andasse. Su questo tema abbiamo trovato l’unanimità tra maggioranza e opposizione. C’è il vice presidente che svolge le funzioni. Abbiamo provato a fare tutto questo lontano da appuntamenti elettorali, per evitare strumentalità di parte. Nel merito tutto si può discutere ma teniamo presente che il vice presidente degli Stati Uniti può governare anche per 2 anni. Se lo può fare il vicepresidente degli Stati Uniti per 2 anni, ci siamo detti, lo può fare anche il vicepresidente dell’Emilia Romagna per 9 mesi”.
La rossa Emilia che si ispira agli Stati Uniti potrebbe suggerire una nuova puntata di don Camillo e Peppone.
Neanche a dirlo, Emilia e Usa hanno storie amministrative, politiche e statutarie molto diverse. Negli Usa presidente e vice vengono votati in ticket, il vice non è di nomina successiva, e assume tale potere perché lo stabilisce la Costituzione americana. Non a caso il vice presidente degli Usa ha un peso differente essendo per Costituzione anche il presidente del Senato.

*(la foto in apertura da un’immagine in rete)

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