LA PAURA MANGIA L’ANIMA


Il Bologna calcio rischia il fallimento. Oggi è sotto la neve e le ultime notizia che la partita col Chievo delle 15.00 non si disputerà fanno da cornice a un clima preoccupante. Mai come adesso il calcio sembra la metafora della città. Senza grandi prospettive di rilancio e anche poco sazia. Mancano idee, denaro ed energie. Negli ultimi giorni il presidente formale del Bologna calcio, Porcedda, ha dato mandato di vendita “irrevocabile e in esclusiva” a Intermedia Finance, la merchant bank di Bologna presieduta da Giovanni Consorte, ex presidente e AD di Unipol. Consorte che detiene ora fra le sue mani il futuro della squadra rossoblù, dovrà cercare fra i 180 investitori aderenti ad Intermedia e tra gli imprenditori locali qualcuno disposto ad accollarsi la nuova scommessa Bologna. Ciò sarà possibile nel caso, dopo gli accertamenti dovuti, non vi sia una situazione debitoria preoccupante, che allontanerebbe qualsiasi imprenditore dall’acquisto della società. Il Bologna calcio è in caduta libera da anni e i piccoli recuperi  sono serviti a poco in un settore anche così difficile e dispendioso. I giochi si chiuderanno entro il 20 dicembre. Si parla di un buco di 45 milioni di euro. In attesa di capire come andrà a finire è uscito il numero 6 di FORZA BOLOGNA.

Ecco qui in basso il nostro pezzo che potete leggere anche nel retro di copertina.

LA PAURA MANGIA L’ANIMA

Con tutto quello che è successo nelle ultime settimane non si sa più quali sono le parole giuste da usare. Quelle di questa settimana erano penalizzazione, rischio fallimento, instabilità, stipendi e contratti non pagati, tifosi incazzati, fughe e ritorni di presidenti e di proprietari! Di tutto e il contrario. Proprio come la squadra in campo che sembra potenzialmente un po’ tutto ma anche il suo contrario. Funziona così in questo periodo. Nel bene e nel male.

Come si dice: il primo passo per la vita eterna è che bisogna morire. Certo! E la situazione finanziaria attuale del Bologna sembra una strada dritta verso questo epilogo, se non si sveglia qualcuno, qualcosa. Se un progetto importante non viene fuori dal cilindro degli imprenditori della città. Gli unici che possono avere mezzi per prendere per mano questa società viste la situazione recente ma anche quella passata. La leggenda del Bologna Football Club, di questa città, non merita questo finale sconfortante, né il caos e le incertezze attuali. E’ come aggiungere nitroglicerina a un ambiente già teso e ancora troppo giovane per fare bene, per giocare le gare senza le disattenzioni di chi non sa bene che succederà in futuro, che succederà domani. La squadra in campo è come uno specchio dell’ambiente generale. Troppa tensione. Poca lucidità. Poca convinzione. Una forza mal gestita. Ma soprattutto paura. Quella paura che come diceva qualcuno “mangia l’anima”.

Il Bologna coglie un successo importante sul Brescia, grazie a un colpo in solitaria del genio calcistico di Marco Di Vaio, come sempre. L’arbitro Pierpaoli da Firenze fa il suo mestiere e quasi si defila dagli esiti della gara, a tratti molle e poco brillante. Se escludiamo le due parate di Viviano su Diamanti e il colpo funambolico di Rubin che salva la porta del nostro porterione c’è poco da guardare. Quasi si dorme. Il migliore del Brescia, Hetemajm, rischia più volte l’espulsione per proteste ma durante la gara l’arbitro torna sulle sue intenzioni. Alla fine decide di graziarlo. Manda invece in anticipo negli spogliatoi Mudingayi per doppia ammonizione al 38’ della ripresa, usando quindi un metro più duro. Ma può starci. Può succedere. Nessuno scandalo. Sul Brescia almeno vinciamo ma non convinciamo.

La partita di Napoli ha i suoi terribili 50 minuti iniziali. 3 a 0 con un Napoli lanciato senza freni verso la porta di Viviano che fa come sempre parate mirabolanti. L’arbitro Gervasoni non tira fuori il cartellino giallo neanche per appuntarsi i pensieri strani che potrebbero passargli per la testa. E’ saldo sulle gambe. E’ sempre vicino alla palla. Non incide sul match se non nel bene, con una conduzione precisa e senza smagliature. Il resto viene fuori dal gioco delle due squadre. E così dopo il 60′ il Bologna comincia a giocare. Timidamente esce dal guscio e si fa vedere e addirittura attacca. Meggiorini provoca non pochi problemi alla difesa partenopea, fino ad andare in rete al 23′ del secondo tempo. Poi il colpo di Cavani che va in rete quando giochiamo meglio. E’ il ko definitivo di una partita inizia male e continuata un pò mollemente. Funziona così in questo periodo. Quando si attacca lo si fa sempre con un po’ di paura. La paura è padrona. E ci sarebbero motivi per averne. Ma vale la pena razionalizzare, rimboccarsi le maniche e vedere cosa fare di dentro il campo e fuori, perché con la paura non ci si è mai fatto nulla di buono.

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