Pubblica Amministrazione, l’accesso che costa più della cocaina


Nel mercato degli stupefacenti un grammo di cocaina costa circa 50 euro. Meno di un accesso agli atti pubblici in alcune società partecipate. Ma riavvolgiamo il nastro. Il 28 aprile il magistrato Raffaele Cantone (voluto da Renzi) commentaai microfoni di Alessandro Milan su Radio 24 la sua fresca nomina all’Autority Anticorruzione: «La trasparenza è il vero nemico della corruzione. Non solo bisogna pubblicare on line i dati della Pubblica Amministrazione ma anche renderli realmente fruibili». Un istituto singolare l’Autority. Dal decreto che la istituisce non si capisce neanche a chi spetti il potere sanzionatorio nel caso un ente non pubblichi gli atti. Ma è il minimo

Vediamo come un cittadino può visionare documenti che è suo diritto vedere. Può capitare di avere un contenzioso con una società pubblica partecipata (sono 5500 solo quelle degli enti locali).

Abbiamo contattato a campione alcune grandi partecipate italiane delle città di Roma, Milano e Bologna. «Mi spieghi bene perché non ho proprio capito», esordisce un funzionario di Atac trasporti Roma dopo la seconda mail inviata e diverse telefonate ai funzionari che non sanno con chi farti parlare. Stessa reazione ad Hera Bologna, la multiutility dell’energia e ad Atm spa trasporti di Milano. «Se si tratta un disservizio ci siamo sennò… », ci confida un funzionario di Atm trasporti Milano. Tutte le partecipate ci rimandano all’ufficio stampa. «Ma un cittadino dovrebbe contattare l’ufficio stampa?», chiedo ai funzionari di Hera. «Questa non è una procedura prevista», mi risponde. Eppure il 14 marzo 2013 è stato approvata la cosiddetta Freedom of Information Act, la roboante legge nostrana sulla trasparenza. L’articolo 1 sancisce «il diritto del cittadino all’accessibilità totale delle informazioni», anche per le società partecipate. Si ma solo per chi può permetterselo. Infatti per Atc Bologna e Tper Emilia Romagna i «diritti di ricerca e visura» costano «40 euro l’ora con un costo fisso pari ad un minimo di un ora». Per le 6 ore impiegatizie di ogni giorno vengono chiesti 240 euro. Più 1 euro a foglio fotocopiato. 8 euro se il foglio è una cartina. Per un verbale di un Cda da 25 pagine paghi 25 euro. Fogli che pesano come l’oro! Ci vogliono in media 500 euro per fotocopiare i verbali di un anno di Cda. Per Atc e Tper non è stata ancora inventata l’elettronica. Infatti non si può avere il materiale in versione digitale.

Dopo due giorni di richieste arrivano le risposte di Eur Spa e di Atac. Eur non chiede denaro per diritti di ricerca ma il rimborso delle spese sostenute presso i fornitori delle fotocopie. Dice di applicare le tariffe previste dall’Autorità per la Vigilanza sui Contratti Pubblici (AVCP), cioè 0,25 euro per le copie A4 e 0,50 per gli A3. Per Atac Roma si paga 0,20 euro per gli A4 e 0,40 a pagina per gli A3.? Se si tratta di un numero cospicuo di pagine propongono di estrarre copia in formato elettronico, paghi solo il cd. Per entrambe le società non è dovuto alcun rimborso per gli importi inferiori a 0,50 euro. Nessuna reazione invece da Hera, Atm Milano e A2A energia Milano.

Nella realtà la legge n° 241 del 7 agosto 1990, art. 23, stabilisce la gratuità dell’accesso ma anche un obolo da lasciare alle società che possono darsi un regolamento interno e incrementare l’obolo. E’ sbalordito il segretario generale di AVCP, Daniela Galli, quando le raccontiamo i risultati della nostra inchiesta, così come il responsabile del Protocollo, Amerildo Menditto, che ci spiega: «Quel costo di ricerca che si paga è il costo vivo che l’azienda sostiene per un funzionario che ti viene messo a disposizione. Non di più». Ma se all’azienda il funzionario costasse 40 euro l’ora, come chiesto in alcuni casi, sarebbero circa 6mila euro al mese. Cifra inverosimile.

Pubblicato su Libero Quotidiano nazionale il 3 maggio 2014 

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