Saviano:«Io sto con le ONG». Noi con la trasparenza e contro i trafficanti di esseri umani


di Antonio Amorosi

 

NESSUN BUSINESS PER LE ONG

«A Ferrara, travolto dal terrore dello sfratto, un uomo uccide la famiglia e poi si suicida.

Nella provincia di Perugia, un imprenditore in fallimento si suicida perché non può pagare gli operai.

A Roma ho visto barboni sull’orlo del disfacimento ovunque, tra i quali due giovanissimi africani, evidentemente fuori quota nelle case di accoglienza, ridotti a relitti umani, buttati su un marciapiede, scheletrici e sporchi come cani randagi all’ultimo stadio.

Non una ONG si è mossa per loro. Non un prete. Non un radicale», ha scritto ieri in rete un amico, Marco Ottanelli.

 

LE MANIPOLAZIONI DI SAVIANO

Oggi Roberto Saviano fa sapere che lui sta con le ONG come Medici senza frontiere, quelle che non firmano il codice di condotta con l’Italia per i salvataggi nel Mediterraneo.

Le ONG non vogliono la polizia giudiziaria a bordo (non una polizia generica ma quella di supporto ai magistrati). Saviano: «Avere agenti armati sulle navi sarebbe la fine del principio di terzietà». Quella che le ONG usano nei territori in guerra. Saviano: «Dove l’assoluta assenza di armi nei luoghi del soccorso rappresenta la vera protezione». Come se l’Italia fosse in guerra con uno Stato straniero e non con i trafficanti di esseri umani. Non siamo in una zona di guerra. Dall’altra parte delle coste ci sono trafficanti di esseri umani che trasportano disperati. O per Saviano i trafficanti sono un gruppo rivoluzionario?

Invece che con le ONG, che con le loro azioni fuori controllo facilitano il traffico di esseri umani, bisognerebbe stare con la trasparenza. Le Ong sono tra le organizzazioni meno trasparenti in circolazioni, nelle azioni che compiono e per gli stipendi dei propri dirigenti e funzionari. Basti leggere il libro L’industria della carità di Valentina Furlanetto per capire come siano più efficaci nel proprio tornaconto che per quello delle persone che aiutano. Saviano cita Psicologia delle folle di Gustave Le Bo per chiamare processo di criminalizzazione la considerazione che secondo lui si è diffusa sui migranti e su chi li aiuta, solitamente con fatturati milionari. Una finta impresa etica avallata per fare business (o i conflitti in Africa e in Medio Oriente sono nati oggi)

Basterebbe leggesse Lenin o Il Capitale di Karl Marx, forse più confacente al suo alveo culturale, per capire poi come questa massa enorme di immigrati, tanto più in un Paese economicamente stagnante come l’Italia, serva solo ad abbassare il costo del lavoro, a costruire un esercito di lavoratori di riserva composto da disperati disposti a tutto. E’ una balla che gli immigrati fanno i lavori che gli italiani non vogliono fare. Gli italiani non sono disposti a farli a 0,80 centesimi l’ora o a 2 euro l’ora.

 

CODICE CONDOTTA ONG

Il codice di condotta del Mediterraneo impone alle ONG di non trasferire le persone soccorse su altre navi, non entrare in acque libiche «salvo situazioni di grave e imminente pericolo che richiedano assistenza immediata», non ostacolare «l’attività di Search and rescue da parte della Guardia costiera libica», registrare tutte le proprie fonti di finanziamento per attività di soccorso in mare e comunicare, su richiesta, tali informazioni alle autorità italiane nel rispetto dei principi di trasparenza, non spegnere o ritardare la regolare trasmissione dei segnali di tracciamento ed identificazione e a ricevere a bordo, per il periodo strettamente necessario, su richiesta delle autorità nazionali competenti, ufficiali di polizia giudiziaria affinché possano raccogliere informazioni e prove finalizzate alle indagini sul traffico di esseri umani, «senza recare ostacolo alle attività umanitarie».

Tutto questo per le ONG è inaccettabile. Ostacolerebbe i trafficanti. Oppure Saviano spieghi come si ferma il traffico di esseri umani? Con i propri pensierini?

 

Per motivi che non dipendono da noi il contatore contatti da numeri errati. Riparte da zero. Ce ne scusiamo

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