IL 61% DEGLI APPALTI PUBBLICI DI BOLOGNA SONO AD PERSONAM


La lettera era apparsa a dicembre ma dopo tutte le polemiche su veleni e dossier anonimi spuntati a Bologna negli ultimi mesi sembra ancora  più significativa. Infatti non servono veleni o dossier anonimi per sapere che Bologna detiene uno dei primati nazionali nel controllo politico della cosa pubblica e degli appalti.

L’Autorità di vigilanza sui contratti pubblici, Giuseppe Brienza, ha inoltrato una lettera ai Comuni che concedono troppi appalti in modo diretto, senza bandi pubblici. In questa gara alla “corsia preferenziale” per l’affidamento di lavori e servizi sapete chi svetta tra tutte le città italiane? Proprio noi.

Infatti in termini assoluti al vertice della classifica dei Comuni che ricorrono più spesso alla procedura negoziata per lavori, servizi e forniture troviamo Milano col 63% delle sue opere e Bologna al 61%, con Roma al 53 % e tutte le altre città molto al di sotto come percentuale. Infatti il dato appare sproporzionato se si considera il numero di abitanti di ognuna di queste città prese in considerazione. Su Milano, che ha 1.317.882 abitanti e una provincia con 3.135.769 abitanti e Roma con 2.756.581 e una provincia di 4.186.972 abitanti, svetta in termini relativi Bologna col suo 61% e soli 379.674 abitanti e una provincia di 989.944 anime.

Impoveriti dai mancati introiti dell’Ici e dai tagli dei trasferimenti statali, i Comuni continuano imperterriti a spendere più del necessario per gli appalti, dice il garante. La trattativa privata, costa a parità di servizi e lavori eseguiti almeno l’8 per cento in più. Tradotto in euro significa ogni anno uno spreco di 1 miliardo e 748 milioni. Dove vada questo spreco, quando non è dovuto a sola inefficienza, lo spiega l’ Authority, avanzando il sospetto che dietro la violazione dei principi della libera concorrenza ci siano gruppi politico-affaristici. Il Nord dunque ha il primato del ricorso alla trattativa privata. I sindaci, dicono che è necessario per “sveltire le pratiche burocratiche ed accelerare le procedure” e aumentano la procedura impropria nonostante le stangate sui Comuni e la crisi economica.

Bologna viene citata per uno dei tanti mega appalti concessi senza gara: i 5 milioni e mezzo per l’assistenza domiciliare agli anziani, conferito direttamente al consorzio cooperativo che prende il nome di Aldebaran. Consorzio composto dalle cooperative CADIAI, SOCIETA’ DOLCE, ANCORA e ADA.

“Se i Comuni non si metteranno in regola con la legge – ammonisce Brienza – procederemo a ispezioni e denunceremo tutto alla Corte dei conti”.

Tutto più semplice e più chiaro di qualsiasi polemica che si rispetti.

La diffida di Brienza è stata anche citata da un bel articolo di Alberto Custodero sulle pagine nazionali del quotidiano      “La Repubblica”.

Un commento
  1. Angelo

    6 marzo 2011 at 01:14

    Bravo, peccato che tranne il povero Brienza questi qua non li castiga nessuno. Neanche il PDL, che dovrebbe fare l’opposizione si agita più di tanto
    Ho un’esperienza analoga a Calderara, sempre cooperative sociali e loro consorzi. Anzi, non solo non si fanno gli appalti, ma neanche i cottimi fiduciari. Si da’ l’incarico e basta (tanto sono sotto i 200mila euro, dicono; però se li sommi anno per anno fanno un bel gruzzoletto)

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