Sul ponte crollato in Sicilia c’è la firma Coop


Ponte inaugurato a Natale crolla a Capodanno. Sembra un titolo da Cronaca vera, ma è la storia del cedimento del viadotto Scorciavacche sulla Palermo-Agrigento. L’ultimo di una serie accaduta in Sicilia.

A realizzare i lavori i colossi cooperativi Cmc di Ravenna e il consorzio Ccc di Bologna, raggruppati in imprese nella «Bolognetta scpa». L’Anas ha inaugurato il nuovo viadotto il 23 dicembre, con il «botto» si direbbe, che però è avvenuto dopo una settimana per un cedimento del terreno, una frana. Metà della carreggiata del viadotto è letteralmente sprofondata. L’altra metà ha uno squarcio profondo e trasversale. Il costo dell’opera è stato13 milioni di euro.

«L’importante» ha dichiarato a Il Resto del Carlino il presidente di Ccc Piero Collina «è che non sia successo nulla di grave e nessuno si sia fatto male».

Davanti alla tragicomica vicenda non si è fatta attendere la voce del presidente del Consiglio.

Immediata la reazione di Matteo Renzi, affidata ad un tweet, si è abbattuta sugli smartphone di mezza Italia: «Ho chiesto ad Anas il nome del responsabile: è finito il tempo degli errori che non hanno mai un padre. Pagheranno tutto».

E la procura di Termini Imerese, che coordina l’inchiesta ha disposto il sequestro di tutta la documentazione dei lavori con il procuratore capo Alfredo Morvillo, il quale occupandosi personalmente del caso ha affermato: «E’ un fatto molto grave».

Nessun veicolo transitava nel momento del collasso e l’Anas ha chiuso la strada al traffico.

Ma il viadotto è solo l’epilogo di una serie di cedimenti strutturali. Il 28 maggio 2009 c’è il crack spettacolare del ponte Geremia II, sulla statale che collega Gela a Caltanissetta (un crollo da 30 metri). Il 2 febbraio 2013 si sgretola il ponte sul fiume Verdura tra Agrigento e Sciacca. Il 7 luglio 2014 cede il viadotto Petrulla che collega Licata a Ravanusa; un’auto resta in bilico sulla voragine e quattro feriti sono appesi sul dirupo, compresa una donna incinta. Adesso la vita breve, brevissima del viadotto Scorciavacche. I dirigenti dell’Anas e delle imprese esecutrici dei lavori sostengono che il tratto di strada è stato chiuso alle prime avvisaglie di cedimento.

Più volte finite al centro di bufere giudiziarie la Cmc di Ravenna che il Ccc di Bologna sono due colossi del mondo Legacoop che negli ultimi anni sono stati interessati da qualche inchiesta.

Per la Cmc lo scandalo Expo 2015 e la consulenza a Primo Greganti, il compagno «G» che ha riproposto alla cronaca giudiziaria il solito sistema delle mazzette, fino alla condanna nel 2009 per disastro ambientale nel processo ai cantieri della Tav Bologna-Firenze.prima ponte crolla 6 1 2015

Il Ccc è stato invece coinvolto nelle inchieste sul sistema di corruzione che girava intorno al «democratico» Filippo Penati e alle ex aree Falck di Sesto San Giovanni. Ma anche nello scandalo del Mose di Venezia. E in quello delle infrastrutture bolognesi Civis e il People Mover.

Entrambe le coop sono state a vario titolo interessate nell’inchieste di Tangentopoli. E’ rimasta storica l’ombra della camorra in uno degli affari del consorzio Ccc. Questo compare negli anni ’90 a fianco della società Icla di Napoli, controllata dai clan Alfieri e Nuvoletta, nel progetto di ristrutturazione del parco urbano di Piazza Maggiore, la principale piazza di Bologna.

L’Anas e il suo presidente Pietro Ciucci hanno subito contestato al contraente generale, a cui è stata affidata l’esecuzione del viadotto Scorciavacche, il difetto di esecuzione, disponendo l’immediata installazione di un sistema di monitoraggio di tutte le strutture su cui si regge l’opera realizzata.

«L’Anas, rifugio di pensionati eccellenti, dispensatore di clientele e di laute prebende, deve essere urgentemente azzerato a cominciare dal presidente Pietro Ciucci» ha dichiarato l’Associazione consumatori all’Ansa.

Il raggio d’azione delle coop rosse emiliane si allarga sempre di più, seguendone le tracce si arriva fino in Sicilia, al limite di un viadotto nuovo di zecca sbarrato con reti metalliche, perché è crollato una manciata di giorni dopo l’inaugurazione.

L’urbanista: «Ho i brividi»

 

Pierluigi Cervellati, architetto e urbanista di fama nazionale è sconvolto per il crollo del viadotto.

Che ne pensa architetto?

«Mi vengono i brividi. Un viadotto banale come, crollato dopo una settimana…»

Ci spieghi.

«E’ un’opera costata tantissimo. Possibile che non si siano accorti dei problemi? Bisogna fare analisi dei terreni e collaudo. Anche in corso d’opera»

Ma di chi è la responsabilità?

«Va accertata attraverso le carte. Ripeto: mi vengono i brividi. Quella non è un opera ardimentosa come i ponti sulla Firenze Bologna, che stanno su calanchi e terreni difficili. E non è mai crollato niente. Parliamo di opere degli anni Cinquanta fatte senza le tecnologie di calcolo di oggi»

 

di Antonio Amorosi pubblicati il 6 gennaio 2015 su Libero Quotidiano a pag. 1 e 11

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